martedì 3 febbraio 2009

Number 3:1949 Tiger

Lo stile di Pollock è inconfondibile.
Iniziatore del dripping, termine coniato da lui stesso nel 1947 e che letteralmente vuol dire "sgocciolamento", l'artista non ha mai espresso intenti figurativi nel corso della sua carriera. Sin dall'inizio della sua attività, si dedica a opere astratte (come nella serie Poured Paintings) che man mano perdono di razionalità, fino ad arrivare a quelle note a tutti noi,facenti parte dell'espressionismo astratto o,ancora meglio,dell'action painting.
Nel caso particolare di quest'opera, "Number 3:1949 Tiger", Pollock inizia il dipinto stendendo colore nero su tela grezza in modo da far penetrare a fondo la tinta nel tessuto; passa poi allo sgocciolamento di colori più forti di natura alchidica che scioglie e mescola con olio per una maggiore fluidità; infine, apre un tubetto di vernice bianco e spruzza il colore direttamente sulla composizione. Nel modus operandi di Pollock sono esclusi i mezzi pittorici tradizionali: il cavalletto è abolito a favore del pavimento o della parete, che permettono all'artista di girare intorno alla tela (o nel caso della parete di osservarla nella giusta angolazione) e operare sulle quattro dimensioni; il pennello,se usato,è al contrario di modo tale che il colore possa fluire dal manico e non dalla setola (tratti puntiformi); la tela non è trattata nè tanto meno curata,visto che ci si trovano incollati persino mozziconi di sigaretta.
Ma tutto questo non può essere criticato,anzi.
Pollock verrà apprezzato in quanto autore di rottura degli schemi accademici; in quanto ribelle alle regole che vorrebbero mettere a freno la creatività degli artisti moderni; in quanto personalità violenta e eccessiva che non si preoccupa di piacere agli altri ma solo di piacersi.

Voto: 8/10

6 commenti:

Light ha detto...

un grande dell'arte "contemporanea" peccato che nonostante i suoi innumerevoli tentativi non sia riuscito nel suo intento principale

AleHC ha detto...

..in che senso?

Light ha detto...

nel senso che tra i suoi principali obiettivi c'era la totale casualità (apparente) del comporre il quadro, il suo obiettivo era di non poter far comprendere a chi lo vedesse il modo in cui fosse stato dipinto il quadro, nè in che passaggi, nè la direzione degli schizzi e pennellate. Nonostante il suo talento e il suo sforzo i critici sanno smontare ogni suo quadro e ricondurre ogni singola macchia o getto di colore e lo sanno ricostruire, segno che, il caos è irriproducibile da mano e cervello umano.

AleHC ha detto...

..ah ok in questo senso.
Guarda alla fine il suo modo di dipingere è stato analizzato e quindi capito in tempi recenti.I suoi contemporanei non lo comprendevano nè tanto meno avevano intenzione di farlo.
Quindi forse,alla sua epoca,nel suo intento ci era riuscito.. :P

Anonimo ha detto...

sono capitato qui per caso, cercavo in rete un quadro di J. Pollock.
(il dripping, riporto da un testo che ho sottomano per far prima, sto facendo la tesi...
dicevo, il dripping è stato sperimentato da Max Ernst nel 1942. dato che Ernst faceva oscillare un barattolo forato riempito di colore liquido, legato a una cordicella, la tecnica fu definita da Janis Sidney, nel 1944, oscillation. il termine comparve successivamente, quando il procedimento fu ripreso e ampiamente usato da Jackson Pollock - 1947.)

Anonimo ha detto...

sono capitato qui per caso, cercavo in rete un quadro di J. Pollock.
(il dripping, riporto da un testo che ho sottomano per far prima, sto facendo la tesi...
dicevo, il dripping è stato sperimentato da Max Ernst nel 1942. dato che Ernst faceva oscillare un barattolo forato riempito di colore liquido, legato a una cordicella, la tecnica fu definita da Janis Sidney, nel 1944, oscillation. il termine comparve successivamente, quando il procedimento fu ripreso e ampiamente usato da Jackson Pollock - 1947.)