sabato 31 gennaio 2009

Endwell - Homeland Insecurities

Victory Records

Genere: Screamo-pop/Hardcore

Raccomandato Se Vi Piace: Ligeia, It Prevails, Four Letter Lie, Our Last Night

Mi prendo una sana pausa dal tour BVOODAL (che finirà almeno per ora con la prossima recensione), per parlare di un po’ di musica poserona. Ogni tanto questa roba fa bene ascoltarla, perché magari nell’immondizia qualcosa di buono si può trovare. E qua gli Endwell cominciano pure decisamente bene, tirando fuori un’apertura di cd promettentissima (“The End”) potente e violenta, sembrano gli It Prevails; purtroppo poi entra in gioco il fattore voce melodica, che rovina tutto quanto. Come già successo per i colleghi Four Letter Lie (il cui cd “Let Your Body Take Over” era fatto decisamente male), anche i poveri (e giovanissimi, dato che all’uscita di questo cd, tutti i membri della band erano sotto i 20 anni) Endwell il loro “Homeland Insecurities” non convince appieno, anzi alcune canzoni lasciano decisamente l’amaro in bocca (“I’m Frozen And You’re Dead”, “Four Letter Words”, “Drowning (One Last Breath)”). Un paio di canzoni invece convincono decisamente, soprattutto la titletrack e “A Taste Of Everest” dove la voce melodica, fa decisamente la sua porca figura assieme a “Fever White” in cui è indiscussa protagonista. Un lavoro dignitoso per una band così giovane, ma ancora parecchio acerbo per competere con gli altri nomi della stessa scena (tranne con i Four Letter Lie, a cui mangiano praticamente in testa). Ah, copertina bellissima tra le altre cose.

Voto:5,5/10

venerdì 30 gennaio 2009

Dying Fetus - War Of Attrition

Relapse

Genere: Death Metal/Grindcore

Raccomandato Se Vi Piace: Cryptopsy, Carcass, Suffocation, Malevolent Creation

Continua il tour del mondo pesante con
THE OUTRAGEOUS BVOOODAL MASSACRE OF METAL MADNESS INSANITY AND PAIN vol.1 (è sempre quello di ieri, con parole random diverse)

e stavolta tocca ai Dying Fetus con “War Of Attrition”.L’amico recensore Light, alla notizia che mi stessi accingendo a recensire questo disco, essendo io abbastanza digiuno di roba tecnica e pesantissima allo stesso tempo, mi ha detto/scritto testuali parole: “Mah, guarda, “War Of Attrition” potrebbe non piacerti molto perchè è piuttosto pesante”.Da quel momento fino all’inizio di “Homicidal Retribution”, ho riso al pensiero di Light che pensava di me, “Poveretto, non sa a cosa va incontro” e io che invece me la ridevo, “Piuttosto pesante, a me, ahah, non sa cosa ascolto io di solito, io avevo per sveglia “Concubine” dei Converge, ahah”.
Appena ho messo su il cd, ho capito quanto subito quanto dovevo chiedere scusa a Light per avergli detto che sarei riuscito a sostenere senza problemi questo Death/Grindcore tecnicissimo che mischia Carcass, Cryptopsy e compagnia bella.
Scusa Light, il cd è ben fatto, suonato perfettamente da gente che ne sa a palate del proprio genere, ma avevi ragione: è troppo pesante per un emokid stagionato come me.

Voto:7,5/10

giovedì 29 gennaio 2009

Anonymus - Chapter Chaos Begins

Galy Records

Genere: Thrash Metal
Raccomandato Se Vi Piace: Metallica, Pantera, Anthrax, Exodus, Death Angel

Se qualcuno di voi legge assiduamente le mie recensioni (e potrebbe essere, dato che non mi stupisco di nulla ormai) avrà notato che avevo fatto una promessa.
“Da domani mi do al BVVVVOOODAL.Garantito.”

Da uomo di parola quale sono, ho preso alcuni dischi random e mi sono preso la briga di recensirli.Inizia ora il

BVOOODAL TOUR DE FORCE AND DESTRUCTION AND DEVASTATION AND MASSACRE vol.1
(ovvero tutto quello che riguarda metal pesante et similia)

Inizio con un gruppo canadese che al quinto disco, spera di raggiungere la notorietà con un thrash metal che spruzza Metallica, Pantera ed Anthrax ad ogni traccia (tranne quell’orribile “Terremoto” cantata in spagnolo con il testo che fa “A mi me llaman Terremoto, porque yo soy un poco loco” che veramente è qualcosa di cui Freud potrebbe analizzare e decretare lo stato mentale del metaller tipo) cantando un paio di canzoni in francese e tutti gli altri in inglese: signore e signori, gli Anonymus.

Voto:4/10

lunedì 26 gennaio 2009

Bracken - We Know About The Need

Anticon

Genere: Experimental, IndieTronic, Alternative Rock, Indie, Dub, Hip-Hop, Ambient

Raccomandato Se Vi Piace: Hood, Dosh, Odd Nosdam

Durante “Evil Teeth” ho rischiato di sbrattare per il mal di testa che mi stavano dando tutti quei feedback e fischi vari. Però ecco non da questo posso valutare questo debutto di Bracken, uscito su Anticon come progetto solista di alcuni membri della più famosa band Hood: e non posso valutarlo, soprattutto perché non so bene come inquadrarlo questo “We Know About The Need”. Dentro l’album c’è di tutto, indietronica (“Four Thousand Style”, davvero una bellissima canzone),indie, elettronica, dub (“Back On The Calder Line”), trip-hop (dopotutto i Bracken arrivano da Leeds), hip-hop, ambient e alcuni sprazzi di post-rock e folk che mescolate assieme, creano una situazione a mio parere ambigua. L’intero lavoro ha la capacità di attirarti ma allo stesso tempo farti odiare questi suoni così, a volte cervellotici, a volte sognanti (“Many Horses”) che permeano l’intero lavoro. Non so dirvi, trovo quest’album, abbastanza originale, a cui un ascolto non penso vada negato però io un altro ascolto non riuscirei a concederglielo. Sarebbe troppo per me.Da domani mi do al BVVVVOOODAL.Garantito.

Voto:6/10

Two Sisters


Genere: la palingenetica obliterazione dell’io cosciente che si immedesima e si infutura nell’archetipo prototipo dell’antropoformismo universale

Two sisters?si, no l’ho visto m’è piaciuto,mi c’è voluto un pochetto ma alla fine si capisce che ste due sorelle…cioè erano due ma a una certa potrebbero essere tre..nono tranquillo sono due..però poi ecco c’è la matrigna che è pazza e pure cattiva e infatti rinchiude sempre la sorella, quella più piccola che pare un cane..no ma non stò dicendo che è schizofrenica, lascia perde la schizofrenia e ascoltami sennò ti perdi. Allora ci stanno ste due sorelle no?e lei, la matrigna le rinchiude dentro un’armadio pieno di vestiti tutti uguali, come quello di paperino..cioè capisci?è orribile, cioè dico vestiti TUTTI UGUALI!!brr..comunque per non divagare è bellissima la scena in cui la matrigna pazza fa delle battute a tavola che puntualmente cadono nel silenzio e lei ride da sola, però poi si scopre che non è pazza, anche se stava per ammazzare di scudisciate la figliastra, che in realtà però poi si scopre che è già morta, solo perché aveva staccato la testa ai suoi canarini, però ecco siccome era già morta come faceva ad aver staccato la capoccia ai canarini? Eh qui ti voglio..perchè infatti poi s’è scoperto che tutto non esisteva, cioè esisteva nella mente dell’altra sorella che aveva ammazzato tutti..almeno così sembra per circa 10 minuti, però poi c’è un flash-back e si scopre chiaramente che non è così..infatti è successo che la sorella piccola,esatto quella che pareva un cane, sisi quella morta dico, quando era viva aveva aperto l’armadio e dentro c’era la madre morta, lei la chiama e la scuote “mamma-mamma-mamma” dice, però ci mette un po’ troppa energia e sai com’è, gli armadi non sono più come quelli di una volta, ormai è tutto compensato mica come quello de castagno a casa de mì nonno, nà roccia quello è..e infatti poi è normale che st’armadio le cade addosso. La matrigna, che in padre se la sbatteva fin da allora..e infatti che mi sa che è per questo che la madre s’è suicidata nell’armadio..che meno male che i giapponiani sono alti un picchio e un barattolo sennò non so come faceva a penzolare nell’armadio..ma vabbè comunque la matrigna la vede agonizzante e se ne sbatte..la figlietta muore e infatti nel film è morta..il padre, boh guarda dal giardino e la sorella diventa pazza..ah poi la matrigna muore davvero alla fine..c’è un mostro nella camera, lo stesso che stava pure sotto al lavandino c’hai presente? Ecco ma non era un mostro era il senso di colpa..ora ho capito.

Frase significativa: la matrigna vedendo la figliastra pazza e visionaria con degli assorbenti in mano:
“sono per te quelli?”
“no, sono per Sun-Jang”
(Sogghigno malefico)“è una cosa davvero stranissima, abbiamo il ciclo negli stessi giorni”

VOTO: ?

domenica 25 gennaio 2009

Nothing Unexpected - Nothing Unexpected

Autoprodotto
Genere: Emo-Pop-Punk
Raccomandato Se Vi Piace: Hidden In A Plain View, Halifax, Allister, Gatsby’s American Dream, The Early November

Questo disco omonimo della giovane band ritratta qui sopra, poiché riuscire a trovare una copertina di questo cd è un impresa più ardua che andare a fare una battaglia di cacca contro degli scimpanzé e vincerla, è uno di quei cd che ascoltando la band dici: “Ammazza che carucci, sono bravini in quello che fanno”. Poi risentendo la seconda volta il lavoro capti che qualcosa non va in tutto ciò. I Nothing Unexpected buttano dentro, oltre ai vari clichè di quel genere all’epoca soprannominato Emo-Pop-Punk (ma in realtà conosciuto come Drive-Thru o Militia Group sound), anche vere e proprie parti rubate, o minimizzando la cosa, copiate o nello stile di, band più conosciute: “Desperate” e “Coming Home” sembrano pezzi degli Hidden In A Plain View,”All We Have” e “Familiar Faces” sono i primissimi From First To Last, “Lights Out” è una palese copia dei primi Matchbook Romance, “Never Say Never” sono invece i Roses Are Red mentre “So Hard To Say Goodbye” è molto alla Early November. In conclusione l’album non sarebbe nemmeno pessimo, ma finchè vi limitate a fare un copia copia, ragazzi non potete vincere. Almeno con me.
Voto:5/10

sabato 24 gennaio 2009

Dead Silence


Genere: "Stai attento a Mary Shaw dagli occhi pazzi, non aveva figli ma solo pupazzi, e se per caso un giorno la dovessi incontrare ricordati che non dovrai mai, mai gridare.."

In primo luogo, chi mai nell’universo è così stupido da tenersi una bambola da ventriloquo (spiccicata a quella di Saw) che trovi abbandonata il una scatola nera con l’interno in velluto rosso davanti alla porta di casa? Come si può essere così deficienti?
Se mi avessero lasciato una bambola da ventriloquio sull’uscio la prima cosa che avrei fatto io sarebbe stata scaricarla nel bidone dei rifiuti più vicino, dargli fuoco, aspettare che si spegnesse e dargli fuoco di nuovo; quelle dannate cose sono di un’inquietante incredibile anche peggio dei pagliacci nella mia scala personale. Dunque già il solo fatto di averla sollevata e portata in casa dimostra che meriti di morire.
Ma ammettiamo pure che si abbia una qualche predilezione per un così esecrabile oggetto, abbi almeno il buon senso di piazzarlo nella vetrinetta del salotto, nello sgabuzzino, in cantina..sò un cavolo..ma non in camera tua, sul letto, sotto le coperte..se hai fatto questo sei una demente e confermi di meritare che Mary Shaw ti strappi la lingua e ti squassi la mascella.
Ma ecco che ti si offre sportivamente una possibilità ultima di salvezza: se sentissi strani rumori provenire dalla cuccuma dell’acqua, fulmini e saette fuori dalla finestra, cigolii sinistri culminanti nella perdita dell’udito, cosa fai?
a) botte ripetitive all’orecchio, b) scappi, c) vai in camera dal bambolotto e gli levi la coperta di dosso

Se hai risposto a o b sei una persona logica e razionale, il tuo colore preferito è l’azzurro o il verde, Marte in ascendente Leone ti preannuncia un 2009 ricco di soddisfazioni e successo, in oltre l’influsso positivo di Venere nell’ultimo quarto della seconda lunazione crescente nell’ultima decade di Marzo ti permetterà di fare scintille con i Toro,(al plurale solo se sei ansioso di provare esperienze davvero estreme). Un Acquario entrerà presto nella tua vita, mettilo in salotto e avrai la certezza di riequilibrare i blocchi karmici che da mesi ti impediscono di esprimere al meglio te stessa. Le stelle consigliano:stai lontana dai pupazzi dei ventriloqui.

Se invece hai scelto c sei la cogliona del film e meriti definitivamente e tassativamente di essere soppressa, morta, squartata e orrendamente deturpata perché solo te potevi essere così rimbecillita, credimi.

Voto:2,5/5 e un bell'applauso per il brillante modo in cui la giovane mogliettina è riuscita a sbloccare il terzo chakra.

10.000 ac


Genere: UhUhUh,tonga booongo Wangoo UhUh-voce narrante-UhUh Uaa tutuBatai-voce narrante.

Innanzitutto di scrivere questa recensione non avevo voglia, e non ne avevo voglia perché 10'000 ac è un film brutto, ma nemmeno uno di quei film brutti la cui visione ti provoca un attacco di risa isteriche per le palesi idiozia in esso citate, così da convincerti seduta stante a correre al pc per comunicare ad altri fino a che punto può arrivare la demenza cinematografica odierna. 10.000 è un film noioso, prima che brutto, di quelli che non ti ispirano manco per nulla battutine simpatiche per far ridere chi legge.

Come volevasi dimostrare il film si apre con una ragazzina miracolosamente scampata al massacro della sua gente a opera di crudeli uomini a cavallo, (che parola mia ve lo giuro sembrano i Nazgul de Il Signore Degli Anelli), e destinata ad essere il faro-guida del pacifico popolo che la accoglie. La ragazzina si innamora di un pottarello del luogo, crescono, si sposano, sembrerebbe andare tutto per il meglio ma ecco che riappaiono i Nazgul rapiscono la giovane pulzella e la portano…no, non a Mordor bensì in Egitto, dove di già nel 10.000 ac un antenato dei faraoni, (megalomani sin da allora) la riduce in schiavitù per costruire le piramidi insieme ad altri popoli assoggettati. Manco a dirlo l’aitante e indomito giovane marito la insegue per mezzo mondo e dopo aver vissuto in ogni dove rocambolesche peripezie col quoziente adrenalinico di una partita a canasta, la raggiunge in Egitto. Li si rende conto delle vessazioni subite dagli schiavi ed è a questo punto che prende il via una vorticosa catena di citazionismo biblico (appassionantissimo) per cui il giovane Mosè si mette alla testa degli schiavi istigati alla rivolta e come Davide colpisce e uccide il despota anziché con una pietra con una lancia. Dopo ciò allo spettatore ormai smascellato a forza di sbadigli, si offre la scena (patetica) del ricongiungimento: i due si guardano, si riconoscono, si corrono incontro in una sequenza al rallentatore che pare Via Col Vento……ma, ebbene si c’è un “ma”, lei è colpita da una freccia e muore tra le braccia di lui…..ma, ebbene si c’è un altro “ma”, siccome non poteva mancare una bella cucchiaiata di melassa a condire il tutto, la vecchia indovina sdentata del popolo ospitante si sacrifica affinché la tizia possa vivere e infatti la tizia suddetta resuscita. Tornati a casa è primavera (ma no???), lui ha messo in cantiere un pupetto e tutti sono felici di essere nati, per quanto mi riguarda che sia finito così me ne vado a letto.

Piccolo appunto alla voce narrante di un vecchio che ogni 15 minuti circa interrompe l'azione (intesa come flusso di eventi non come un qualcosa che interessi ovvio), per fare precisazioni e raccontare pedissequamente quello che sta accandendo: innanzitutto non accada una cippa, ma anche se qualcosa accadesse lo vedo da sola e stà nenia continua è inutile ed irritante.

Voto: Due o Tre clavate ben assestate dovrebbero bastare se i sintomi persistono un paio di flaconcini di Valium direttamente in vena e passa la paura.

venerdì 23 gennaio 2009

xAFBx - My Life, Your End

Seventh Dagger

Genere: Straight Edge, Metalcore, Hardcore

Raccomandato Se Vi Piace: xTyrantx, Casey Jones, Terror, The Miles Between, Cool Your Jet

xArmed For Battlex. Questo è il significato dell’acronimo di questa potente band, che proviene dal luogo più malfamato e violento d’America, in fatto d’hardcore sXe, ovvero Reno. Quindi avete capito tutti quanti di cosa stiamo parlando qui: un metalcore con tematiche Straight Edge col chiaro intento di far moshare le persone sobrie e picchiare gli alcolizzati e i drogati. E direi che almeno per la prima parte dell’album ci riescono alla perfezione: il terzetto “Jumping Ships”, “Seeing Is Denying” e “Fuck You Geraldo” è una bella bottiglia di birra in faccia, che ti fa sanguinare facendoti capire quanto fa schifo la birra e tutto il resto. “My Life, Your End” è sicuramente un bel lavoro che gli appassionati del genere non esiteranno a fare loro ma io nel frattempo mi metto un angolo a tamponarmi il naso, come si confà ad uno SxE traditore…
Voto:7/10

The Blackout Pact - Hello Sailor

Astro Magnetics

Genere: Emo-Punk, Emocore

Raccomandato Se Vi Piace: Hot Water Music, Small Brown Bike, The Gaslight Anthem, The Draft, Love Me Destroyer

Davvero pregevole questo lavoro primo (e anche unico, finora) dei The Blackout Pact, quartetto dedito ad un emo-punk di chiara fattura No Idea, con chitarre veloci e melodiche e voce roca, quasi urlata, ma dalle tinte passionali. La band prende a modello band come Hot Water Music e Small Brown Bike tirando fuori dalla prima, voce roca e tirata e ritor nello che rimane in testa e dalla seconda, quei passaggi strumentali tanto cari ad un certo tipo di emo venato di punk rock veloce e grezzo. Un disco che comunque, nonostante carenze a livello di esperienza (è il primo lavoro, bisogna solo dargli tempo), fila egregiamente: “We Drink So You Don’t Have To”tira fuori dall’ascoltatore la carica giusta grazie anche agli inserti di synth che si trovano all’interno, “Hide The Scissors, Lock The Door”, “Playin’ Dead Don’t Take The Ring Off Your Finger” e “Do I Sound Like I’m An Old Time Radio?” spinge discretamente l’acceleratore e cambia un po’ le carte in tavola con una bella dose di cattiveria in più mentre la mia preferita “You Punch Me, I Punch You” accende ancora di più quest’album, il cui unico momento un po’ così è la conclusiva, semi-acustica, “Lapis Lazuli”. Da provare.
Voto:7/10

giovedì 22 gennaio 2009

Poster Boy


In questa zine si parla anche di arte, no?
Questo, comunque, ve lo devo far vedere.
Probabilmente lo conoscete, ma io l'ho scoperto circa cinque minuti fa su youtube e mi piace tantissimo :
Street Boy (di cui non si dispone di una foto decente perchè, mi dicono dalla regia, quello che fa è un tantino illegale) non fa altro che cimentarsi in quello che facevamo un pò tutti da piccoli, i collage con i ritagli le foto dalle riviste.
Solo che le sue "riviste" sono dei cartelloni pubblicitari, e come "foglio di carta" usa la metropolitana di New York.
Non è un genio assoluto, alcuni lavori sono delle pure cazzate, che però devono essere molto divertenti...presente quando sei nella metro, leggi un cartellone da lontano, e magari sulla pubblicità di Barbie leggi una porcata e fai "ma che cazzo...devo farmi cambiare le lenti agli occhiali"? Insomma quelle cose che ti fanno dubitare della tua moralità, della tua vista e ti fanno inciampare? (MIND THE GAP! ahah).
Stessa cosa qui, solo che in questo caso ci vedi bene :D
Altri sono delle critiche politico-sociali molto witty. Poi ci sono le pure borate (termine prettamente scientifico-professionale) come quella che vi porto ad esempio qui.
Nel titolo del post trovate il link al suo flickr :)

Static Thought - In The Trenches

Hellcat

Genere: Punk/Street Punk
Raccomandato Se Vi Piace: US Bombs, Lars Frederiksen And The Bastards, Rancid, Roger Miret And The Disasters

Classico disco Hellcat, ben suonato e ben confezionato. I fan lo adoreranno.
Tutto qui?
Sì.
Al massimo vi aggiungo che la band suona uno skate punk veloce sulla scia di US Bombs et similia (quindi classico suono della Hellcat di Tim Armstrong) e che alla fine del cd propone una cover dei Police “Next To You”. Più di questo non oso aggiungere.

Voto:6,5/10

lunedì 19 gennaio 2009

Rumiko Takashi - Il Bouquet Rosso


Non è che non recensisco manga (che, in teoria, sarebbe il mio vero compito in questa zine) perchè non ne ho da recensire, ma semplicemente perchè non mi sembra giusto proporvi volumi che poi magari non riuscireste a trovare.
Questo non dovrebbe essere difficile da reperire, quindi vi presento "Il bouquet rosso", un delizioso volume composto da 6 storie inedite in Italia (e pubblicate in Giappone dal 2000 al 2006) di quel mostro sacro di Rumiko Takashi.
Mostro sacro non solo perchè è autrice di volumi ormai storici nell'ambiente manga e trasposti in anime come Maison Ikkoku (uno dei migliori anime di sempre, chissà magari dopo scrivo qualcosa), Ranma 1/2 e il recente InuYasha, ma anche perchè è una sorta di Highlander che a cinquantasette anni (i mangaka di solito muoiono di esaurimento nervoso prima :D) ancora continua ad ammorbarci con le vicende della studentella giapponese e del demone-cane.
Chi la conosce di sicuro o la ama o la odia per la sua eccessiva produttività: le sue serie infatti sono INFINITE e raramente hanno il finale che uno si aspettava (chi si sta ancora strappando i capelli per Ranma?).

Ma in questo volume le storie si sviluppano bene in uno spazio ridotto, sono scorrevoli ed estremamente piacevoli.
La prima, Andata/ritorno in giornata: un sogno lungo un viaggio, parla di un uomo che va ad una cena di classe delle medie, di cui non ricorda nessuno tranne la ragazzina che ai tempi gli conquistò il cuore.
Father Graffiti, Permanent Love e In Vacanza con la Suocera sono delle storie davvero simpatiche, a tratti toccanti, che vi strapperanno un sorriso alla fine.
Il bouquet rosso (che da il titolo al volume) è un pò alla "Canto di Natale", il classico giapponese medio muore, e vede quello che succede alla sua famiglia e ai suoi amici dopo il tragico evento.
Infine quella che ho preferito di più è Help, che racconta di un uomo dignitoso ed austero che, invecchiato, ha bisogno dell'aiuto del figlio anche per andare in bagno.

Edito dalla StarComics- formato notevole, 15x21 cm, 200 pagine con sovraccoperta e alcune tavole a colori: 6 euro spesi benissimo, lo potete ordinare in qualsiasi fumetteria.

Letture/Film: essendo storie brevi tutte su temi diversi non ho nulla di particolare da consigliare. Se avete dubbi su cultura&tradizione nipponica che viene rappresentata nel volume, commentate questo post e risponderò prontamente :)

Vacancy

Genere: toc toc..Chi è? Lupo Mangia-frutti.Che frutto vuoi?

C’era una volta un piccolo motel sperduto in mezzo alle montagne..
C’era una volta un meccanico simpatico, disponibile e operoso al punto che nel bel mezzo del nulla stà aperto anche alle tre di notte..(non sia mai che un’alce abbia bisogno di un cambio gomme)
C’erano una volta i due coniugi Fox, di nome e di fatto..
C’era una volta il sorridente proprietario del motel in mezzo alla foresta (lo stesso che ha affittato la casetta dello spaccalegna alle tre buone fate della Bella Addormentata, previo sfrattarle quando le buone donne lo scoprirono a sollazzarsi con dei filmacci di ragazze violentate)
C’era una volta la noia e il buonismo scontato,
Ci sono ancora a quanto pare,
E vissero tutti felici e contenti





VOTO: un funghetto trallallà

Cloverfield

Genere: Aiuto, aiuto, sono troppi, nooooooo, aaaaaaaaaaaaaaaaaaah, aiuto, aiuto, noooooooooooooooooooo! Fine.

Bel film Cloverfield. Mi ricorda quella volta che Gus Van Sant s’è ubriacato perso al cenone di Capodanno e ha vomitato tutta la cena a base di formiche giganti del Madagascar sulla camicia di Spielberg, Steven s’è così arrabbiato quella volta che stava per aizzargli contro tutto il Jurassic Park prima che lo fermassero, peccato che non sia servito a molto visto che di lì a poco siamo stati colpiti dalla settima piaga d’Egitto.Bel film Cloverfield.

“..non è lontano, ce la possiamo fare, useremo quei tubi, e anche i condizionatori…”
- Gus Van Sant ubriaco mentre tenta di convincere l’amica a lanciarsi dal trentanovesimo piano di un palazzo semidistrutto all’altro -

VOTO: anche io ho un cuore così mi asterrò per rispetto alla famiglia del regista.

Loney Dear - Loney, Noir

Sub Pop

Genere: Indie Pop, Cantautorale, Indie-Folk, Pop

Raccomandato Se Vi Piace: The Delgados, Belle And Sebastian, The Shins

Arriva su Sub Pop il nuovo lavoro dello svedese Emil Svanagan, in arte Loney Dear, che fa dell’indie-pop (o del pop da camera, comunque lo si vuole chiamare), la sua bandiera. E la sua bandiera non è pienamente stabile, diciamocelo. “I Am John”, l’opener del disco, è di una bellezza disarmante con i suoi ritmi solari e spensierati, che ti prende e ti rallegra una giornata da sola, “Hard Days” con i suoi battiti di mano è divertente ed allegra, quasi un pezzo degli Shins mentre “I Am The Odd One” con quel Farfisa iniziale appare un po’ malinconica e notturna. Ecco, dopo questi pezzi inizia l’abisso dell’anonimità. Badate bene, non è che stia dicendo che quest’album è particolarmente brutto, solamente che dopo un po’ rischia di annoiare parecchio: se volete cercare quindi del sano indie-pop, andate a cercare i lavori dei Delgados o dei Belle And Sebastian (artisti a cui Loney Dear sembra accostarsi particolarmente). Se invece volete ascoltare qualcosa di questo artista invece, consiglio giusto una capatina sul myspace o su Youtube a vedere il gradevole video di “I Am John”.

Voto:5,5

domenica 18 gennaio 2009

Kiss Kiss - Reality Vs. The Optimist

Eyeball Records

Genere: Post-Hardcore/Pop-Rock/Indie

Raccomandato Se Vi Piace: The Stiletto Formal, Cursive, Matchbook Romance

La Eyeball l’ho sempre detto, è un etichetta geniale ed i Kiss Kiss ne sono l’ennesima prova. “Reality Vs. The Optimist” è il debutto di quest’inquietante band, che prende il nome da una raccolta di racconti di Roald Dahl: ho detto inquietanti perché i brani, nonostante si distinguono per essere particolarmente godibili anche ad un pubblico pop/rock, hanno dei passaggi in ogni brano che ti fanno capire che qualcosa non va del tutto. Mi spiego meglio: l’ultima traccia “Stay The Day” è molto malinconica, ma il pianoforte riesce sempre a mettere qualche nota che aggiunge un tocco sinistro al tutto, nonostante poi la canzone finisca in stile anni 60, con tanto di coretti. Insomma, tornando a parlare del genere del lavoro e del pubblico a cui è destinato, sicuramente potrebbe piacere molto ai fan dei Cursive i quali ci ravviseranno molti punti in comune con gli autori di “The Ugly Organ” (“Machines”, “The Cats In Your House”) per via della sezione ad archi ed anche molto con i nuovi arrivati in casa Eyeball, gli Stiletto Formal (“Vagabond”, “Shits In Suits”) per i ritmi quasi post-hardcore: per non parlare dei testi, anch’essi abbastanza inquietanti (la sopraccitata “The Cats In Your House” su tutti). Un lavoro di debutto quindi, che fa solo ben sperare per il futuro della band.

Voto:8/10

sabato 17 gennaio 2009

Clouds - Legendary Demo

Hydra Head

Genere: Stoner/Psychedelic/Hardcore

Raccomandato Se Vi Piace: Kyuss, Cave In, Alabama Thunderpussy, Queens Of The Stone Age, Git Some

Non troppo tempo fa ho recensito in questa sede il debutto degli Zozobra, progetto nato dalla mente di uno dei chitarristi dei Cave In (che al momento, ricordiamolo, sono in pausa) ed ecco ora che recensisco il lavoro dei Clouds, altra band nata dalle (temporanee) ceneri dei Cave In. E meno male che la musica è completamente diversa: qui si parla, di stoner rock con inflessioni psichedeliche e dub/jazz (i quasi venti minuti di “Quartulli Dub”) e ritmi smaccatamente hardcore. E diciamo che nemmeno un cultore del genere come me, può riscontrare che questo “Legendary Demo” (che di demo in realtà ha ben poco) ha tutte le carte in regola per, se non farci dimenticare la lunga pausa dei Cave In, tirarci su il morale con della buona musica. La band sa il fatto suo, e i pezzi sono talmente diretti che non mi stupirei se fossero tutti stati registrati in stile “buona la prima”. I brani migliori vi starete chiedendo?Beh ce ne sono abbastanza; “Magic Hater” e la sua psichedelia hardcore, la cruda velocità di “New Amnesia”, le schitarrate alla Foghat di “Pressure” e la devastante (alla Git Some) “Live It For Now” e poi è inutile continuare ad elencare che i pezzi sono solo 8 ma quasi tutti di pregevole fattura. Provate per credere.

Voto: 7,5/10

venerdì 16 gennaio 2009

Aspen It Is - Release Me! From The Weights Of Gravity

Piermont Records

Genere: Power-Pop

Raccomandato Se Vi Piace: The Academy Is…, The Stereo, Weezer, The All-American Rejects

Ok, io ultimamente sarò pure di manica larga con i voti (basti guardare il sei stentato agli As We Fight di ieri), però a tutto c’è un limite. Il limite dell’anonimità e del suonare male. Gli Aspen It Is l’hanno varcato e superato di gran lunga questo limite. Il cd è suonato male, mal prodotto, mal registrato, mal cantato tanto da generare la seguente espressione ad ogni ascolto:
Orribilmente inascoltabili.

Voto:3,5/10

giovedì 15 gennaio 2009

As We Fight - Midnight Tornado

Good Life Recordings

Genere: MetalcoreRaccomandato Se Vi Piace: Darkest Hour, Hatebreed, The Haunted, Unearth, Shai Hulud

Non mi va tanto di parlare male degli As We Fight, ma penso che a questo giro mi tocca proprio. Non perché mi stiano simpatici (per carità, ho sentito solo una volta “Black Nails And Bloody Wrists” e non mi era dispiaciuto, da quel poco che mi ricordo) ma perché ho un debole per i gruppi danesi. Stanno lì poveracci, non si atteggiano a marpioni come i finlandesi, ne fanno le pose da rockstar tipiche degli svedesi, ma stanno in una nazione tra le migliori del mondo ed hanno una scena musicale pressoché malcagata dal mondo intero. Ho sempre la passione per i perdenti. Anyway, questo cd è composto da 12 tracce, che prese singolarmente sono una più bella dell’altra. Peccato che sentite tutte insieme, una strana sensazione di noia e voglia di dormire, ti assale ferocemente, nonostante i pezzi siano tutti irresistibilmente catchy presentando un metalcore che qualche anno fa, sulla scia dei Darkest Hour periodo “Hidden Hands Of A Sadist Nation”, avrebbe fatto un gran figurone, ma che ora attira su di se una serie di mosche annoiate e nulla più. Peccato, perché la sufficienza almeno se la meritano tutta.

Voto:6/10

mercoledì 14 gennaio 2009

Bokor - Vermin Soul


Scarlet Records
Genere: Progressive Rock/Modern Metal
Se vi piacciono: Opeth, Paradise Lost, Porcupine Tree

Ecco qua un bel dischetto di quelli che non è facile sentire spesso, il secondo album degli svedesi Bokor probabilmente sarà l'ennesimo cd ben confezionato che passerà inosservato agli occhi dei più a causa del loro status "underground" e invece meriterebbero molti più riflettori su di loro per il songwriting genuino e fresco che contraddistingue questo personalissimo "Vermin Soul".
Il cd si muove su coordinate progressive/rock con alcuni passaggi prettamente metal ma di facilissimo ascolto anche ai più intransigenti, la proposta è alleggerita notevolmente dal cantato pulito di Lars Carlberg che intreccia duelli vocali in più occasioni con Tomas Eriksson e Rickard Larsson (mazza che fantasia per i nomi in Svezia) e dalla presenza di numerosi break atmosferici arpeggiati e ragionati che sono proprio la punta di diamante del gruppo. Nei momenti più "tirati" si sente la mancanza di un growler incisivo (presente praticamente solo nella penultima traccia), ma il pulito a volte sporcato del cantante rendono benissimo.
La sezione strumentale è impeccabile e propone richiami ad Opeth per alcune parti più heavy e ai Porcupine Tree più rockeggianti in altri passaggi, come sopracitato, i momenti più riflessivi e a tratti sognanti sono il culmine del disco, ma la coesione splendida tra dinamismo e sentimento è resa in modo autorevole da questi svedesi che, ne sono sicuro, potrebbero facilmente catalizzare la vostra attenzione.
Da scoprire.

Voto: 8.0

lunedì 12 gennaio 2009

Ah!

Precisazione:

Nel titolo di ogni recensione c'è anche il link che porta al loro myspace o a qualunque cosa possa portare ad un ascolto in streaming.
Se ci sono delle persone interessate a scaricare album veri e propri, potrei fare una cosa molto Skramz e mettere su megaupload o giù di lì, ogni album recensito, di modo che possiate ascoltare tutti.

Purtroppo per voi, lo farò solo se raggiungeremo 10 commenti in questo post (o in qualunque futuro post).

Empire! Empire! (I Was A Lonely Estate) - When The Sea Became A Giant

Autoprodotto

Genere: Emo

Raccomandato Se Vi Piace: American Football, The Appleseed Cast, KC Milian, Owls

E terminiamo qui il veloce excursus cominciato con i Battle Of Mice, sulla musica figa e gruppi sconosciuti affiliati da tenere sott’occhio, con questi Empire! Empire! (I Was A Lonely Estate), quartetto emo, tra i più brillanti che io abbia mai sentito negli ultimi tempi. A parte il nome fenomenale (e tra loro e i Secret Lives Of The Freemasons, direi che se la battono parecchio, ma il premio penso che lo consegnerei a loro, decisamente), la band mi ha decisamente conquistato, in quanto decide di riprendere ed approfondire il discorso, iniziato anni fa dagli American Football dei fratelli Kinsella, in un modo particolare (ovvero inserendo, anche splendidi giochi armonici alla Appleseed Cast) ma ancora acerbo se confrontato con il lavoro dei loro numi tutelari. Basti prendere l’iniziale “Our Love Made Us Pariahs” oppure “Lily, I Have Something Important To Tell You”, per capire che un notevole talento c’è, ma mancano ancora di quel po’ di esperienza per renderli assolutamente immancabili in ogni collezione di dischi. C’è però da dire che le emozioni in quest’album non mancano: “They Will Throw Us To The Wolves” ti butta giù come non mai, con il suo misto di dolcezza e tanta nostalgia (con un pizzico di rimorso/senso di colpa), “You Have To Believe That Life Is More Than The Sum Of Its Parts, Kiddo” è delicata ma ritmata al tempo stesso, la canzone giusta per guardare la propria ragazza negli occhi e farle capire che è tutto a posto mentre la conclusiva “K.O. K.O. (The Most Of My Worries Are The Least Of Your Concern)” è l’apoteosi della loro musica, la summa finale del loro lavoro, quella dove tutte le loro influenze e il loro talento si incontrano/scontrano per uscire fuori in tutta la loro sincerità. Imperdibili, a modo loro.

Voto: 8/10

Flanders - Urgency Factor

Deep Elm Records

Genere: Emo-Rock/Indie Rock/Post-Hardcore

Raccomandato Se Vi Piace: Sounds Like Violence, Slowride, The New Trust, Red Animal War

Mossa falsa della Deep Elm questa. Questo disco in digital download degli australiani Flanders (sì, esattamente come il baffuto personaggio-ino-etto dei Simpsons, omaggiato non solo nel nome ma anche in un titolo di un pezzo, “Rodd & Todd”, ispirato dal nome dei suoi figli) intitolato “Urgency Factor” è poco più che un anonima copia, in chiave discretamente più orecchiabile, di band del roster dell’etichetta come Sounds Like Violence e Slowride. Non bastano le cinque tracce in croce (il formidabile attacco “Anky Fremp” e “Waste Away”, la buona accoppiata “Teenage Greg” ed “Everybody” ed infine “Asking For A Backseat”) per sollevare un album che già consta di 10 tracce, di cui la metà è sinonimo di piattume generale. Rimandati.

Voto:5/10

Small Leaks, Sink Ships - Until The World Is Happy; Wake Up You Sleepyhead Sun

No Sleep Records
Genere: Post-Hardcore/Math-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: At The Drive-In, The Blood Brothers, Minus The Bear, Piebald

Sono esordienti, ma hanno già chiare le idee in testa. Si tratta degli Small Leaks, Sink Ships, i quali esordiscono con quest’album che corrisponde al bizzarro nome “Until The World Is Happy; Wake Up You Sleepyhead Sun”, disco da cui trasudano tutte le più disparate influenze in campo post-hardcore/math-rock, dagli At The Drive-In più ispirati ai The Blood Brothers sperimentali degli ultimi lavori, passando per Minus The Bear, Piebald, Q And Not U e Pele. La band tira quindi fuori un lavoro dalle enormi potenzialità, uno di quei cd da ascoltare e riascoltare e riascoltare ancora per capire alla perfezione ogni singolo passaggio di pezzi strumentali (“Boom, Tip, Crash”) o pezzi abbastanza complessi a livello strumentali da risultare, allo stesso tempo, orecchiabilissimi (“Gutter Of Disneyland”, “Dear Dictator”, “Sackcloth In Ashes” oppure la fenomenale “Sick On Substance”, elettronicissima ma allo stesso momento dissonante e fuori di testa, meravigliosa). So che tutta la mia recensione risulta abbastanza banale, ma questo è uno di quei (molti, purtroppo per voi lettori) casi, in cui spero che non sia tanto la mia recensione ad invogliare quanto la sola mia parola che la band ha un luminoso futuro davanti.E questo non è da molti…

Voto:8/10

domenica 11 gennaio 2009

Trash Chronicles vol 2: Korean Boy

plin plon, piccola comunicazione di servizio per gli utenti di facebook: c'è la fanpage di The Guilty Agenda...che aspettate a diventare fan e spargere la voce?! plin plon.

Ed eccoci qui con il secondo capitolo della saga più terrificante della storia delle webzine. Un pò perchè il soggetto merita, un pò perchè ultimamente ho visto solo film di merda e non trovo manga da recensire che si potrebbero reperire senza problemi.

Il soggetto di cui andiamo a fare la conoscenza oggi si chiama Dong-Won Kim, anche se su youtube è conosciuto semplicemente come "korean boy". L'ho scoperto girando i peggiori video di youtube, perchè si sa (come insegnano i Weezer), basta far cagare su youtube e si diventa famosi.
Costui interpreta varie canzoni pop americane, e a quanto pare preferisce coverare Mariah Carey.
In questo video canta "Touch My Body"...si, in inglese. Non spaventatevi se di primo impatto pensate "ma sta cantando nella sua lingua madre?", perchè è successo anche a me.
Ah, a proposito. All'inizio del video non preoccupatevi per il vostro cane, è lui che fa "uoouh uooouh". Arrivate fino alla fine (resistete! potete farcela!), è la parte migliore.

Mi chiedo perchè non sia ancora diventato un idol (termine usato per i cantantacci che spopolano fra le ragazzine orientali nella fase dello sviluppo, diventanto protagonisti delle loro prime fantasie sessuali...un pò come i Backstreet Boys tempo fa ed i Tokio Hotel adesso).
Con quella canottiera nera da vero uomo, che mette in risalto tutto il suo vigore asiatico, cantanto queste parole con espliciti riferimenti sessuali, mi riesce davvero impensabile che non abbia ancora un contratto con qualche major che vuole soldi facili.

E siccome lo sapete che vi voglio bene, come non potevo passarvi il suo canale?
Un giorno lo vedremo nei maxischermi delle più grandi arene del mondo, ne sono sicura.

sabato 10 gennaio 2009

Behold...the Arctopus - Skullgrid


Ecco qua un altro bel cd di musica schizoide, frenetica e soprattutto strumentale, gli statunitensi Behold...The Arctopus, terzetto composto da musicisti tecnicissimi, preparatissimi, geniali e soprattutto dotati di un bassista con un basso a 24 corde, col quale è in grado di fare ogni genere di nefandezza musicale, ci propongono questo full lenght di canzoni strumentali, in grado di far liquefare il cervello anche al più avvezzo ascoltatore di tali sonorità.
Ci troviamo infatti dinanzi a composizioni piene di controtempi, stop, riff dissonanti e partiture al fulmicotone che paiono quasi composte a caso, tuttavia i nostri riescono in mezzo a tutto questo marasma di note e cambi di tempo a farci divertire, oltre che stupire, regalando quindi musica tutto sommato godibile.
Il valore tecnico del cd è probabilmente uno dei più alti mai sentiti, forse quello più meramente "ludico" è lasciato da parte, insomma un cd serio ma non troppo sicuramente consigliato a chi ha una mente aperta ed è in cerca di qualcosa di diverso dal nuovo singolo di Britney Spears...

Voto: 7,5

venerdì 9 gennaio 2009

Battle Of Mice - A Day Of Nights

Neurot Recordings

Genere: Post-Rock/Metalcore

Raccomandato Se Vi Piace: Isis, Neurosis, Made Out Of Babies, Red Sparowes

Benvenuti a tutti con la prima recensione del 2009 e come avevo preannunciato, dopo la schiacciante vittoria nel precedente sondaggio (vi ricordo a tutti di votare il più possibile) che voleva più recensioni di gruppi sconosciuti e generi interessanti, ecco il primo gruppo di questo tipo, che vi presento.I Battle Of Mice, altro non sono altro che un supergruppo della scena Neurot, ovvero al suo interno possiamo trovare membri di gruppi come Neurosis, Red Sparowes e Made Out Of Babies, e che supergruppo aggiungo io.Trattasi di quel post-metalcore lento, atmosferico e nevrotico tanto caro alle sonorità dell’etichetta (Isis su tutti) ma con una particolarità: la voce di Julie Christmas. Ecco, il cd non sarebbe nemmeno tutto sto granchè, se non fosse per la sua particolarissima voce. Prendo ad esempio “Sleep & Dream”: il brano comincia con un tono di voce, quasi da bimbetta irriverente che recita una filastrocca macabra per poi passare ad urlati molto emotivi e terminare alla fine con un cantato vagamente epico, che ricorda alla lontana, come tonalità, quella di Bjork. Ecco, la peculiarità di tutto l’album è solamente la sua voce: sì perché, se non fosse per il suo tono schizzato e le liriche devastanti (in “Bones In The Water” sentirla parlare di come tiene al ragazzo, è come sentire una Annie Wilkes allucinata (il che è tutto dire)) l’album risulterebbe piatto e scialbo, non perché suonato male (con i nomi dei membri del gruppo, è una cosa da stolti affermarlo) ma perché è un sound che sa molto di clichè. Ricapitolando: “A Day Of Nights” è sicuramente un album da ascoltare, per rischiare di essere rapiti dalla voce della psicopatica Julie Christmas. Mi sto innamorando…

Voto:7,5/10