domenica 30 novembre 2008

Walls Of Jericho - Redemption


Trustkill Records

Tracklist:
1. Ember Drive
2. My Last Stand
3. No Saving Me
4. House of the Rising Sun
5. Addicted

Si è abituati ai Walls of Jericho come a una delle più incisive e aggressive band metalcore degli ultimi anni, saliti alla ribalta anche per la particolarità di avere una screamer femmina, Candace Kucsulain (che personalmente stimo profondamente, anche per le tonsille che si ritrova, non vogliatemene :°D), quindi può destabilizzare l'ascolto di questo EP, uscito lo scorso aprile e prodotto da Corey Taylor (Slipknot e Stone Sour, ma che ve lo dico a fà), che partecipa anche in tre pezzi (l'iniziale Ember Drive, My Last Stand, Addicted), perché le sonorità sono quanto di più lontano dallo stile dei nostri. Si tratta infatti di una manciata di pezzi acustici, in cui Candace dà sfoggio delle sue doti canore: la sua voce è profonda e tranquillizzante, a tratti riprende vagamente un po' dell'energia consueta, sposandosi perfettamente con le atmosfere del disco, malinconiche e decadenti. C'è spazio anche per una versione dell'ormai ipercoverizzata House Of The Rising Sun, che non perde nemmeno un attimo il suo fascino e che la fa collocare nella schiera delle mie cover preferite di sempre. La chiusura dell'EP è affidata ad Addicted, in cui Corey Taylor non si limita a comparire nei controcanti, ma ha delle strofe tutte sue, cosa che fa apprezzare il timbro della sua voce in ambiti più pacati rispetto ai suoi soliti.
Insomma, secondo me questo lavoro è una piccola sorpresa per i fan di vecchia data dei Walls Of Jericho e un piacevole modo, per quanto lontano dal loro sound abituale, per imparare a conoscere il talento di questa band, che stimo moltissimo.

voto: 8/10

Dream State - Something To Believe In

Autoprodotto

Genere: Pop-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Copeland, Maxeen, Something Corporate, Cool Hand Luke, Mae

Ok i Dream State hanno sinceramente un talento fuori dal comune. Ho recentemente trovato e ascoltato più e più volte questo loro primo lavoro intitolato “Something To Believe In” e l’ho trovato veramente delizioso. Una bravura che purtroppo dalle notizie che mi giungono direttamente dal gruppo (hanno appena finito di registrare il nuovo disco ma chiedono un aiuto ai fan di prestargli un po’ di soldi per poter pagare il produttore e poter distribuire il loro lavoro) non è presa assolutamente in considerazione dalla scena americana, dato che dopo due ottimi dischi (questo e il seguito che è “A Place To Rest My Head”) si trovano ancora senza etichetta. Sono cose che mi fanno girare le palle. Tornando al disco, questo è un ottimo esempio di pop-rock/nu-emo pianistico suonato come si deve, nessuna traccia è fuori posto qui: la voce femminile in “Something To Believe In” è relegata a fare da backing vocals in alcune tracce, al contrario del ruolo da protagonista che aveva nel successivo album, e tutto il lavoro risulta molto più rock del secondo. Si avvicinano terribilmente in territori sconfinati da gente del calibro di Mae, Something Corporate, Jack’s Mannequin e Cool Hand Luke ma lo fanno con notevole passione e grandissima qualità: alcune tracce (“Don’t Walk”) potrebbero tranquillamente essere delle grandissime b-sides di “Leaving Through The Window” mentre “Change”, potrebbe essere la traccia perfetta dei Mae meno eterei. Un cd veramente suonato come Cristo comanda. Solo questo ho da aggiungere.

Voto: 8,5/10

Twilight - il film


Titolo originale: Twilight
Genere: Romantico
Regia: Catherine Hardwicke
Durata: 120 min ca.
Interpreti Principali: Kristen Stewart, Robert Pattinson, Billy Burke, Peter Facinelli, Elizabeth Reaser, Nikki Reed, Ashley Green, Jackson Rathbone, Kellan Lutz.
______________________________________________
Ebbene sì. Penserete: "e che palle cò sto film di Twilight!". Ed è quello che penso anch'io, per questo ho deciso di raccontarvi la mia storia, come ad una specie di riunione di A.A., solo che invece noi siamo "i coglioni che hanno buttato sette euro per vedere un film del cazzo".

Il cinema della piccola città di provincia in cui vivo ha un bar annesso. Avendo finito le mie commissioni un'oretta e mezza prima dell'inizio dello spettacolo, vado lì, pago due euro una lattina di birra che sapeva di piscio, e mi siedo fuori a fumare una sigaretta contemplando la scena alla Super Quark che mi si presentava.
Neanche fossi ad un concerto, la gente arriva UN ORA PRIMA DELLO SPETTACOLO (e ripeto, vivo in provincia) a comprare i biglietti. Qualche minuto prima dell'ingresso si forma una calca allucinante, e delle imbecilli dietro di me pianificano catene umane e buffonate del genere.
Addirittura la gente corre per salire in sala, giuro, sono rimasta basita (anche perchè la sala alla fine è risultata comunque semivuota).
Mi siedo in un posto decente insieme alle mie amiche, e appena calano le luci la sala scoppia in un urlo da crisi ormonale. Idem quando entra in scena Robert Pattinson, il "bel tenebroso" della situazione, Edward Cullen, il vampiro romantico, strafigo e sessualmente represso. Tutti gli altri attori sono solo di contorno, la vera funzionalità del film è contemplare la figura (espressiva quanto l'ispettore Derrick) dell'idolo delle fangirls.
Insomma, dovrebbero distribuire gratuitamente il porto d'armi all'entrata.

Con il mio occhio da ragazza che è di certo troppo cresciuta per il fangirlismo (anche se purtroppo è una malattia che può colpire certi soggetti predisposti a qualunque età), ho trovato il film carino.
Non ho applaudito, non ho detto "waaaah è sTuPeNdO!!!11!!", ma l'ho trovato passabile.
La fotografia non è male, anche se a tratti è davvero da mal di testa (inquadrature "futuristiche" fallite), ho gradito particolarmente la scelta dei colori freddi e desaturati. Gli effetti speciali non sono il massimo ma comunque buoni, la colonna sonora a volte calza perfettamente (vedi: "Supermassive Blackhole" dei Muse nella scena del baseball).
Il film rovina totalmente il libro (si, l'ho letto): non approfondisce il carattere dei personaggi (che, ricordiamo, a parte Pattinson sono tutti irrilevanti), non rende la temporalità della storia, facendo sembrare tutto un delirio di una manica di imbecilli.
E, ahimè, ci sarà anche un sequel (speriamo non uno per ogni libro).

In conclusione direi che non ne vale la pena. Se proprio dovete, andateci nei giorni in cui si paga di meno (e portatevi il Valium se non volete avere ragazzine minorenni sulla coscienza), scaricatevelo o aspettate che esca da blockbuster. E' il classico filmetto di seconda categoria da guardare la domenica pomeriggio quando non si ha nulla da fare: piacevole per passare un pò di tempo, ma nulla di più. Un pò come guardare le repliche di Lizzie McGuire su Italia uno, il target è lo stesso.

voto: 5/10.

sabato 29 novembre 2008

Small Arms Dealer - A Single Unifying Theory

Deep Elm Records

Genere: Emo-Punk/Punk-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Latterman, Nothington, Young Livers, Hot Water Music

Escono su Deep Elm, ma presentano un suono No Idea decisamente edulcorato e capace di farsi amare alla follia, per chi con queste cose sporche, solari e a volte malinconiche, ci va a nozze. Esordiscono così gli Small Arms Dealer, band uscita per la label del North Carolina sulla scia dei Latterman, lanciati anch’essa dalla suddetta etichettal e fautori di uno stile pressoché simile a quello dei creatori di “A Single Unifying Theory”: il disco, nel suo piccolo è una piccola gemma di punk-rock melodico, capace di stupire con canzoni del calibro dell’opener “A Fire In The Mine” (con un gran bel testo), “Tonight…On A Very Special Episode” e “Scumbagsville, CT” e con titoli così nerd che il fan Marvel che è in me non può non amare (“Galactus: Devourer Of Worlds” è la punta dell’iceberg, seguito da “What Would Bruce Campbell Do?”).Si vede che non sapevo cosa scrivere?
Voto:7/10

venerdì 28 novembre 2008

Thomas Pynchon - V. / Thrice - Vheissu



Island Records

Tracklist:
01. Image of the Invisible
02. Between the End and Where We Lie

03. The Earth Will Shake

04. Atlantic

05. For Miles

06. Hold Fast Hope

07. Music Box
08. Like Moths to Flame

09. Of Dust and Nations

10. Stand and Feel Your Worth

11. Red Sky


Perchè.
C'è da chiedersi perchè mi sia decisa a fare la recensione di un libro che ho molto apprezzato, ma ancora non compreso appieno (dovrò rileggerlo un'altra volta, ma lo farò con un godimento pressochè prossimo all'infinito), insieme alla recensione di un album che trovo tra i fondamentali del mio archivio musicale, e di cui, anche di questo, mi sfugge un significato globale.
Diciamo che la risposta viene, in un certo qualmodo, da Dustin Kensrue stesso.
Il cantante e chitarrista dei Thrice, sì.
Che ha letto V. e ne è rimasto talmente affascinato da proporne la lettura anche ai suoi bandmates (Teppei Teranishi, Eddie e Riley Breckenridge), e da intitolare il loro album capolavoro (secondo me è il più bello e complesso di tutti, persino della tetralogia sugli elementi, che oh! devo ancora recensire :°D sono mesi che la programmo, ma ancora giace nel dimenticatorio del mio cervello. Chiedo venia) come l'immaginaria terra raccontata con aura di mistero, Vheissu, appunto, in più d'una delle parti del romanzo.
Romanzo complesso, appunto. come complessa e laboriosa è la ricerca di Stencil, uno dei protagonisti, se non IL protagonista, del significato di V.
Cos'è? Chi è? Cosa rappresenta?
"V. è un'entità misteriosa, forse è il principio stesso della femminilità; V.assume molteplici aspetti e sembianze, e sfugge a ogni precisa identificazione. V. è di volta in volta la dea Venere e il pianeta Venere, la Vergine, la città della Valletta a Malta, il Venezuela, l'immaginaria terra di Vheissu. E V. è anche molte donne: Vittoria, Veronica, Violet... V. è un enciclopedico, labirintico, ambizioso, infinito e corrosivo gioco di specchi."
Questo è scritto nel retro di copertina, e ho creduto doveroso riportarlo, in quanto è l'unico modo abbastanza breve in cui si possa descrivere questo romanzo assolutamente unico nel suo genere. Thomas Pynchon, beh, credo quasi di poter dire che sia una specie di genio. Si sposta come un funambolo da una situazione all'altra, da un lasso temporale all'altro, dall'America, all'Africa, a Firenze, fino a Malta, fulcro, forse, geografico dell'intero romanzo, là dove si tirano le fila della questione, dove la verità (e forse è proprio questo il significato di V.: la ricerca della Verità) viene, in un qualche modo, a galla. È tremendamente difficile come lettura, ma credo ne sia valsa la pena, e credo ne varrà ancora di più nel momento in cui lo riprenderò in mano e lo leggerò con più attenzione, perché sono rimasta completamente affascinata dalla sua incomprensibilità.
Altrettanto visionario e criptico è Vheissu, l'album dei Thrice, uscito nel 2005 sotto la Island Records. Musicalmente, i nostri hanno fatto un salto clamoroso da The Artist In The Ambulance, abbandonando quasi del tutto le sonorità puramente post-hardcore degli inizi (che si sentono pienamente in un pezzo come Hold Fast Hope), dando vita a quello che qualcuno ha definito un "post-hardcore intelligente", ossia coadiuvato da pesanti sperimentazioni in bilico tra il trip hop e l'acustico, con inserti di pura meraviglia (il carillon che introduce a Music Box, inquietante e affascinante allo stesso tempo, per fare un esempio). Numerosi gli interventi di strumenti estranei alla classica formazione chitarre-basso-batteria: pianoforte, Fender Rhodes, archi, passaggi elettronici, e a fare da cornice al tutto, testi visionari, spesso a tematica biblica, o comunque astratta. È un piacere ascoltarlo da cima a fondo, cogliendone ogni minima sfumatura sonora (tanto per fare un esempio: parlando del loro album precedente, The Artist In The Ambulance, rimane subito ben impresso uno dei singoli, Stare At The Sun. Sembra un pezzo come tanti altri del genere, energico, con un ritornello trascinante, una cosa semplice, insomma. E invece, se si ascolta attentamente, si sentono sfumature complesse sia nelle parti di basso che nella chitarra di Teppei Teranishi. È praticamente impossibile da riproporre come cover convincente, a meno di non essere musicisti coi controcazzi, secondo me.), ogni passaggio, e tutto torna, tutto si incastra perfettamente al suo posto, con la disinvoltura di una cosa semplice. Ma la musica dei Thrice non lo è, non lo è mai stata, e mai lo sarà. Non appassiona al primo ascolto, ma incuriosisce, e spinge a essere riascoltata più e più volte, finchè non si rimane ipnotizzati dalla ritmica, dalle chitarre, e anche dalla voce di Dustin Kensrue, capace di passare dallo scream al sussurro in un battito di ciglia.
Poi, vi do un consiglio, anche se in una recensione non dovrebbero esserci questi consigli da nonnina che la sa lunga: ovviamente dovrò capire dove e come, in che ordine mettere le canzoni per poterlo rifare ancora, ma ho provato ad ascoltare Vheissu mentre leggevo V. E il risultato è stato stupefacente: sarebbe stata la colonna sonora perfetta, credetemi. Se volete provare a leggere questo libro, e a conoscere questo gruppo, tentate questo esperimento, perchè ne vale seriamente la pena.

voto (anzi, votI)
Vheissu: 10/10 (niente da dire. non gli trovo un solo difetto.)
V.: 8/10 (ovviamente devo rileggerlo, ma l'ho comunque trovato pazzesco.)

giovedì 27 novembre 2008

Vitruvian - Gnosis And Sophia


Autoprodotto

Genere: Alternative/Emo-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Matchbook Romance, 30 Seconds To Mars, My Chemical Romance, Three Days Grace

A parte il nome e il titolo dell’album, che evocano atmosfere concettuali, questo cd invece riflette più o meno l’atmosfera che si respira negli USA. I Vitruvian erano (sì perché, guarda caso, si sono sciolti)un ottima band underground capace di assimilare influenze da tutte le band “emo” (il virgolettato è d’obbligo) mainstream, come Matchbook Romance e My Chemical Romance e completare il loro suono con una buona annaffiata di alternative rock alla 30 Seconds To Mars o Three Days Grace: il loro “Gnosis And Sophia” risulta quanto meno abbastanza originale, nel suo suono trito e ritrito, e soprattutto, è un lavoro ben composto, ben prodotto, dove più di una canzone rimane in testa al primo ascolto (“I’ll Be The Anchor”,”It Takes A Spark”, “Burn Your Ships”). Se volete spulciare la rete alla ricerca di un cd molto carino ma allo stesso tempo, che non aggiunge nulla alla crescita musicale del genere, siete liberi di farlo.

Voto:7,5/10

lunedì 24 novembre 2008

The Magic Lantern - The Magic Lantern

Burnt Toast Vinyl

Genere: Post-Rock/Psychedelic

Raccomandato Se Vi Piace: Aughra, Mosh Patrol, Questions In Dialect

Che io faccia recensioni di roba cui la maggior parte della gente non presta particolare attenzione, è indubbio.Che però recensisca alcune perle che sono lasciate a prendere aria senza motivo e dovrebbero godere di una, quantomeno meritata, considerazione è soggettivo ma in un certo senso indubbio anch’esso.
I The Magic Lantern, svedesi di Umea, corrispondono alle caratteristiche di quanto scritto sopra.Sono sconosciuti, fanno un genere che i quattro quarti delle persone considerano inutile e pesante (il post-rock ambientale, pieno di rimandi ad atmosfere notturne e quasi cinematografiche) e lo fanno in modo particolarmente convincente. Due soli pezzi, il primo da 12 minuti, “In the Wet Morning Dew with Bare Feet and an Open Palm” il migliore dell’intero lotto e il secondo “Stories to Be Told in A Cabin by the Lake” da 8 minuti. Pezzi che comunque fanno una gran bella figura, anche nel vasto catalogo della Burnt Toast Vinyl, che come al solito si conferma un valido punto d’appoggio per chi ama questa musica.

Voto:7/10

domenica 23 novembre 2008

The Draft - The Draft EP

Epitaph
Genere: Emo-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Hot Water Music, Young Livers, Off With Their Heads, Nothington, Leatherface, The Gaslight Anthem

Dei The Draft penso ne avrete già sentito parlare: per chi non avesse sentito nulla , stiamo parlando degli Hot Water Music che con l’addio del chitarrista Chuck Ragan hanno soltanto cambiato nome e preso un altro membro nel gruppo. La band quindi decide di cavalcare l’onda di questo rinnovato “successo” e mette a disposizione sul sito della Epitaph questo EP digitale, composto di quattro tracce, che risultano tutto sommato molto interessanti. “Devil In The Shade” è la vera perla del gruppo, prendendo tutto ciò di buono fatto dagli Hot Water Music da “Caution” in poi rendendolo malinconico al punto giusto, “Na Na Na” sta sullo stesso piano del loro debutto così come anche le restanti “Stop Wasting My Time” (un po’ anonima a dire il vero) e la buonissima “Up All Night”. Per chi ha già provato il genere e vuole sentire qualche buona canzone. Posso quasi affermare che The Draft è sinonimo di sicurezza, ma di questi tempi, mai tentare il fato…

Voto:7/10

Art is Hard.

Benvenuti a questo nuovo blog, dedicato soprattutto a recensioni di carattere musicale (ma che non disdegnerà alcune incursioni in campo sia cinematografico che librario/fumettistico nonchè anche in quello artistico a tutto tondo).
Spero che avremo un buon riscontro per poter continuare questa nuova esperienza.

Valerio.