sabato 29 maggio 2010

Beneath The Massacre - Mechanics Of Dysfunction


Prosthetic Records
Genere: Deathcore/ Brutalcore

Raccomandato Se Vi Piace: Despised Icon, Trigger The Bloodshed, Origin, Through The Eyes Of Dead

Non sono esattamente molto avvezzo a questo deathcore brutale e senza un minimo di melodia che è di gran voga tra i GGGiovanissimi, ma riesco a riconoscere (almeno credo) un gruppo più dotato di altri. E devo ammettere che questi Beneath The Massacre sono abbastanza dotati per il loro genere, un deathcore brutale e tecnicissimo, straight on your face, che si dica facciano un enorme successo in sede live. Io li ho sentiti su cd (questo “Mechanics Of Dysfunction” è il loro debutto su lunga distanza) e devo ammettere che nonostante io abbia ampiamente constatato che questo non è il mio genere, il disco scorre bene e si lascia ascoltare per tutta la sua durata (una trentina di minuti circa). Io non lo riascolterò: molto probabilmente i fans di band come Despised Icon ed Annotations Of An Autopsy lo faranno anche più e più volte.

Voto:7/10

venerdì 28 maggio 2010

There For Tomorrow - Pages


Hopeless

Genere: Pop-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: The F-Ups, All Time Low, Mayday Parade

Che il pop-punk sia ormai divenuto un genere stantio e privo di attrattive, è cosa risaputa per chi legge Guilty Agenda. Quindi nessuno si stupirà se mi metto a parlare malissimo di questo EP dei There For Tomorrow, band che non possiede un minimo di talento ma che si limita a fare e rifare cose ormai già sentite pure troppe volte. Prendete gli All Time Low o i Fall Out Boy (senza la capacità pop dei secondi) e l’inutilità di band come Mayday Parade o Hit The Lights e avrete i There For Tomorrow; ovvero, come sprecare tonnellate di cd, plastica e carta per gente che ha la capacità di emozionare pari a quelle di un banchiere che conta i centesimi da uno.

Voto:4/10

domenica 23 maggio 2010

Trencher - Lips


Southern

Genere: Post-Grindcore

Raccomandato Se Vi Piace: Daughters, The Locust, Some Girls, Holy Molar, Curl Up And Die, Converge

Brillante, è l’unico aggettivo che userei per descrivere quest’ammasso di urla strazianti, sonorità al limite estremo del cacofonico e una tastiera martellante che per la prima volta, non esito a dire che un certo mal di testa mi è venuto. Complice anche una sonorità a tratti devastante, a tratti gotica (immaginate La Famiglia Addams in chiave gore e questo è potenzialmente quello che potrebbe svilupparsi con un prolungato ascolto di “Lips”) i Trencher entrano di diritto tra i migliori artisti di quella scena post-grindcore che qualche anno fa, nel 2003, stava entrando sotto i riflettori di certa stampa underground con i lavori di gente come Daughters, Curl Up And Die, Mara‘Akate e che ora ha fatto un po’ perdere le tracce, tornando in un glorioso anonimato che meglio si confà a questo sottogenere troppo ostico per avere una visibilità troppo grande. Quindi se avete voglia di 20 minuti di mal di testa e tante cose fiche che ve lo possono creare, i Trencher fanno al caso vostro: garantisce The Guilty Agenda.
Voto:8/10

The Higher - On Fire


Epitaph

Genere: Pop

Raccomandato Se Vi Piace: Young Love, The Audition, Justin Timberlake

Poche parole per descrivere questo album dei The Higher. C’è gente che li descrive come il peggior gruppo della Terra, che fanno musica palesemente per soldi e nemmeno lo nascondono, e purtroppo vengono tacciati di essere nu-emo (WTF?!?) o c’è gente come Brett Gurewitz che li ha visti dal vivo e li ha presi sotto contratto all’istante (probabilmente, avrà avuto gli occhi marchiati dal simbolo del dollaro). La mia risposta si trova nel mezzo; l’unica cosa che posso affermare con certezza è che se Justin Timberlake fosse una band, sarebbero i The Higher.
Voto:5,5/10

lunedì 10 maggio 2010

Deerhunter - Cryptograms


Kranky

Genere:Space-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Animal Collective, Panda Bear

No ok, devo riuscire a capirlo bene anche da solo, senza doverlo scrivere ogni volta che lo ascolto ma veramente trovo lo space-rock un genere di un inutilità immensa. Perché, perché, PERCHE’ fare questo genere di musica? Bah.

Siccome non ho una risposta, e non ho gran voglia di parlare di questo album, sappiate che comunque è space-rock scadente, di quello che lo senti e non riesci nemmeno a dire “Vabbè, non mi piace il genere però sono bravi.”.

Nemmeno questo.

Voto:4/10

The Cougars - Jenny From Norway EP

Autoprodotto

Genere: Pop-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Dreamstate, Francis Park, The Cranberries

Secondo promo ricevuto qui a The Guilty Agenda e stavolta si tratta di due tracce “demo” scritte dai The Cougars di Roma, giovane band che suona un pop-rock che più classico non si può. Il promo da loro inviatomi contiene due sole canzoni, decisamente poche per capire bene la via intrapresa dalla band: “Let Me Come Back To The Start” è una buona ballata piano voce, tono dimesso e passaggi che fanno pensare a dei Dreamstate più giovani e un ottimo biglietto da visita. Purtroppo non si può dire lo stesso di “I’m A Mess”, canzone banale e costruita male che con il suo pop-rock classico e vagamente 90’s non riesce a far comprendere la direzione che i Cougars vogliono prendere. Il mio consiglio per questa band è quindi di puntare sul suono del pianoforte, di darsi alle melodie intime e soffuse e lavorare di più alla costruzione dei brani per avere un risultato più pieno.

Voto:5/10

martedì 4 maggio 2010

The Emo Diaries Chapter Eleven - Taking Back What's Ours


Deep Elm

Dopo una pausa durata svariati anni, la Deep Elm ha deciso finalmente di riprendersi il titolo di etichetta cardine nello sviluppo (e purtroppo dell’inbastardimento) dell’emo. Ci riuscirà?

Analizziamo ogni band per questo undicesimo volume degli Emo Diaries.

Above Them: decisamente dignitosi nel loro post-hardcore di marca svedese (Sounds Like Violence, Starmarket) nonostante siano inglesi. Ottima traccia d’apertura.

This Drama: nuova entrata nella scuderia Deep Elm, i This Drama propongono un delizioso quanto innocuo indie newyorkese. Da sentire in sedi più consone.

While You Were Gone: vera e propria chicca della compilation. Emo-pop-punk tra Brandtson, The Forecast e i Pohgoh più movimentati, questo quintetto capitanato da una splendida voce femminile, riesce a catturare al meglio l’idea di unione tra emo e power-pop, in una sola canzone.

Knockout Kings: splendidi ma copie dei primissimi Taking Back Sunday, da prenderli per quello che in realtà sono.
Andy Tanner & His Grand Piano: un bravo cantautore a metà tra un primigenio Bright Eyes, un Kevin Devine/Miracle Of 86 ed una toccata e fuga da parte del genio Jonah Matranga (si sentono i New End Original di sottofondo). Pollice in su per Andy Tanner.

The Crash Engine: a metà tra l’emo di inizio 2000 e un alternative rock mainstream. Passiamo oltre.

The Decoration: emo-pop classico, niente di particolare da riferire.

I’m Fashion, You’re Victim: probabilmente i capoccia della Deep Elm avranno avuto i loro motivi per inserire un brano del genere. Non è che sia brutto, affatto, ma stona con quasi tutto (Panel a parte) il resto del disco: metalcore emozionale, tra i Thrice di “The Safety Of Illusion” e vaghi accenni allo screamo nel cantato. A me personalmente, sono piaciuti.

Young Hearts: emo-pop-punk di discreta fattura, quasi targato Red Leader Records o No Idea, per intenderci. Carini e si vede che è una band con esperienza alle spalle.

The City Beautiful: un gruppo olandese a metà tra lo shoegaze e l’indie, decisamente brutti.

My Awesome Compilation: pop-punk inglese che, chitarristicamente parlando, a volte prova a buttarsi su roba un po’ più pesante. Ho sentito tracce migliori della band, quindi posso parlarne bene a prescindere.
Panel: grandissima canzone, siamo in territorio Planes Mistaken For Stars e la dualità violenza-emotività è mantenuta a livelli eccelsi. Dunque un ottima conclusione per un disco che esalta a metà ma che non fa tornare la Deep Elm a riprendersi esattamente quello che era loro, ma soltanto gli scampoli di quello che poteva esserci all’inizio del millennio. Vedremo in futuro con il dodicesimo capitolo.

Voto:6/10

domenica 2 maggio 2010

K-Os - Atlantis Hymns For Disco


EMI/Virgin Records

Genere:Rap/Rock/Funk

Raccomandato Se Vi Piace: The Roots, K’naan, Mos Def, Zion I

Mi fa strano recensire un’artista “rap” su Guilty Agenda, ma, hey siamo aperti un po’ a tutto noi della redazione. Detto questo, vi presento k-os, rapper canadese al terzo album (questo “Atlantis Hymns For Disco”), il cui monicker si pronuncia chaos ma in realtà vuol dire Knowledge Of Self e che si fa apprezzare per il fatto di non essere solamente un artista rap, ma a tutto tondo, in grado di coniugare alla musica del ghetto anche un bel po’ di rock classico e di funk, sulla scia di band più blasonate come The Roots e Zion I. k-os (da scrivere assolutamente con la k minuscola) è quindi un artista rap? Assolutamente sì poiché il rap sta alla base della sua musica che poi può sfociare in rap quasi disco anni 90 come nell’iniziale singolo “Electrik Heat – The Seekwill”, afflati funk (“The Rain”, “CatDiesel”) fino al rock più classico in “Valhalla” oppure in “Equilizer”, creando un disco decisamente vario e più impegnato (a livelli di testi sicuramente) di quelli della scena hip-hop nordamericana. Un disco valido per i palati più fini che di questo genere hanno già masticato tanta roba.

Voto:7/10