giovedì 30 luglio 2009

Minus The Bear - Interpretaciones Del Oso

Suicide Squeeze“Interpretaciones Del Oso” non è un disco dei Minus The Bear; è in realtà il disco di remix di vari artisti di “Menos El Oso” dei Minus The Bear. Ecco quindi che nel disco spuntano collaborazioni più o meno celebri: si parte da Dalek terminando al remix di Morgan dei Blood Brothers (molto bella ed atmosferica, la conclusiva “The Pig War”), passando poi per il remix di Tyondai Braxton dei Battles, il quale ci mette del suo, buttandoci dentro elementi math degni del proprio gruppo ed infine per il remix di Jason Clark dei Pretty Girls Make Graves della canzone “El Torrente”. In quanto disco di remix (peraltro la maggior parte lodevoli e godibili dall’inizio alla fine)tenderei a consigliare il lavoro ai soli fan, oppure a qualcuno che voglia immergersi nell’elettronica di influenza math.

Voto:6,5/10

The Snake The Cross The Crown - Cotton Teeth

Equal Vision Records
Genere: Folk/Americana
Raccomandato Se Vi Piace: Dear And The Headlights, Murder By Death, As Tall As Lions, Manchester Orchestra

Dopo la recensione di Dear And The Headlights, ora tocca ad un altro gruppo folk della Equal Vision, passare qui per The Guilty Agenda. Si tratta dei The Snake, The Cross, The Crown (che non è altro che un rimando al logo dell’italiana Alfa Romeo), gruppo dal monicker sublime, ma dalla musica noiosa. Parecchio noiosa.Intendiamoci, “Cotton Teeth” preso a piccolissime dosi (tipo, 2 canzoni, massimo 3, a botta) è un buon disco di folk americano, di quello che ora sta spopolando nella scena indie/”emo” (dato che molti artisti con questa etichetta si riciclano poi con questa musica, alcuni con ottimi risultati, come Frank Turner e City And Colour): basta prendere canzoni come “Behold The River”, la ritmata (forse l’unica del disco) “Back To The Helicopter” oppure “The Great American Smokeout”.Ecco sentitele…Penso converrete con me, che sono effettivamente delle buone canzoni ma alla domanda “Vuoi continuare ad ascoltare i The Snake, The Cross, The Crown?” la risposta sarà (credo) unanimemente no. Non so se dirvi che “Cotton Teeth” sia un disco ridondante o pedissequo od addirittura pedantesco, ma di sicuro posso affermare che non è semplice stare dietro con estrema attenzione ad un disco come questo. Garantito.
Voto:5,5/10

mercoledì 29 luglio 2009

Chuck Ragan - Do You Pray?/Congratulations Joe

No Idea Records
Genere: Cantautorato/Folk

Raccomandato Se Vi Piace: Tim Barry, Rumbleseat, Austin Lucas

Se c’è qualcosa che mi mette proprio il buonumore, questo è sicuramente Chuck Ragan. Ennesimo singoletto, ed ennesimo colpaccio da parte dell’ex chitarrista degli Hot Water Music: “Do You Pray?” ha l’allegria malinconica del folk dalla sua mentre invece “Congratulations Joe” è un semplice ma toccante omaggio al padre dell’artista. Come sempre, recensione breve = recensione finita.
Voto:7/10

Wolf & Cub - Vessels

4AD
Genere: Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Wolfmother, The Mess Holes, The Drones, Jane’s Addiction

Due domande balzeranno alla vostra mente.La prima è: che fine avete fatto? Siete morti? Due settimane per una recensione?La risposta è che, io fino alla fine di agosto non sarò eccessivamente presente sul sito, però cercherò di non far sentire parecchio la mia mancanza e posterò, a volte di più, a volte di meno, delle recensioni.La seconda è: che cavolo fanno i Wolf & Cub?La risposta è: me lo chiedo anche io.Nel senso, che senso ha scimmiottare i Wolfmother, o qualunque altro gruppo australiano (dato che dai Silverchair ai Silversun Pickups, la fantasia regna sovrana, e non è un caso che ho postato questi due monicker) che si rifà alle sonorità un po’ psichedeliche e hard rock anni 70, se poi tiri fuori un disco noioso come questo “Vessels” dove addirittura i pezzi in alcune occasioni, travalicano la linea standard dei quattro minuti di formato canzone, fino ad arrivare ai sette minuti e ventisette di “Kingdom”, dove l’idea di temperarmi il cervello, è risultata di gran lunga gradevole, rispetto all’ascolto di questo disco?Perché fare una cosa del genere?Perché?Boh, io non comprendo, e vado oltre.

Voto:4/10

mercoledì 15 luglio 2009

Jesu - Conqueror

Hydra Head
Genere: Post-Rock/Doom/Industrial/Shoegaze

Raccomandato Se Vi Piace: Godflesh, Isis, Battle Of Mice, Envy
Gli Jesu, il progetto di Justin Broadrick, batterista dei Godflesh, ha preso una decisiva piega melodica nell’EP “Silver”, ma soprattuttto in questo “Conqueror”. Partendo dal doom lento e cadenzato, a tratti industrial, del primo lavoro omonimo, in “Conqueror” si aggiunge al tutto, un mood shoegaze discretamente diffuso in tutto il disco,concedendo al suono complessivo, un piglio post-rock che rende l’album più fruibile di quelli precedenti. Basta prendere la titletrack oppure “Weightless And Horizontal” per comprendere al meglio quest’evoluzione, che li porta ad essere una sorta di My Bloody Valentine, pesanti, claustrofobici e dolcissimi al tempo stesso. Un disco da ascoltare prima e possibilmente da avere, per tutti che vi professate fan della musica originale.
Voto:8/10

martedì 14 luglio 2009

Maylene And The Sons Of Disaster - II

Ferret Records
Genere: Rock/Metalcore

Raccomandato Se Vi Piace: Everytime I Die, He Is Legends, Memphis May Fire

“II” è decisamente il disco più ignorante che io abbia ascoltato negli ultimi mesi. C’è tutto: riffoni sudisti, voce a metà tra il gracchiato e un urlato più che accettabile, addirittura ballatone che più americane non si può (“Tales Of The Runaways”). Se il precedente progetto di Dallas Taylor, gli Underoath sono, tuttora, una delle realtà più interessanti nel panorama screamo-pop/metalcore mondiale, nonché band di notevole successo, i Maylene And The Sons Of Disaster sono nati decisamente sotto una buona stella che, li ha fatti partire col botto e li sta facendo continuare ancora meglio (vedi “III”, nuovo album uscito da pochissimi giorni). E sarebbe sbagliato non valutare positivamente brani come “Darkest Of Kin”, la devastante “Plenty Strong And Plenty Wrong” e l’azzeccatissima “Dry The River”? (Mia personale risposta: sì). Io dico che un ascolto lo si potrebbe regalare ai Maylene And The Sons Of Disaster: se non altro perché almeno è musica decisamente originale.
Voto:7,5/10

sabato 11 luglio 2009

Clip of the day - Mastodon: Oblivion



Veramente pochi gruppi possono vantare un curriculum come quello dei Mastodon, 4 album uno migliore dell'altro (di cui l'ultimo "Crack The Skye", album dal quale è tratto questo video), concerti live in cui hanno fatto d'apertura per i migliori gruppi (Metallica in primis) e se in giro per suonare da headliner, consegnano ai posteri prestazioni forse piuttosto statiche ma memorabili; insomma, se attualmente c'è un gruppo definibile "perfetto" questo potrebbe essere solo questo quartetto americano in cui tecnica, songwriting e passione la fanno da padroni.
Da quando col precedente "blood mountain" i 4 di Atlanta sono approdati alla warner bros, il budget a loro disposizione è senz'altro decuplicato ma questo non ha dato alla testa al gruppo che anzi ha incrementato ancora la qualità dei propri brani.
In questa clip possiamo ammirare e ascoltare l'opener dell'ultimo album, Crack the Skye, una traccia lenta, dal carattere anthemico con certi richiami etnici orientaleggianti, un testo tutto da leggere e un gusto per gli arrangiamenti e la composizione veramente con pochi rivali.
Il video è straordinariamente pieno di effetti, non pacchiani, ma molto gradevoli da vedere, un ottimo video che accompagna la canzone più che dignitosamente, insomma tirando le somme, qualcuno al giorno d'oggi che fa le cose fatte bene c'è, e questi sono i Mastodon. Da scoprire e se li conoscete già, diffondetene la musica.

Voto musica: 9,0
Voto video: 7,5

venerdì 10 luglio 2009

Chow Nasty - Ungawa EP

Red Eye Music Distribution
Genere: Rock
Raccomandato Se Vi Piace: The Dirtbombs, Pussy Galore, Jon Spencer Blues Explosion, Basement Jaxxx

Probabile che io sarò scemo, ma comincio a fare la conoscenza di questo terzetto, da questo introvabile EP, che contiene la titletrack, quattro diversi remix (divertente solo quello denominato Armani XXXchange) ed altre canzoni. Il risultato è un gruppo che si crede divertente ma non lo è. Che suona musica come quella dei Jon Spencer Blues Explosion o dei Pussy Galore, con nessun appeal. Che insomma, crea un brutto EP e vuole spacciarlo per bella musica.

Voto:3/10

mercoledì 8 luglio 2009

Do Make Say Think - You, You're A History In The Rust

Constellation
Genere: Post-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Godspeed You! Black Emperor, A Silver Mt.Zion, Six By Seven, Foxhole, Tortoise
Il post-rock o lo si ama alla follia, o lo si odia, portando i detrattori a considerare sempre le solite tre caratteristiche: troppo lento, non c’è il cantato, troppo cervellotico. I Do Make Say Think, dopo 5 dischi, si possono considerare dei veri e propri maestri del post-rock ma, allo stesso tempo, superano la concezione di quest’ultimo, portando un’innovativa vena anarchica nei loro pezzi. Ed è così che i brani molte volte, sono spezzettati ma lineari, pomposi ma allo stesso tempo delicati, barocchi ma allo stesso tempo classici (addirittura in “A With Living” si scorge un timido cantato), sono post-rock ma nel medesimo istante sono la cosa più lontana da quel genere. “You, You’re A History In The Rust” è un disco da ascoltare più volte, superando lo scoglio del primo impatto freddo e distaccato, quasi analitico, di ogni loro brano, in cui si può riconoscere qua e là la mano di influenze di artisti eccellenti (Tortoise, Mogwai, Godspeed You! Black Emperor). Io ve l’ho detto, ma ricordate la prima frase di questa recensione. O si ama, o lo si odia…
Voto:7,5/10

Clip of the day: Bloc Party - Hunting for witches



già recensito a suo tempo dal buon Valerio qui, direttamente dall'album "A weekend in the city", ecco la clip di "Hunting For Witches" uno dei singoli che hanno fatto la fortuna dei Bloc Party, oltre a Helicopther e I still Remember. Si tratta di hit incisive ma non così "radiofoniche" come ci si aspetterebbe, infatti i Bloc Party pur essendo dinamici in queste tracce non suonano mai cafoni o fin troppo patinati come le dure leggi del mercato vorrebbero.
La canzone è quanto di più semplice si possa udire, la ritmica iniziale così come il riff di chitarra vengono portati avanti per più di metà canzone ma è proprio da metà in poi che i nostri raggiungono il climax grazie a un refrain e a una ritmica più "spedita" che porta la traccia a livelli stratosferici e il tutto in meno di 4 minuti!
Certo, forse l'originalità della clip è messa in seria discussione purtroppo, in quanto non succede nulla e si vedono solo i membri del gruppo suonare senza nemmeno sprecarsi in mosse alla Fallout Boy e purtroppo il taglio cinematografico non fa impennare la direzione del video agli stessi livelli della musica, forse un po' di impegno in più non sarebbe certo guastato (difatti in I Still Remember la musica veniva accompagnata da una clip da urlo).

Voto Musica: 8,0
Voto video: 5,0

martedì 7 luglio 2009

The White Barons - Up All Night With

Gearhead Records
Genere: Punk
Raccomandato Se Vi Piace: The Distillers, X, Tilt, Fabolous Disaster, The Misfits

Punk rock al fulmicotone. E’ questo ciò che suonano questi The White Barons, capitanati dalla frontman Eva Von Slut (un nome, un programma, e vi prego, NON guardate le sue foto), con un tono di voce a metà tra la Exene Cervenka più cattiva e la Cinder Block più grintoso e una band di contorno che sa decisamente il fatto loro (non a caso, uno dei membri proviene dai Time In Malta, band della Equal Vision, dimenticata troppo velocemente) e che assalta l’ascoltatore con assoli e attacchi punk’n’roll, degni dei The Distillers o se vogliamo tornare indietro, dei Misfits. Un disco che potrebbe far gola ai tanti fan di punk al femminile, orfani di Distillers, Tilt e quant’altro.
Voto:6,5/10

venerdì 3 luglio 2009

Recensione "House Of 9"



Con la merdosa ascesa di Grandi Fratelli, Isole dei Famosi e altre stronzate dei piccoli schermi, come poteva il cinema rimanere inerme?
E quindi tac, ecco un altro film europeo che ha come soggetto un reality show.
Nove inetti di estrazione sociale di ogni tipo (una tossica, un prete, un poliziotto, un rapper in erba e altri falliti) si ritrovano in una grande casa vuota dopo essere stati sedati (mah, mi ricorda qualcosa...). Parte un messaggio registrato che dice che ne rimarrà soltanto uno (sempre più originale!), e chi rimane vivo per ultimo si becca una cosa come cinque milioni di sterline o euro o dollari, non mi ricordo.
Il peggio è che si cerca anche di portare alla luce temi sociali tramite i rapporti dei mitici nove, analizzando le eventuali differenze sociali tra i personaggi, e lo si fa con una capacità tale che il Mago Gabriel non saprebbe fare di meglio! Oh certo, il tutto condito da una alquanto dubbia recitazione! Un incrocio europeo mal riuscito tra My Little Eye e Saw II. Capisci dopo sei minuti che hai già visto qualcosa di (troppo) simile, e procedi a guardare il film per inerzia, giusto perchè ormai hai iniziato...

Worst Squallid Moments:
ce ne sono un sacco, tra cui la prima morte del film e il modo in cui avviene;
il tentativo di moralization sul fatto che tutti ricorrono all'alcool quando si manifestano dei problemi, mostrando però come riesce in qualche modo a unire tutti (in più la canzone sotto fa sembrare tutto uno squallido videoclip);
la traduzione in italiano del pezzo del rapper nero.
Una cosa abominevole.

"[...] Io faccio fuori gli sbirri inermi,
sono la rabbia e mi chiamo Al B
e se vinco io mi vedrai in giro con l'Audi TT,
devi uscire con la pistola,
questa è la via ed è la sola [...]"


Voto: 2.5/10
Lo stesso sprecar parole per tale film è un'inutilità estrema, ma siccome sono un personaggio alquanto inutile, tutto ciò è pane per i miei stanchi denti.

Clip of the day - Clap Your Hands Say Yeah!: Is This Love?



Quando la genialità della musica si sposa con un'ottima fattura del video non si può far altro che essere entusiasti, ed è per questo che anzichè tediare con lungaggini e parole invito tutti a vedere e sentire questa clip dei Clap Your Hands Say Yeah! gruppo inglese dedito a un indie particolare, a partire dalla voce stonata del cantante fino alle scelte stilistiche di arrangiamento. Il video è stato commissionato a una scuola italiana e il concept è assolutamente geniale, così come la fotografia, da urlo, e le tecniche di ripresa non fanno altro che accompagnare, nel migliore dei modi possibili, una delle canzoni migliori del debut di questi pazzoidi inglesi. Da vedere!

Voto musica: 8.0
Voto video: 8,5

giovedì 2 luglio 2009

Bright Eyes - Four Winds EP

Saddle Creek
Genere: Folk/Country/Acoustic
Raccomandato Se Vi Piace: Conor Oberst And The Mystic Valley, Neva Dinova, Damien Jurado

Devo ammettere che Bright Eyes è uno dei miei artisti preferiti di sempre ma che, dall’uscita di “Digital Ash In A Digital Urn” non è che io lo abbia considerato parecchio, lo ammetto. Però ecco, a cominciare da questo “Four Winds” mi sono deciso a colmare questa lacuna (tenendo conto, che prendo in considerazione qualunque cosa mi passi per mano, perché non dovrei ascoltare decentemente il caro Conor Oberst?) e devo dire che finora ho sempre sbagliato. Sì, è vero, i lavori di Oberst, li adoro quando sono totalmente emo oriented (primo Bright Eyes, Commander Venus, Desaparecidos, collaborazioni con Her Space Holiday), ma con il classico suono americano, ricercato e mai banale, il ragazzo ci sa decisamente fare. In questo EP di sei pezzi, non c’è un singolo pezzo che si ripeta, non c’è la minima possibilità che l’attenzione cali (magari un pochino nella lenta ballata “Smoke Without Fire” è possibile) e non c’è nemmeno la convinzione che Oberst si fossilizzi su un singolo genere (si passa infatti dalla spensieratezza country folk di “Four Winds” al blues quasi burlesque di “Cartoon Blues” per finire alla ballatona indie-pop di “Tourist Trap”): in poche parole, questo è un disco da non perdere. E Bright Eyes continua a non sbagliare un uscita…
Voto:8/10

Clip of the day - Forward Russia!: Nine



Mah che dire, d'estate mi ritorna sempre voglia di ascoltare indie rock non so come mai, forse la considero musica estiva. sta di fatto che ho recentemente ripreso in mano il primo album dei Forward Russia! intitolato "Give Me a Wall" solo per constatare quanto dannatamente sia ben fatto e fuori dai soliti schemi di quell' "indie" modaiolo che va per la maggiore da una manciata di anni.
Il songwriting è dannatamente fresco e ispirato, i ritornelli sono tutto fuorchè allegri ma allo stesso tempo orecchiabili, e i cambi di ritmo e genere sono così ben integrati da non accorgersene nemmeno. In questo video troviamo poche soluzioni innovative, lo schermo è diviso in quadrati in cui vediamo il quintetto esibirsi, niente di geniale, ma è fatto bene quanto basta per presentare con dignità una musica di qualità decisamente superiore.

Voto musica: 7,5
Voto video: 6,0

mercoledì 1 luglio 2009

Various Artists - Harder They Fall: A Tribute To Integrity

Escapist Records

Gli Integrity sono stati uno dei gruppi baluardo della scena metalcore, i primi assieme ad Earth Crisis, Snapcase e Ringworm a fondere tematiche, pesantezza e vocalizzi hardcore in un contesto metal/thrash: ecco perché, nel 2007 la neonata Escapist Records, tenta di omaggiare un gruppo, che anche se non ha ricevuto l’attenzione di band come Hatebreed, si merita un bel cd di tributo. Peccato che il cd tributo in questione, sia un tentativo decisamente mal riuscito di emulare la band principale proponendo i pezzi tali e quali: a nulla servono i contributi di band e artisti come Rise And Fall, xEyeOfJudgementx, Damien Done (una sorta di cantautorato acustico oscuro e malato, devo approfondire assolutamente), Daymares, Alcatraz e Dance Floor Justice, i quali non riescono purtroppo a salvare assolutamente un brutto disco di “non”cover.
Voto:4/10

White Octave - Style No.6312

Deep Elm Records

Genere: Emo/Indie
Raccomandato Se Vi Piace: Cursive, Settlefish,

Non so quanto abbia giovato alla carriera di Stephen Pedersen, mollare i Cursive poco prima di “Domestica”. Forse, con lui al suo interno, la band di Tim Kasher non avrebbe saputo creare un album come quello. O forse, noi ascoltatori di un emo di fine anni 90, non avremmo potuto ascoltare e goderci una piccola gemma come questo “Style No.6312”. E’ questo che è il debutto degli White Octave, band composta anche da futuri membri di The Nein e Criteria: una piccola gemma che risplende di una luce che, anche se non brilla forte come altri lavori usciti nello stesso periodo (basti pensare al solo “Domestica” o anche “Fighting Starlight” dei Benton Falls), si merita comunque uno spazietto d’ascolto per chi va matto per il genere. L’inizio è dei migliori con una specie di lo-fi emo, con tanto di chitarra acustica sghemba di “Appeals For Insertion” e prosegue in maniera impeccabile con le lente “Style No. 6312” e “Call The Kiss”, la ritmata (sulla scia dei Cursive) “Adult Entertainment” e le due strumentali “Etc.” e “Piss And Vinegar”. Un disco poco considerato, sia all’epoca che tuttora, ma che, anche se un po’ clone dei Cursive, se gli si prestasse la giusta attenzione, potrebbe appagare per una buona mezzora.

Voto:6,5/10