giovedì 30 aprile 2009

Area 51 - Discography

Sound Vinyl/Hopscotch
Genere: Screamo/Hardcore/PunkRaccomandato Se Vi Piace: Heroin, This Flood Covers The Earth, Circle Takes The Square

Bello parlare di band sconosciute al 99% della popolazione globale.
Gli Area 51 sono una specie di oscuro supergruppo del passato, con membri di Murder City Devils, Death Wish Kids, Dead Low Tide, Modest Mouse, Big Business e Pretty Girls Make Graves, i quali suonano un punk/hardcore crustono a due voci (una maschile e una femminile) con inserti screamo accattivanti (“11 Years Too Late”, “Good For Nothing”). Questa è l’intera discografia, composta da dodici canzoni, uscita sia per Sound Vinyl che per Hopscotch: provate a dare un ascolto a questo lavoro estremamente grezzo e ruvido.

Voto:6,5/10

martedì 28 aprile 2009

The End - Elementary

Relapse Records
Genere: MetalRaccomandato Se Vi Piace: Tool, The Dillinger Escape Plan, Between The Buried And Me, Mastodon, Isis

Vi piace il grindcore ma andate pazzi anche per aperture pop-rock? La psichedelia vi attira ma amate anche la pesantezza dell’hardcore? Amate accostare la ruvidezza del metalcore e la leggerezza del post-rock? Benissimo, i The End potrebbero fare al caso vostro. La band canadese, qui al suo secondo full lenght per la Relapse, tira fuori un buon album, decisamente vario che spazia dalle decostruzioni rock dei Tool/A Perfect Circle al post-rock pesante degli Isis o dei Neurosis, passando per follia hardcore alla Dillinger Escape Plan e qualche midtempo math che non guasta mai. Che dite, può gradire? Per me non è un album imprescindibile, ma comunque sa farsi piacere.

Voto:7/10

domenica 26 aprile 2009

My Bitter End - The Renovation

Uprising Records
Genere: Deathcore/Metalcore/HardcoreRaccomandato Se Vi Piace: At The Throne Of Judgement, From A Second Story Window, For The Fallen Dreams, With Blood Comes Cleansing

Non so cosa mi stia succedendo ultimamente, ma riesco a trovare gradevole anche il deathcore nelle sue forme migliori. Probabilmente è il fatto che a 22 anni suonati, cominci a sentire il peso delle mode, e se, in un ipotetico giorno, dovessi parlare con un emo di Piazza del Popolo di quanta energia mettessero i Roadside Monument nei loro pezzi oppure di quanto mi si spezzi il cuore negli ultimi istanti di “Microchip”, potrei ricevere in risposta un sonoro “Magghiggazzo so sti gruppacci, io m’ascolto Gggiobb foracauboi e Es ai lai daaainnngh, che so brudal fracichi” e la cosa mi farebbe rimanere male. Ma siccome io voglio sentirmi giovane, mi devo adeguare un po’ ai trend.
Scherzi a parte, il secondo disco dei My Bitter End fa parte di quella grossa schiera di dischi di deathcore melodico che sono usciti ultimamente: questo, al mio orecchio da neofita, risulta abbastanza gradevole anche se non brilla né per originalità, né per mantenere l’attenzione dell’ascoltatore alta fino alla fine. Diciamo che questo disco si fa ascoltare molto bene se si è fan del genere, per via dell’ottima tecnica in fase di costruzione della canzone (pregevoli le sezioni melodiche di alcune canzoni (“A Proper Standoff”, “To All Things Expendable”)), di un, anch’essa ottima, produzione (in studio troviamo Jamie King, famoso per produrre band come i Between The Buried And Me) e anche soprattutto perché il cantante fa qualche pig squeel sparso per l’album, ma per il resto non fa cagare quasi per nulla. Peccato che dopo questo lavoro sia entrato nei Dr.Acula…

Voto:6/10

Wolves In The Throne Room - Two Hunters


Genere: Black Metal, Ambient
Se vi piacciono: Leviathan, Dimmu Borgir (primi 2 cd), Ulver, Emperor

Parliamo di Arte oggi, Arte con la "A" maiuscola, arte da un paese che non ti aspetti, gli Stati Uniti, suolo che ultimamente in campo black metal riesce a regalare album di ottima fattura, vedi l'ultimo dei Leviathan.
Ma non voglio assillare con inutili paragoni ad altri gruppi del passato o del presente, perchè i Wolves In The Throne Room riescono a plasmare un genere fatto di clichè (satanismo, anticristianesimo ecc,ecc) e a tramutarlo a servizio del loro messaggio.
Per farvi capire di che cosa trattano i testi e le melodie, vi basti pensare che questo cd è stato registrato in una capanna in mezzo a una foresta; ebbene sì, per quanto sia atipico parlarne nel black metal, i WITTR trattano temi ecologisti se vogliamo ma in particolare della natura e di quanto possa essere molto più antica dell'uomo e, sebbene spesso noi la consideriamo come uno "sfondo" essa è una forza potentissima e arcaica con cui fare i conti.
Parliamo ora della musica contenuta in questo cd, i brani sono solo 4, ma questo non impedisce al minutaggio di superare i 45 minuti, infatti, eccetto la prima traccia, tutte le altre composizioni superano i 10 minuti di durata; non fatevi intimorire da questo, perchè i WITTR sono dei maestri in fase di arrangiamento e le canzoni scivoleranno via con un incedere sia ferale che placido in men che non si dica.
Partiamo in ordine, dalla prima stupenda traccia "Dia Artio", considerabile quasi un intro, di 5 minuti, la canzone è inquadrabile come ambient più che altro, le chitarre hanno un incedere veramente ipnotico e lentissimo, così come la batteria che compie un lavoro di solo contorno, minimale, in questa traccia sono le emozioni quasi oniriche affidate alle chitarre rarefattissime e impreziosite da una registrazione che amplifica le distorsioni grazie alla non professionalità tipica da studio.
Con "Vastness and Sorrow" il cd inizia a prendere una piega più familiare al black metal, parliamo infatti di una traccia con tempi per lo più serrati, le chitarre sono maligne, paludose e in certi passaggi tetre, in una evocazione spettacolare di quanto la natura possa essere estrema, dipingendo paesaggi veramente cupi come di lande desolate e permeate da un'atmosfera nera; questo inno alla natura predilige l'aspetto più crudo della natura, come quello dei predatori in caccia in una foresta piena di insidie.
Passiamo poi a "Cleansing", canzone che per una buona metà regala un'apertura ambient da far venire i brividi, riprendendo più o meno l'idea dell'opener "Dia Artio" i nostri aggiungono una voce lirica femminile di una guest vocalist. L'effetto è incredibile, e solo ascoltare la traccia potrà rendere l'idea di quanto questo gruppo sia in grado di evocare paesaggi con il solo uso di 3 strumenti; la canzone dopo questa intro delicata sfocia in un altro passaggio duro e straziante, tipico del black metal anni 90.
Conclude "I Will Lay Down My Bones Among The Rocks And Roots" che parte con un arpeggio veramente delicato e malinconico per poi tornare su ritmiche più tempestose, con una voce che ancora una volta, col suo urlo lacerante, riesce a urlare tutto il dolore di una natura quanto mai trascurata e abusata dai tempi moderni, si finisce in bellezza con un rallentamento apocalittico, un incedere tribale e antico e ancora una volta i nostri propongono la voce femminile, quasi a monito che la natura, con la sua voce, può essere sia straziata e lancinante che soave e melliflua e che in fondo, è stata la nostra culla per millenni e noi ne siamo suoi figli.

Voto: 8,5

sabato 25 aprile 2009

Car Bomb - Centralia

Relapse Records
Genere: Grindcore/Mathcore/Hardcore
Raccomandato Se Vi Piace: The Dillinger Escape Plan, Messhuggah, Ion Dissonance, Psyopus, Crowpath, The Tony Danza Tapdance Extravaganza, Daughters

Finalmente! Prendiamoci una pausa dall’emo e tutto quello che gli ruota attorno e sentiamo un po’ d’altra roba.Partiamo dai Car Bomb e il loro “Centralia”.
“Centralia” è il classico disco che ti prende e ti stupra il cervello: è quello che ogni fan del mathcore ha bisogno per sentirsi in pace con se stessi. Tra The Tony Danza Tapdance Extravaganza e Ion Dissonance, con un pizzico di Mike Patton (“Best Intentions”), questo debutto in full-lenght su Relapse è un buon disco di grindcore mescolato a ritmiche math, che nessun fan della musica estrema deve mancare di dargli almeno un ascolto. Non siamo sui livelli delle band citati nel RSVP (non gli Psyopus ovviamente, Dio ce ne scampi) ma almeno è un lavoro gradevole che può portare ad un sorprendente sviluppo futuro.
Voto:7/10

venerdì 24 aprile 2009

Moros Eros - I Saw The Devil Last Night And Now The Sun Shines Bright

Victory Records
Genere: Indie/Post-Punk/Post-Hardcore
Raccomandato Se Vi Piace: The Photo Atlas, Clair De Lune, The Sleeping, Damiera, Small Leaks,Sink Ships, Fugazi, At The Drive-In

Il debutto un pò troppo audace di una band appena approdata su un etichetta che ormai non sa più che direzione prendere ed accatta un pò dappertutto. Potrei concludere con questa frase, la mia recensione su “I Saw The Devil Last Night And Now The Sun Shines Bright” dei Moros Eros, band giovane, ma purtroppo caduta nello scioglimento poco tempo dopo l’uscita del secondo album: parlando invece, solamente di questo disco, uscito per la Victory (su cui ho avuto modo di disquisire in parecchie occasioni) posso dire, quotando un recensore di Punknews.org, che la band sembra il figlio illegittimo tra Fugazi e At The Drive-In dato che in casi come “I Will Come Back Again” la frase calza a pennello). Peccato che la band ha puntato troppo in alto, con una formula abbastanza originale (basta aggiungere al tutto anche il suono di un moog) che ha bisogno di parecchi ascolti per migliorare la valutazione da parte degli ascoltatori (io sono ad una manciata di ascolti e mi trovo per ora a dargli una sufficienza meritata, magari tra qualche tempo sarà il mio album preferito di sempre). Alcune canzoni comunque portano la band ad essere amata ed incensata come “Insane And Speechless”, la quale ho sentito svariate volte stasera, premendo ogni volta il tasto repeat, oppure l’iniziale “Today Is The Day”,singolo dell’album oppure la lunga “Madness Seems So Normal” che quasi chiude il cd, prima del semi-divertissement “Satan Has A Heart Of Gold”. Da provare se si vuole provare qualcosa di nuovo e con un pizzico di originalità che non guasta mai. Magari potreste trovarlo eccelso. O come me agli inizi, noioso ed anonimo.
Voto:6,5/10

Clair De Lune - Assisted Living


Deep Elm Records

Genere:Emo/Post-Hardcore/Indie/Post-Punk


Raccomandato Se Vi Piace:Desert City Soundtrack, Seven Storey Mountain, Red Animal War, Slowride


Dopo un album strepitoso come quel "Marionettes" che impressionò il pubblico e la critica, i Clair De Lune tornano con un nuovo album intitolato "Assisted Living" che conferma le loro capacità di band innovativa, che mischia nella propria musica l'emozionalità dell'emo, il nervosismo convulsivo del post-punk, la nevrosi del post-hardcore e la capacità più catchin' dell'indie. Meno passionali dei loro mentori Desert City Soundtrack ma egualmente incisivi, la band regala agli ascoltatori ottimi pezzi come "Killjoy", "Winning Over Grief And Sorrow", la melodia di "Black Heart Charades" e l'introspezione di "Criminal" e della titletrack. Un ottima band che si mostra sempre più matura, disco dopo disco.

Voto:7,5/10

giovedì 23 aprile 2009

Sondaggio pt.4

Con un emblematica immagine di un confronto tra una Sentinella (me) e Polaris (Polaris), si conclude in parità il sondaggio, con 8 voti a testa, seguiti a ruota da Light, che si conferma come il recensore metal per eccellenza.
Ma siccome non ci sto, in futuro rifaremo il sondaggio, mettendo soltanto a confronto noi due.
Perchè secondo me ha barato...
Nuovo sondaggio: quali generi musicali vorreste vedere recensiti di più?
Rispondete, rispondete, rispondete.

martedì 21 aprile 2009

Pop Unknown - If Arsenic Fails, Try Algebra

Deep Elm Records
Genere: Emo

Raccomandato Se Vi Piace: The White Octave, Christie Front Drive, The Gloria Records, Braid, The Promise Ring

Probabilmente uno dei classici senza tempo targati Deep Elm Records. I Pop Unknown, furono una delle molteplici band uscite sul mercato discografico, dopo lo scioglimento dei Mineral, seminale band (così lo spiego a quei due-tre folli che per qualche assurdo motivo si sono persi, uno dei più rappresentativi (ed a mio parere migliori) gruppi della scena emo di fine anni 90), che pur prendendo spunto dai lavori dei Sunny Day Real Estate, è riuscita ad avere un successo (postumo) di pubblico (di nicchia) invidiabile. Ora, la musica targata Pop Unknown è un pochino diversa: si tratta sempre di emo, ma siamo più su un territorio delicato, quello di band come Christie Front Drive, Braid o The Promise Ring, non eccessivamente malinconico e strappalacrime (complice comunque, un timbro di voce diverso (quello di Tim Lasater, a metà tra quello dei Benton Falls e quello dei Christie Front Drive) rispetto a quella lagnosa ma sublime di Christopher Simpson) ma più di stampo midwestern, che non avrebbe sfigurato su un etichetta come la Polyvinyl sul finire del ventesimo secolo. Parlarvi di una canzone in particolare è abbastanza complesso, dato che tutto il lavoro è decisamente ottimo su tutti i fronti: vi invito quindi, come sempre, a cercare di recuperare (in quale modo non importa, tanto alla fine scarichiamo tutti), questo “If Arsenic Fails, Try Algebra”, perché se non ne vale la pena per questo disco, direi allora di cambiare totalmente genere musicale.

Voto:9/10

sabato 18 aprile 2009

This Et Al - Sabbatical

Jealous Records
Genere: Indie/Post-Punk
Raccomandato Se Vi Piace: iForward Russia!, Shut Your Eyes And You’ll Burst Into Flames, Grammatics
Devo dire che conoscevo veramente poco o nulla di questi This Et Al, e questo singoletto con quattro pezzi, mi ha introdotto alla loro musica. Stiamo parlando di un indie rock molto british, cupo ed oscuro, sullo stile di iForward Russia! o Shut Your Eyes And You’ll Burst Into Flames (“Sabbatical”) che prende parecchio spunto anche dal post-hardcore indieggiante degli …And You Will Know Us By The Trail Of Dead (“Solemn As My Rifle”). Il disco, oltre ai due pezzi citati, contiene anche una versione remix di “The Loveliest Alarm”, ad opera di Yes Boss, ed un lungo inedito, intitolato “Monkeys Occasionally Fall From Trees”, dove si sente un po’ l’influenza di una band del calibro dei 65daysofstatic. Da provare, se siete degli indie kids in cerca di qualcosa di buono che richiede un ascolto veloce (badate bene, che non ho detto un ascolto e via).
Voto:7/10

Lawrence Letterday - Until This Girl Gets Home

Autoprodotto

Genere: Pop-Punk
Raccomandato Se Vi Piace: Count The Stars, Relient K, Fenix TX, The Starting Line, The F-Ups, Stars Don’t Fall, Melody Fall

Era da tanto tempo che non recensivo un album di mediocre pop-punk. E giustamente, sentendone la mancanza, mi sono sparato questo lavoro dei Lawrence Letterday. Beh, giustamente, mediocre è la definizione calzante per questo lavoro che cerca di farsi spazio in un mondo ormai saturo a livelli spropositati di band pop-punk. Mi spiace, ci vuole ben altro per provare a fare la differenza.
Voto:3,5/10

Sounds Like Violence - With Blood On My Hands

Deep Elm Records
Genere: Emo/Post-Hardcore/Indie

Raccomandato Se Vi Piace: Fire Divine, Clair De Lune, Red Animal War, Drive Like Jehu, Roadside Monument

Comincio questa recensione, chiedendo assolutamente scusa.Scusa ai Sounds Like Violence, che da sempre li ho mal giudicati, reputandoli il peggior gruppo di casa Deep Elm, senza approfondire di molto la loro conoscenza.Beh che dire? Ho toppato alla grande, merito anche di qualcuno che facendomi una capoccia così co’ sti svedesi, mi ha fatto venir voglia di sentirli bene e, successivamente, di apprezzarli grandemente.Il disco in questione, ovvero “With Blood On My Hands”, oltre ad avere una copertina veramente molto bella, è un ottimo lavoro, memore di un post-hardcore Deepelmiano, di marca Red Animal War e di uno stile emo che si ravvisa in alcune tracce (“The Greatest”, “Wrong”) di stampo Drive Like Jehu o Roadside Monument. L’album ha decisamente molti momenti brillanti, a partire dai due, papabili, singoloni come “Heartless Wreck” e “Glad I’m Losing You” per continuare a canzoni più emotive come “Longing For A Warm Embrace” oppure la già citata “The Greatest”. La peculiarità che cattura l’attenzione dell’ascoltatore, resta comunque la voce di Andreas Soderlund, passionale come poche, in grado sia di cantare in un modo così particolare, da travolgere l’ascoltatore con le sue parti quasi urlate, sguaiate ma allo stesso tempo, dannatamente emotive. Un album a cui dedicare molta attenzione, perché è possibile che col prossimo album, ce li troviamo su tutte le copertine di riviste come Kerrang. Io vi ho avvertito.
Voto:8,5/10

sabato 11 aprile 2009

MirrorMask

Genere: Dark-fantasy non propriamente detto*.

Neil Gaiman è uno scrittore controverso che, come spesso succede, o sia ama alla pazzia o si odia e ciò appariva chiaro sin dai tempi dello splendido Neverwhere, piccolo capolavoro così permeato di onirica follia, ma quando alla sua sceneggiatura si affiancano le scenografie di Dave McKean, (già insieme nella realizzazione del fumetto Sandman), a questo punto il risultato non può che essere all'altezza dei nomi che porta in ballo.
Un pò Alice nel Paese delle Meraviglie, un pò Storia Infinita, un pò film, un pò graphic novel, strana ed a tratti inquietante, quest'iridea ragnatela accuratamente intessuta di forme, colori, coincidenze, personaggi ed azioni, cangiante come la voce d'una sirena, dolcemente ammalia, irretisce ed annega.

voto complessivo: 8
*scenografia e fotografia: 9.5

BloodRayne

Genere: pseudo-horror vampiresco, videogiocoso.

Se la mediocrità potesse essere sceneggiata e successivamente portata sullo schermo, di certo il film in questione le renderebbe giustizia.
Temi scontati e soluzioni banali per un film che scorre, pressochè sempre a fatica, senza suscitare il benchè minimo interesse.

voto: 5

Latterman - No Matter Where We Go..!

Deep Elm Records
Genere: Emo-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Off With Their Heads, Dillinger Four, Small Arms Dealer, Young Livers

Ok, ok la smetto. Ma non c’è nulla da fare. I Latterman sono ormai uno dei miei gruppi preferiti di sempre e anche questo disco lo conferma. Stesso discorso del disco recensito qui sotto, ma arricchito di una produzione migliore e una splendida copertina: vogliamo parlare poi di un brano strepitoso come “This Project Is Stagnant (Get Out Of My Face)” e di un titolo assolutamente nerd come “Video Games And Fantasy Novels Are Fucking Awesome!”? Se volete ne parliamo pure, ma solo dopo che gli avrete dato un ascolto più che dovuto.
Voto:8/10

Latterman - Turn Up The Punk... We'll Be Singing

Deep Elm Records

Genere: Emo-Punk/Punk/Hardcore Melodico

Raccomandato Se Vi Piace: Off With Their Heads, Dillinger Four, Small Arms Dealer, Young Livers

Dopo un mesetto, torno a parlare dei Latterman, che ormai, chi mi conosce bene, sono diventati per me una sorta di droga. Il disco in questione è “Turn Up The Punk…We’ll Be Singing”, uscito inizialmente nel 2002 per la Traffic Violation Records, ristampato su cd nel 2005 dalla solita Deep Elm e su vinile, nel 2006, dalla Yo-Yo: si notano tutti i segni distintivi della band (molta melodia, canzoni quasi festaiole (“He’s A Good Sposato (I Love Ya Blue-Blue)”) e un attitudine punk presente in tutte le canzoni) a cui possiamo aggiungere, sicuramente una più acerba incisività e una violenza giovanile, presente in parecchi pezzi (“There’s Never A Reason To Not To Party”, “The Biggest Sausage Party Ever”, “There’s No Way “Punk Was Meant To Be Done” (You Clown Doctor)”). Con queste caratteristiche direi che un ascolto quasi imprescindibile per tutti gli amanti dell’emo-punk no?
Voto:7,5/10

venerdì 10 aprile 2009

Carly Comando - Everyday

Deep Elm Records
Più che una recensione questo è solo un invito a sentire questo brano al pianoforte di Carly Comando, edito in digital download dalla Deep Elm, e divenuto famoso (tanto da comparire in una puntata dei Simpson, tra l’altro) grazie al cortometraggio di Noah K. che trovate qui. Vale la pena.

Voto: NC

Emo Diaries Chapter 5: I Guess This Is Goodbye


Deep Elm Records

Nuova recensione e nuovo capitolo degli Emo Diaries (ma non preoccupatevi, questa è l’ultima recensione degli Emo Diaries, i prossimi li sfornerò un po’ per volta, come mi pare).Vediamo cosa ci riserva questo “I Guess This Is Goodbye”:

White OctaveLooking Past Sky: Cominciano i White Octave, una versione meno art rock e più classica dei Cursive (non a caso nel gruppo, c’è l’altra mente della band di Omaha, Steve Pedersen, membro anche di Criteria e Slowdown Virginia). Buona opener quindi.


SlowrideDaydreams Of A Future: emo-punk puro questo degli Slowride, band sottovalutata del roster Deep Elm. Tra echi di Jawbreaker e intensità punk alla Latterman, ecco a voi “Daydreams Of A Future”, la seconda traccia.

Reubens AccompliceYou Do It Awfully: Indie/College-Rock sullo stile Piebald/Limbeck, leggermente sbilenco e con una piccolissima spruzzatina di emo che non guasta mai. Convincenti.

The Walt Lariat – 6 AM In Cortona: Relax puro, ecco cos’è questa traccia: velata malinconia ed esplosioni emotive sono quello che ci vuole quando si è fan degli American Football.

Sunfactor – Frostbite: Emo-rock alla Benton Falls/Camber. Nulla di che.

Eniac – I’ll Never Get Home: Pacato e dolce emo-rock, tra la calma degli Starmarket e i passaggi più corposi tipici dei Race Car Riot. Peccato che esistano poche canzoni…

Benji – Interlude/All At Once: A metà tra i Merrick del precedente capitolo e i già citati Jawbreaker (o tanto per cambiare nome, vanno bene anche gli italiani Miles Apart), ecco questa bella e coinvolgente canzone a nome Benji: urlati di sottofondo come si deve e un bel ritmo a sostenere il tutto. Questo è proprio quello che ci vorrebbe sempre.
Kerith Ravine – Two Empty Bottles: Mi sentivo un pazzo a sentire un po’ dei Lovedrug in questa canzone, anche se è stata scritta un bel po’ di tempo prima della nascita della band. Ebbene due quarti del gruppo, dopo lo scioglimento della band, hanno formato proprio i Lovedrug. Che storia… Canzone pregevole dopotutto.

Cast Aside – Racecar Theory: Sentire un pezzo screamo su questa serie fa comunque il suo effetto. Screamo puro, doppia voce maschile e femminile, intenti ad urlare (la ragazza devo dire che se la cava decisamente meglio): ricordano parecchio i primi Circle Takes The Square. Da ascoltare assolutamente.

Billy – Accentuate: Quasi lo stesso dei Sunfactor, ma decisamente più convincenti della band sopraccitata, aggiungendo un tocco di emotività che non fa mai male a nessuno.

The Others – For Good: Emo al femminile, decisamente inferiore a band come Pohgoh e Rainer Maria, ma ancora terribilmente ascoltabili.

The End Of Julia – Landmine: Purtroppo, la band dal nome migliore, di solito fa tracce leggermente inconcludenti. Come questo emo-rock per cui i fan dei Pop Unknown potrebbero impazzire.

Sullo stesso livello (o lievemente inferiore) del precedente capitolo, “I Guess This Is Goodbye” convince grazie ai pezzi di Slowride, Kerith Ravine, Benji, Cast Aside ma soprattutto i sorprendenti The Walt Lariat. E’ ovvio che consiglio questo disco solo ai palati fini.

Voto:7,5/10

mercoledì 8 aprile 2009

Denti

Genere: se ti fa schifo vedere decapitazioni di genitali maschili allora presumo horror

Denti…
L’immaginario maschile vola tanto quanto quello odontoiatrico.
Un tema di cocente attualità dunque quello trattato da questo delicato film indipendente, un tema che riguarda tutti e che tutti può colpire: chi sarà il prossimo? Forse un ignaro studente, (che assomiglia a Nick Jonas guarda un po’), desideroso di purezza e redenzione, (vedi l’anello della castità), che poi tenta lo stupro per carenza di sollazzi?
O forse un viscido ed untuoso marpione che droga e induce alla copulazione una sacra vergine delle rocce? O magari il fratello rozzo, ribelle e tatuato che “io amo Dawn fin da quando avevo cinque anni”,(che poi con salute! Voglio dire, alla faccia che “ormai i ragazzi crescono troppo in fretta” e che “ai miei tempi era diverso” e che “quando c’era il Duce almeno i treni arrivavano in orario”)
O ancora il ginecologo che come prima visita, giacchè una ragazza potrebbe sentirsi intimorita o imbarazzata, le fa una bella sedutina di fisting, così, tanto per rompere il ghiaccio..
Morale: Ecco tutti uguali voi maschi, stronzi, allupati e senza cuore perciò preparatevi a perderlo tutto quanto..ciò che a voi sta più caro..


Frasi celebri:

“Ohh noooo la vagina dentata ESISTEEEEEEEEE!!” -il ginecologo su vagina dentata-

"Tranquilla tu non devi fare nulla, sarai ancora pura agli occhi di Dio" -il sosia di Nick Jonas su verginità-

martedì 7 aprile 2009

Authority


edito da Magic Press
Scrittore: Warren Ellis
Disegni: Brian Hitch

descrivere Authority è un'impresa e al tempo stesso una banalità, stiamo infatti parlando di un fumetto di supereroi che potrebbe a una prima occhiata essere tranquillamente catalogabile tra le infinite schiere di X-Men o vari altri supereroi DC e Marvel che infestano le fumetterie.
Invece no, sarà perchè la fantasia di Warren Ellis non ci permette di prendere sotto gamba ogni sua opera, sarà perchè la storia e il dinamismo sono così coinvolgenti e freschi da intrappolarci in ogni pagina e tavola disegnata con maestria da Brian Hitch. Sarà perchè Authority rappresenta l'essenza dei supereroi, entità che servono a proteggere la Terra.
Facciamo quindi conoscenza con Jenny Sparks, personaggio cardine dei 3 racconti dell'epoca Ellis, (poi sostituito in altri 3 racconti da Millar, altro astro totale di sceneggiatura) che rappresenta un po' le due facce della medaglia della leadership, essa è infatti dura ma al tempo stesso mostra le sue debolezze specie nel tiratissimo finale. Lei infatti impersonifica lo spirito del ventesimo secolo e porta sulle spalle incredibili responsabilità.
Abbiamo poi Jack Hawksmoor, lo spirito delle città, in grado di fare a pezzi i nemici con un solo pugno e di dialogare con le città.
Incontriamo poi Engineer, futuristica donna nella quale scorrono 9 pinte di macchinari liquidi, Doctor, sciamano olandese dai poteri mistici che riesce a far mutare la realtà. Fece scalpore poi la coppia di supereroi omosessuali Apollo e Midnighter che ci raccontano come l'amore sia possibile anche tra due supereroi uomini e ci regalano anche momenti di tenerezza. Chiude poi Swift, donna tibetana alata, a dire il vero forse un personaggio leggermente trascurato da Ellis.
Le storie sono lineari: 3 racconti di minaccie verso la Terra, d'apprima uno stato di terroristi che minaccia di distruggere 3 capitali mondiali, in seguito una civiltà aliena proveniente da una dimensione parallela e infine una colossale battaglia contro i precedenti padroni della Terra.
La scrittura, come già dicevo, propone dialoghi funzionali alla storia e molte battute ad effetto e ci fa scoprire piano piano i personaggi senza assolutamente addetrarsi in flashback sentimentali o altro. L'azione è protagonista e Hitch si supera in tavole panoramiche che vi catapulteranno nel mondo di Authority, la trama? Bè andatevelo a leggere, consiglio la versione Absolute, per evitarsi lo sbatti di racimolare tutti i volumetti ed avere tavole ancora più grosse da poter ammirare.
Un capolavoro di azione, semplice, lineare ma al tempo stesso innovativo. Authority è qui per comandare e le loro gesta meritano l'attenzione di tutti.

giovedì 2 aprile 2009

Emo Diaries Volume 4: An Ocean Of Doubt

Deep Elm Records
Oggi riflettevo sui sondaggi fatti precedentemente su questo sito e una cosa mi è balzata subito alla mente.
E’ da un botto che non parlo più della Deep Elm.
Detto fatto.
Parleremo di Deep Elm in questo post e più precisamente del quarto volume della migliore serie di compilation creata nella storia della musica, gli Emo Diaries, la serie che ha contribuito a presentare una scena che, prima dell’avvento di internet giaceva decisamente nell’ombra.
Perchè non del primo?
Il perchè lo ignoro, ma fa lo stesso, dato che anche questo quarto disco, possiede ottime canzoni.
Ma andiamo con ordine:
Fivespeed – What’s Our Dilemma: Promettente band post-hardcore/emo-core che dopo un ottimo debutto e un triplo split con Before Braille e Andherson, si è adagiata su un alternative rock che a dir la verità, devo ancora ascoltare bene. Intanto qui erano all’apice della loro creatività. Godeteveli
Red Animal War – Backbreaker: Non hanno bisogno di presentazioni. Assolutamente divini, con il loro post-hardcore venato di emo, sporco e storto. E questa non è nemmeno una delle migliori canzoni.
The John Doe Band – Supergirl: College-Rock svedese, che di scandinavo ha ben poco ma che invece prende in prestito qualche nozione sparsa da Jawbreaker, Quicksand e Seven Storey Mountain. Bella canzone, comunque.

Ed Matus’ Struggle – Distance: Band sconosciuta ed introvabile (sul web è rintracciabile forse lo split con i Floor, ma è difficile) ma a sentire il pezzo non è una gran perdita. Va già meglio con i pezzi inediti del Myspace.
Aina – Rolling Snowball: Deliziosa, la canzone degli spagnoli Aina, una sorta di emo-rock tra Last Days Of April e Surrounded.
Further Seems Forever – Vengeance: Nessuna presentazione nemmeno per i veri vip del disco: la band, capitanata dall’allora cantante Chris Carrabba (ex Strongarm ed ora volto e voce di Dashboard Confessional), tira fuori un pezzo tirato e melodico che non avrebbe assolutamente sfigurato su quel gioiellino chiamato “The Moon Is Down”.

Keystone Sinatra – Twenty1: Belli stonati ed emotivi, gli svedesi Keystone Sinatra ricordano abbastanza gli Psara (progetto parallelo, ormai defunto, di alcuni componenti dei Piebald)presenti nel terzo volume degli Emo Diaries. Uno dei punti di forza dell’intero lavoro.

The Movielife – Valens: I Movielife, abbastanza rozzi, prima del decadimento avvenuto sulla Drive-Thru. Provare per credere.

Spy Versus Spy – Set The Spokes Alight: Gruppo conosciuto da pochi estimatori, ma che avrebbe meritato una ben più grande esposizione mediatica. Pensate ai Boys Life che incontrano per strada i Get Up Kids periodo “Four Minute Mile”. Questo è ciò che ne uscirebbe fuori.

ODG – Corners: Passiamo oltre, dato che “Corners” degli spagnoli ODG non dice nulla.

Merrick – Milk And Lots More: Secondo me, il must have dell’intero cd: emo-punk al 100%, purissimo, caciarone ma allo stesso tempo emozionale/emozionante. Da sentire, e risentire, e risentire, e risentire…

Flux Capacitor – Sasshe: Post-rock inutilissimo. Per restare in tema Deep Elm, gli Appleseed Cast non vengono nemmeno chiamati in causa.
Detto questo, consiglio a tutti voi di dare un ascolto sia all’intero disco, sia ai vari myspace linkati, che infine, all’intera serie, che nessun amante dell’emo (e della buona musica), dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Voto:7,5/10

mercoledì 1 aprile 2009

Lavender Diamond - The Cavalry Of Light EP

Autoprodotto

Genere: Pop/Indie/Folk
Raccomandato Se Vi Piace: Meg Baird, My Brightest Diamond, Taken By Trees, The Tiny

Lavender Diamond è il nome di un quartetto pop proveniente da Los Angeles, capitanato dall’eterea voce di Becky Stark, che domina prepotentemente la scena in questo disco autoprodotto di soli quattro pezzi, intitolato “The Cavalry Of Light”. “You Broke My Heart”, il primo brano, è un tipico brano targato Lavender Diamond: strumentalmente semplicissimo (pianoforte, basso e batteria che non fanno nemmeno un solo virtuosismo) ma vocalmente avvincente. E’ questo il marchio di fabbrica della band, saper stupire con una semplicità di naif di fondo, che traspare sia dai testi che dai pezzi in generale. “Please” è un lentone piano e voce, delicato e notturno, “In Heaven There Is No Heat” ha molto del country e del folk (My Brightest Diamond docet) mentre la conclusiva e primaverile (non solo per il titolo) “Rise In The Springtime” ricorda molto da vicino i The Tiny, soprattutto per il tono di voce della Stark che assomiglia a quello di Ellekari Larsson. Quattro pezzi, per un assaggio di quello che potrete trovare nei lavori della band.
Voto:6/10