martedì 29 dicembre 2009

Portugal, The Man - It's Complicated Being A Wizard



Public Music Records


Genere: Experimental
Raccomandato Se Vi Piace: The Mars Volta, As Tall As Lions, The Sound Of Animals Fighting

A parte la stranezza del contenuto di questo EP, non è che mi ci sia strappato i capelli per i Portugal, The Man. Nemmeno per gli Anatomy Of A Ghost, tanto per intenderci, dalle cui ceneri è nato questo progetto. Dedicato alla sperimentazione più becera e più proggy, questo “It’s Complicated Being A Wizard” intriga per i ventitre minuti della prima traccia omonima (ventitre esatti, per omaggiare il famosissimo numero 23 degli Washington Wizards, Michael Jordan), che poi si snodano di nuovo in formato canzone singola per altri 9 pezzi: così facendo, la traccia numero 2 “Opal Magic” altro non è che la prima parte della canzone intera “It’s Complicated Being A Wizard” e la traccia numero 3 è la seconda parte, e così via...
Pretty useless, uh?

Comunque, se volete provare qualcosa di diverso, date un ascolto ai Portugal, The Man, potreste trovare un nuovo gruppo da approfondire.

Voto:5,5/10

lunedì 14 dicembre 2009

Rafter - Music For Total Chickens




Ashtmatic Kitty


Genere: Indie-pop

Raccomandato Se Vi Piace: Bunky, Shapes And Sizes, Half-Handed Cloud

E’ bello scaricare dei dischi che pensi di sfottere in tutto e per tutto e invece ricrederti e trovare il tutto decisamente gradevole. E’ il caso di Rafter, pseudonimo di Rafter Roberts, il quale su “Music For Total Chickens” ha deciso di buttare su una tonnellata (18 canzoni) di indie-pop per un disco che risulta fresco e solare per la maggior parte della durata. E’ il lavoro di una one-man band che predilige l’uso di canzoni corte e d’effetto (“Hope”) alternate ad altre di più lunga durata e dall’aspetto più elettronico che convincono un pilino di meno rispetto alle altre (“Unassailable”): tutto questo crea un lavoro carino ma per certi versi ostico, una sorta di indie-pop cervellotico e con molti fronzoli. Dedicato a chi predilige un approccio più sperimentale al genere.
Voto: 6/10

Smoke Or Fire - This Sinking Ship


Fat Wreck Chords

Genere: Emo-Punk/Pop-Punk/Hardcore Melodico

Raccomandato Se Vi Piace: Latterman, The Falcon, The Lawrence Arms, The Loved Ones

Devo dire che comunque la Fat Wreck sta ancora reggendo bene il periodo di effettivo calo totale di interesse nei confronti del punk, soprattutto quello melodico, solare e californiano che ha contribuito a creare l’etichetta di Fat Mike. Oltre alle cariatidi solite come NOFX, Lagwagon e Strung Out (i quali continuano a sfornare album sempre migliori) troviamo nel roster anche dei (quasi) ragazzini come gli Smoke Or Fire, conosciuti già come Jericho e Jericho RVA, che con questo “This Sinking Ship” sono giunti al secondo album con il nuovo monicker e sull’etichetta più importante per questo genere musicale (la Epitaph con l’apertura totale, non va nemmeno più contata). Il lavoro si lascia ascoltare abbastanza gradevolmente, lasciando praticamente intatta la formula di melodia e ruvidezza che li hanno portati, con il precedente “Above The City”, a farsi conoscere dalle riviste di settore e dai fan di genere in particolare ma senza aggiungere nulla di nuovo o di particolarmente innovativo in questo campo specifico. C’è però da dire che canzoni come “The Patty Hearst Syndrome”, “Life Imitating Arts” e “Cars” hanno un loro, efficacissimo, perché. Come ascolto molto easy, direi che è perfetto.
Voto:6,5/10

sabato 12 dicembre 2009

Times New Viking - Present The Pasley Reich


Stillbreeze




Genere: Noise-Pop/Lo-fi Indie



Raccomandato Se Vi Piace: Vivian Girls, No Age



Io dico, non è che sono stretto di vedute, ma il noise non riesco a digerirlo. Nemmeno quando è così spruzzato di pop che in alcuni momenti risulta abbastanza carino (“Allegory Gets Me Hot!”). Peccato per l’effetto totalmente lo-fi (non riesco a trovare del bello nella registrazione sporca ricercata di proposito) che rende la maggior parte delle canzoni inascoltabile o, nel migliore dei casi, un pastrocchio strano che ad alcuni folli può piacere. O agli indie snob, i quali si crogioleranno nella gioia, sapendo che solo loro e loro soltanto riescono a sentire questa roba.



Voto:3,5/10

mercoledì 9 dicembre 2009

The Photo Atlas - No, Not Me, Never



Stolen Transmission Records




Genere:Indie



Raccomandato Se Vi Piace: Moros Eros, The Styles, Maxeen



Io ho provato a farmi piacere questi Photo Atlas, band definita un po’ dappertutto come una ventata d’aria fresca nel panorama pop-punk americano. Come il discorso era valido per i Moros Eros (che trovate qui), questi giovanotti di Denver provano ad imbastardire l’indie rock più cockney con un attitudine quasi pop-punk/power-pop (ricordano quasi i Maxeen) più americana. Risultato: un fallimento più grande rispetto ai Moros Eros e un cd con 10 tracce tutte identiche. Troppo poco per una sufficienza.



Voto:4/10

venerdì 4 dicembre 2009

500 giorni insieme

500 giorni insieme è un film che non sarei mai andata a vedere se non avessi guardato attentamente la locandina: regia di Marc Webb, uno dei miei registi di videoclip preferiti (oserei dire il migliore dopo Sophie Muller). Basti nominare Waiting dei Green Day, American Girls dei Counting Crows, Ocean Avenue degli Yellowcard, Breaking The Broken degli Sparta, Helena dei My Chemical Romance, All That I've Got dei The Used e molto altro...insomma, magari non lo sapevamo, ma tutti siamo stati innamorati di un suo videoclip.
Quest'anno debutta col suo primo lungometraggio, 500 days of Summer...e sapendo che la protagonista è una bella ragazza (tra l'altro assomiglia un pò a Katy Perry) di nome Summer, ci sarebbe da prendere chi ha tradotto così il titolo e fargli un clistere di acido e chiodi.

Onestamente, non è un film da vedere ASSOLUTAMENTE, niente di particolarmente eclatante o edificante. Insomma, è pur sempre una commedia romantica. Ma è ben fatta, cioè, non è il classico film Hugh Grant-Sandra Bullock che puntualmente spunta nelle sale sotto le feste. E' più reale (se così si può dire), direi anche dolce ma non melenso.

La trama è semplice: Tom (che assomiglia ad un Russell Crowe, più giovane, più indie e meno incazzato) vive tranquillo, ha il suo bel lavoro e niente lo turba particolarmente. Finchè non arriva una collega nuova, Summer (che mi rifiuterò di chiamare Sole, come nella pessima traduzione), e lui si innamora perdutamente.
La struttura del tempo è particolare: non segue un ordine, ma si salta da un giorno all'altro, se ne saltano cinquanta, poi si tornano indietro. Tutto risulta comunque comprensibile, visto che si capisce subito che più ci si avvicina al "giorno 500" più le cose peggiorano.

Inutile dire che la regia e la fotografia sono le caratteristiche migliori di questo film.

Unica pecca: finale di merda. Se amerete Webb per tutta la durata del film, negli ultimi dieci minuti vorreste salire nella sala del proiettore, sfilare la pellicola dalla pizza e usarla per strozzarlo.
Però direi che vale la pena di vederlo, è raro trovare un film dolce ma non melenso oggi.

voto: 6,5 - 7/10

original trailer: qui.
trailer in itagliano: qui.

martedì 3 novembre 2009

Nothington - All In


BYO


Genere: Emo-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Gunmoll, North Lincoln, Off With Their Heads, Leatherface

Trovare un gruppo emo-punk che mi sia del tutto indifferente è un impresa: dopotutto sulle nostre pagine sono passate band come Small Arms Dealer, Latterman (per cui ho speso fiumi di parole), Drive e molti altri avranno il loro spazio, quindi perché non recensire questo lavoro primo dei Nothington? Nel 2006 si sciolgono gli Tsunami Bomb (cosa che mi crea abbastanza dispiacere dato che la band mi piaceva eccome) ma Jay Northington e Gabe Lindmen non si perdono d’animo e mettono su una nuova band in quattro e quattrotto ed ecco che poco tempo dopo, nasce il progetto dei Nothington. Grazie al loro emo-punk grezzo ma allo stesso tempo melodicissimo vengono presi sotto l’ala della BYO degli Youth Brigade, ed ecco che ad inizio 2007 viene distribuito in tutto il mondo “All In”: l’album si compone di undici canzoni, di cui una buona parte è sicuramente da valutare con un pollice che più in su non si può (“Where I Stand”, “This Means War”, “Something New” e la strappalacrime “This Time Last Year”), peccato soltanto che i pezzi si sviluppino tutti su una struttura lineare e alla lunga monocorde che rende un po’ difficoltoso l’ascolto dell’intero album (complice anche la brutta ballad di chiusura “The Death Of Jimmy Green”). Cosa che, da un debutto di gente con dell’esperienza alle spalle, non si può far finta di nulla, anche se quella manciata di canzoni sono una più bella dell’altra e valgono assolutamente l’ascolto.

Voto:6,5/10

Monty Are I - Wall Of People


Stolen Transmission Records/Island Records



Genere: Rock/Pop-Punk


Raccomandato Se Vi Piace: Lorene Drive, Billy Talent, Envy On The Coast, BEDlight For BLUE Eyes, Driver Side Impact


E’ bello sapere che un gruppo è capace di evolvere dallo ska e diventare un altro gruppo lasciando intatta al suo interno la sezione fiati. In Italia è successo con i Meganoidi, che dallo ska-core politicizzato degli inizi sono arrivati ad un ibrido indie-pop italiano alla Baustelle, in America invece ci sono questi Monty Are I. I Monty Are I (precedentemente noti prima come Monty’s Fan Club e poi come Monty) sono, con questo “Wall Of People”, al quarto disco ed hanno subito un ottima evoluzione nel tempo: dal primo disco con il primo moniker, in cui suonavano uno ska duro e puro, si è arrivati alle melodie pop-rock di questo “Wall Of People”, disco che ha attirato l’attenzione dei fan del genere senza creare un enorme e deflagrante hype sulla band in questione. Come dicevo, “Wall Of People” è un buonissimo album di power-pop-punk delizioso e dagli innumerevoli spunti geniali. Primo tra tutti l’uso della tromba che risalta in parecchi brani (“Dublin Waltz”, “Between The Sheets” e “Tie Off Your Veins”) ma è ben presente per tutta la durata del disco: notevoli anche vari effetti “speciali” (il coro da chiesa sul finale di “O Brother” si sposa alla perfezione con il ritornello del pezzo) e i rimandi ad altre band (Brazil o addirittura i Queen su “In This Legacy” e i Billy Talent in “Anchor And Hope”)non sono mai banali e scontati ma aggiungono più vivacità ad un disco, che della vivacità ne fa una bandiera da issare orgogliosamente ai quattro venti. Da ascoltare, almeno una volta, per godere di un po’ di musica spensierata.


Voto:7,5/10

lunedì 2 novembre 2009

Cable - Last Call



Translation Loss



Genere: Sludgecore/Hardcore


Raccomandato Se Vi Piace: Keelhaul, Akimbo, Buzzhoven


“Last Call”. Questo è il titolo del disco di commiato dei Cable, formazione del Connecticut (come dicono anche loro all’inizio di “I Love When You Crawl”) che regala ai propri fan un disco d’addio perfetto. Si inizia dalla pesantissima ed emozionale “Last Call”, ultima canzone registrata dal quartetto, lunga quasi otto minuti, per passare ad un ottimo live, documentato anche su DVD, in cui i Cable dimostrano di avere le carte in regola per poter suonare un ottimo live (qui per poter vedere il trailer del DVD) e non risultare mai scontati. Chiudono l’album una serie di tracce (una serie di piccolo best of), provenienti dai precedenti lavori dei Cable (“Battle Of The Asses” e “Clinton St.Blues” su tutte) che è possibile ascoltare durante il documentario contenuto nel secondo disco in cui si illustra in un ora tutta la storia della band sludgecore americana. Per i fan della band questo è sicuramente un must have, per chi invece è attratto dal fatto che complessivamente è un ottimo cd, rimarrà affascinato dal basso costo del disco e dalla grande cura che il gruppo ha avuto per la realizzazione di “Last Call”. Ultima chiamata, Cable!


Voto:7,5/10

domenica 1 novembre 2009

500 Miles To Memphis - Sunshine In A Shot Glass




Deep Elm Records


Genere:Country

Raccomandato Se Vi Piace: Drag The River, Lucero, Defiance,Ohio, William Elliott Whitmore

Non c’è nulla da fare, anche se si discosta dal genere che ha contribuito a diffondere in giro per l’etere, la Deep Elm il fatto suo lo sa sempre. Lo dimostra ampiamente questo secondo lavoro dei 500 Miles To Memphis intitolato “Sunshine In A Shot Glass”, titolo alquanto esplicativo per il genere suonato dai 4 di Cincinnati. E’ infatti un lavoro molto allegro e spensierato, dedito al country-punk, quello uscito sulla scena più mainstream grazie al lavoro di gente come Lucero e Defiance,Ohio che hanno riscritto la musica country applicandola ad un approccio punk con uno stile rock’n’roll. Una roba da taverna americana insomma. I 500 Miles To Memphis aggiungono a questo anche un vaghissimo pizzico di emotività che è possibile rintracciare in tracce come “Keep It Together” (i Get Up Kids se fossero nati nel profondo sud) dal finale strepitosamente geniale e “Sunshine In A Shot Glass” ma è sempre il punk comunque a farla da padrone con le migliori tracce del disco “Darlin’” e la grandiosa “The Regret” che messa alla fine del disco, aggiunge quel divertimento hardcore melodico che mancava a questo lavoro. Se volete divertirvi e siete di ottimo umore, cosa aspettate a fare vostro questo “Sunshine In A Shot Glass”. Da sbronzi è sicuramente più consigliato l’ascolto.

Voto:7,5/10

sabato 31 ottobre 2009

Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno - Anthem Of The Space



Ektro

Genere: Psychedelic/Experimental/Rock/Drone

Raccomandato Se Vi Piace: Acid Mothers Temple And The Melting Paraiso U.F.O., Kawabata Makoto, LSD March

Non mi sono mai dato alle droghe: probabilmente è per questo che non riesco a capire questo genere di musica. Il collettivo che si riunisce sotto il nome di Acid Mothers Temple & The Cosmic Inferno è giapponese, e come ben sapete mal giudico spesso le band, i progetti e gli artisti che provengono dal Sol Levante. Questo disco è praticamente stato creato ad hoc per i fattoni (che magari abbondano in Giappone, cosa che attualmente ignoro), con una sorta di cavalcata psichedelica sperimentale di 44 minuti, dove oltre ad avere (lo ammetto) un epico assolo rock nel finale, non succede granchè a meno che non si abbiano attaccati due acidi sulle tempie (oppure aver preso un po’ di acido lisergico). Meglio va con la seconda traccia, “Poppy Rock”, dove un farfisa impazzito va avanti e indietro per 10 minuti, quasi a farci capire che fine avrebbero fatto gli Who se fossero nati alla fine degli anni 80.

Dedicato a tutti quelli che vogliono farsi un trip con i controcosiddetti.


Voto:6/10

giovedì 29 ottobre 2009

Locksley - Don't Make Me Wait



Feature Records

Genere:Indie/Rock'n'roll

Raccomandato Se Vi Piace: The Fratellis, Rooney, Everybody Else, Robbers On High Street

Le copertine molte volte sono veramente infide. Sarà per il font usato, sarà per la gente in copertina, sarà per il bianco e nero, ma ero sicuro che fosse un gruppo hardcore newyorkese anni 80. Come al solito, ho fatto la mia graziosa figura barbina e appena parte la titletrack un suono brit-rock anni 60 che parte dai Beatles e finisce al nuovo indie british, tutto sole, divertimento e danze scatenate dei Fratellis o dei Robbers On High Street, so già che l'unica cosa che dovrei fare è mettere a volume alto questo disco, invitare gente e fare festa a tema per tutta la notte. Invece l'unica cosa che faccio è aprire il vostro blog di fiducia e scrivere qualcosa a riguardo; eh, ma io la capisco appieno la musica, altrochè...

Voto:6,5/10

lunedì 26 ottobre 2009

Andromelos - Andromelos



Ektro


Genere:Psychedelic/Post-Rock/Jazz

Raccomandato Se Vi Piace: Tivol, Solar Anus, Space Machine

Del Giappone, musicalmente parlando, sapete cosa ne penso. Popolo inutile + popolo frustrato + diecimila perversioni = musicaccia. Ecco, a volte per un attimo tocca ricredermi: tutto (merito?) degli Andromelos. Il loro lavoro anonimo si snoda in due semplici tracce: la prima è un enorme sfuriata di jazz psichedelico, 45 minuti di caos divertente ed allegro dove più o meno tutto può succedere mentre nella seconda traccia possiamo ascoltare 33 interminabili minuti di post-rock lentissimo con un pizzico di elettronica che fa venire sonno appena comincia il pezzo. Perché ancora non ho (quasi) insultato il Giappone? Perché ad onor del vero, la prima parte del lavoro è assolutamente godibile (sebbene non riascolterei nulla di quanto ascoltato, in quanto esula dai miei ascolti quotidiani), divertente e che mette di buonumore: una specie di colonna sonora per un happening in mezzo a parecchia gente insomma. Quindi se proprio volete farvi del male col Giappone, provate con questo. Non sia mai che vi trovo con gli occhioni stile manga in procinto di compiere qualcosa di vagamente perverso…

Voto:6/10

Silent Envy - From The Vanity Of Ashes

Autoprodotto

Genere: Pop-Punk/Keyboard Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Panic At The Disco, Fall Out Boy, Farewell, Crash Romeo, Better Off Tomorrow, Everdae

I Silent Envy si presentano al grande pubblico con questo debutto "From The Vanity Of Ashes", prodotto dal leggendario Ryan Greene (al lavoro con NoFX e Dishwalla, tra gli altri), che ha il pregio di buttare sul fuoco 12 tracce di infuocato pop-punk ricco di tastiere che potranno far divertire l'ascoltatore. Che non ha mai sentito questa roba. Intendiamoci, i Silent Envy per essere al debutto si meritano assolutamente un elogio (o magari, per fare i maligni come sempre, l'elogio se lo merita quel signor produttore di nome Ryan Greene), i pezzi girano facilmente, orecchiabili quanto basta ("White" e "Take Your Blame For This" rimangono in testa abbastanza a lungo, lo ammetto) ma sinceramente, dopo aver sentito debutti
simili a questo lavoro (Everdae, Better Off Tomorrow, DreamState) sto cominciando a perdere attenzione riguardo a questo genere. Obiettivamente è un buon debutto, senza ombra di dubbio se andate matti per le canzoni da party pop-punk, questo album lo divorerete ma io penso di passare per stavolta; sono troppo occupato a tornare l'emo di una volta in questo periodo.

Voto:6,5/10

domenica 25 ottobre 2009

Last Days Of April - Might As Well Live

Bad Taste Records
Genere: Indie/Pop-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Ariel Kill Him, Starmarket

Diciamocelo apertamente. Se lo consideriamo un album dei Last Days Of April, è un brutto album. Se lo consideriamo un album di un gruppo qualsiasi il responso è abbastanza positivo. Il tempo di “Angel Youth” e di “Ascend To The Stars” è passato da un pezzo e su questo siamo tutti d’accordo: siamo d’accordo anche e soprattutto che Karl Larsson si sia addolcito, una sorta di uomo di nuovo innamorato della vita e non di quel malinconico romantico che cantava “Will The Violins Be Playing?” che a me ha sempre fatto impazzire. Certo è che Karl il suo talento ce l’ha ancora; basta prendere “Lost And Found” così triste, dolce e romantica da farti piangere non appena metti su il cd. Però poi ci sono alcuni pezzi che suonano come passi falsi, tipo il singolo “Who’s On The Phone?” e “Great White Jaws”, con quei chitarroni distorti che con la voce di Larrsson poco hanno da spartire, secondo il mio modesto parere (tranne in caso di “Hanging High”, bella canzone). Mettiamola così, sono ancora combattutissimo a dargli un parere perché a volte lo adoro e a volte mi resta indifferente. Quindi perché non mi scrivete voi cosa ne pensate?
Voto:6,5/10 (per ora)

Up

Genere: animazione, 3D

Si davvero molto carino e divertente; evviva le giovani marmotte, gli scoiattoli e gli struzzi in tecnicolor ma io preferisco i robot.

Voto:7

*il cortometraggio prima del film merita un 10 e lode, piangevo dal ridere, croce sul cuore.

martedì 20 ottobre 2009

This Bike Is A Pipe Bomb - Front Seat Solidarity


Plan-It X Records/No Idea Records
Genere: Country-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Defiance,Ohio , Ghost Mice, Andrew Jackson Jihad, 500 Miles To Memphis

Ascoltare roba No-Idea i tre quarti delle volte, vuol dire riconciliarmi pienamente con la mia barba. Ed è così anche con i This Bike Is A Pipe Bomb, lavoro edito in precedenza per la propria Plan-It X Records, i quali con il loro country-punk risvegliano in me una voglia americana di fare party per tutta la notte. I loro testi si concentrino soprattutto sul lato pacifista degli americani e sull'eguaglianza di ogni razza quindi sotto sotto questi This Bike Is A Pipe Bomb (nome che gli ha procurato più di un guaio con la polizia, a loro ed ai loro fan, a giudicare dalle storie che si leggono online) sono vagamente anche hippie. Ma a me piacciono soprattutto per la classica irriverenza e ruvidezza targata No Idea, dove il suono country standard viene miscelato ad un punk rock semplice ma efficacissimo, capace di creare canzoni come “Body Count”, “A Hundred Dollars” e “Forgotten Not Gone” che assieme al resto di “Front Seat Solidarity” creano un atmosfera festosa e giocosa che unita ai bei testi, contribuisce a rendere la serata sempre più gradevole di quanto sia già.
Voto:7/10

lunedì 19 ottobre 2009

The Queers - Beat Off


Lookout Records/Asian Man Records
Genere: Pop-Punk
Raccomandato Se Vi Piace: Screeching Weasel, Ramones, Green Day

Ho già parlato in precedenza dei Queers e del loro ultimo album “Munki Brain” e di quanto mi sia piaciuto risentire nel 2009 un po' di sano pop punk ramonesiano che spopolava negli anni 90. Per questo ora mi trovo solo che a parlar bene di un album come “Beat Off”, dato che se non è pop-punk puro questo, io correrò in giro per l'Italia di casa in casa, per far conoscere il vero pop-punk. Ma bando alle ciance, e diamo qualche breve e concisa informazione su questo lavoro: correva il 1994, i Queers stavano scalando pian piano la scala del successo (underground ma la fama almeno se la sono guadagnata) dopo già dodici anni di onoratissima carriera e con “Beat Off”, prodotto dalla coppia Mass Giorgini/Ben Weasel (“omaggiato” in Ben Weasel) degli Screeching Weasel, si apprestavano a creare un classico targato Lookout (ristampato nel 2007 per la Asian Man con l'aggiunta di “My Old Man's A Fatso”, cover degli Angry Samoans) dove cominciava tra l'altro a farsi notare un sottile amore per gli anni 60, manifestatosi in questo disco con la cover di “Mirage” dei Tommy James & The Shondells e poi esaltato tempo dopo nei dischi futuri. Imprescindibile.
Voto:8/10

sabato 17 ottobre 2009

The Ponys - Turn The Lights Out

Matador
Genere: Indie
Raccomandato se vi piace: The Raconteurs, The White Stripes, The Dirtbombs, The Von Bondies, Arcade Fire
A parte la notevole copertina, questo terzo disco dei Ponys in me non ha suscitato alcunchè. Si tratta, per chi non li conosce, di un indie garage sulla scia di band come Dirtbombs o primi White Stripes o addirittura The Deadly Snakes per intenderci, dove la ruvidezza, la passione per il rock anni 60 e le atmosfere solari la fanno da padrone. Ecco perchè magari ho apprezzato decisamente tracce come “1209 Seminary” o “Harakiri” che sono un pilino più oscure ma che comunque non saziano la mia sete di nuova e bella musica. Ai fan del genere piacerà. A NME pure, e parecchio. A me no. Quindi se volete pescate i dischi degli artisti sopraccitati e troverete di meglio.
Voto:6/10

venerdì 16 ottobre 2009

KTP - Rockers


Zero Youth Records
Genere: Punk
Raccomandato Se Vi Piace: Brutally Frank, Dead City Shakers
Oddio non potete nemmeno capire la gioia che provo scrivendo questa recensione dopo un mese e mezzo di tempo.Sembrava una battuta, guardando il tutto a posteriori, dicendo che saremmo tornati attivi e avremmo postato (almeno me medesimo) praticamente quasi giornalmente per poi ripostare dopo tutto questo tempo. Svelo subito l'arcano: avevo il pc in panne (la scusa più banale è sempre la più reale). Dio solo sa quanto ho provato in ogni modo a recensire qualcosa di nuovo, ma per un motivo o per un altro non ho potuto postare nulla.
Niente.
Nemmeno una A.
O una recensione con scritto mi fa schifo.

Quindi capirete anche voi, che ora mi sento felicissimo, sono una pasqua e posso solo sperare che domani non mi si succeda di nuovo una cosa del genere, sennò non è ironia della sorte, ma una qualche sorta di karma negativo.Ma non importa sono qui e questo è tutto ciò che importa.
Sono tentato dal lasciarmi andare ed esprimermi per emoticon per la maggior parte del tempo in cui scriverò questa recensione ma non lo farò perchè potrei diventare tedioso e finto giovanile.Quindi, che bello poter scrivere qui su The Guilty Agenda.
Voto:10/10
Ah, scusate.

Il cd dei KTP?
E'punk.
Fatto male.
Fa schifo.
XD

Voto:3/10

sabato 3 ottobre 2009

Zombie self defence force



Spesso narro di film con deliri e sceneggiature al limite della totale casualità, ma oggi ho deciso di presentarvi questo film che è riuscito a ottenere un suo piccolo culto un po' in tutto il mondo.
Certo, si sa, i giapponesi qualche rotella fuori posto cel'hanno ed ecco quindi cosa succede quando uno sceneggiatore totalmente pazzo incontra un regista altrettanto fuori di mente.
Dopo una breve intro totalmente fuori luogo tanto da sembrare una dichiarazione di guerra o un comunicato dittatoriale (in realtà sembrerebbe un ironica presa per il culo a George Romero o un finto tributo a quest'ultimo e un grazie sentito all'America) inizia il putiferio, e davvero succede di tutto.
Alieni che si schiantano contro un photoshoppatissimo monte Fujiama, scatendando un ondata verde maligna che risveglia i morti seppelliti in una foresta adiacente dove, la idol fregna di turno sta facendo un servizio fotografico con la troupe, una pattuglia di militari disarmati e un paio di malavitosi yakuza stanno facendo ognuno i fatti loro, ah!non dimentichiamoci della famigliola con la casa in montagna con il pavimento incelofanato per evitare di sporcare la preziosissima moquette di zia Otsu.
Frulliamo quindi alieni, zombie, e perchè no? Cyborg e fantasmi di militari giapponesi ed ecco il risultato, un'ora e mezza di assoluto delirio, il tutto impreziosito dalla comparsa di un feto zombie che si sposta come il miglior tarzan grazie all'ausilio del cordone ombelicale.
Dopo ripetute proiezioni, la domanda però in fondo è, ma questo film è veramente una merda così eclatante (consiglio vivamente però di vederlo, non fraintendetemi, le risate sono assicurate e garantite) oppure è stato fatto male di proposito?!?!
A critici più esperti l'ardua sentenza, a mio avviso è uno dei migliori film brutti mai realizzati grazie al quale tutt'oggi mi spiscio dal ridere.

Voto: 8,5

lunedì 28 settembre 2009

Matt Bellamy e la sua tastierina - The Resistance


Genere: Ninne nanne/teletubbies/frodo

Se vi piace: Lady Gaga, Beyoncee, Giovanni Allevi amputato



Matt Bellamy entra nel toy center di fiducia e trova la nuova spettacolare tastiera Bontempi con inclusi gli effetti trombetta pasquale, organo clericale e chitarra moscia.

Chris (bassista): ma Matt noi cosa dobbiamo fare in questo nuovo album?
Matt: non vi preoccupate ragazzi!ho in mente una cannonata di idee formidabili!
Dominic (batterista): Per esempio?
Matt: un assolo spaziale di 17 minuti di chitarra voi mi chiederete come farò a suonare per 17 minuti eeeh?basterà mettere un po' di petrolio sul manico e vedrete che effetti che escono fuori!
Dominic e Chris: O_O

tempo dopo...

Matt: ok ragazzi ho deciso, basta chitarre nel nostro nuovo cd darò spazio al mio vero essere uomo, grazie all'aiuto della cosmica tastiera Bontempi darò nuovo smalto al nostro sound, e noi nuovi jeans superstretti e senza mutande, i miei acuti e il mio essere cristiano non avranno eguali nella storia della musica pop contemporanea!
Chris: ok ma le mie parti di basso?
Matt: tu limitati a fare le stesse note che facevi 3 album fa e anzi per 6 tracce, non fare niente, che è meglio!
Dominic: e io cosa devo fare?
Matt: tu occupati di impersonarmi quando siamo ospiti dalla Ventura, che a fare un album bomba ci penso io!
Chris: ehm ok

tempo dopo...

Dario: hey bella tra un chilotone di porno camuffati c'è anche l'album dei Muse nuovo, scarichiamolo e ascoltiamolo subito!

1 ora dopo...
Dario: ok, mi spacco la tastiera in faccia
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Voto: 4,0

sabato 19 settembre 2009

S.DARKO



Qualche giorno fa una ragazza chiede a Richard Kelly via Twitter se ha visto S.Darko.

Risposta:have not seen it and I never will.

ecco,queste parole dovevano bastare a placare la mia curiosità,perchè se la mente dietro un cult come Donnie Darko,nonchè la voce nella tua testa,ti dice 'non farlo' tu devi ascoltare.
ma io ho ignorato questa vocina e ho speso 7 euro di biglietto per vedere un film orrendo in una sala puzzolente,senza popcorn e senza coca cola,con un metallaro che sosteneva che Donnie Darko era simpatico.

ma questa,diciamolo pure,era la parte divertente di tutta la situazione.

il film prevede più o meno questo:
un ragazzo con la peste bubbonica che continua a grattarsi il collo staccando pezzi di un qualcosa non ben identificato,uno figo che però si veste come brandon walsh di beverly hills per ricordarci che siamo negli anni 90,uno fissato con star trek,star wars e simili,due ragazzine che ciucciano un lecca lecca alla ciliegia davanti ad un prete pedofilo,una che vede gesù e che ci fa sapere che è molto abbronzato e muscoloso,un ragazzino morto col pigiama rosso,che in realtà non è morto alla fine del film,ma nessuno se lo caga e quindi muore.
ah sì,poi c'è quello che è stato in guerra e per questo è diventato matto e che è,guarda caso,il nipote di roberta-grandma death-sparrow.

ora io potrei stare qui e cercare di spiegare come si evolve la storia,ma è così assurda e senza senso che non ci riesco.l'unico pensiero che ho da quando sono uscita dal cinema è CHRIS FISHER CAMBIA LAVORO.

martedì 15 settembre 2009

Mastodon - Crack The Skye


Genere: Post-rock, progressive metal

Fare poker d'assi è difficile, tremendamente difficile, avere 4 carte dello stesso tipo in mano è una probabilità bassissima, bassa quanto il numero di band che dopo 3 album di una qualità e di una evoluzione incredibili riesce a sfoderare il quarto asso, ed è un asso formidabile, credetemi, quello che questo gruppo di 4 ragazzi (i numeri si ripetono già, anch'essi sono 4 assi) di Atlanta ha inciso è senz'altro il loro disco migliore, che segna una netta dipartita dal sound degli esordi, quel debordante Remission che li vedeva suonare un claustrofobico, personalissimo e tecnicissimo post-core/groove metal.
Il sound dei nostri, i più intransigenti direbbero essere "rammollito", in questo caso a me piace dire "evoluto" o se non altro snellito, le partiture, di album in album, si sono fatte sempre più melodiche e incisive, con una cura per i dettagli sempre più maniacale, un'ispirazione fervida che sembra aver colpito il principale compositore e chitarrista Brent Hinds, il quale sembra aver trovato un luogo remoto della sua mente e del suo cuore dopo un grave incidente alla testa, e che lo ha portato a comporre per la maggior parte questo macigno di proporzioni epiche.
Quello che più salta all'occhio già rispetto al precedente "Blood Mountain" e soprattutto guardando ai 2 lavori precedenti, è una cura e un efficacia mai sentiti per le linee vocali, su quest'album infatti, trovano spazio tutti e 4 i componenti della band, regalando degli scambi vocali emozionanti e sempre al servizio del pezzo, specie nella introduttiva "Oblivion" dove ben 3 voci si alternano, si spinge poi sull'acceleratore con "Divinations" pezzo che guarda al passato da uno specchietto retrovisore della fuoriserie che il gruppo è diventato in questi anni, dopo la buona "Quintessence" che ci presenta alcuni pezzi groove centrali eccezionali, ecco "The Czar" lunga suite divisa in 4 sottocomposizioni (la traccia è una sola comunque) omaggio a quel prog settantiano a cui l'album tanto si ispira.
E' poi il momento di due pezzi estremamente prog e metal come "Ghost of Karilla" e "Crack The Skye", la prima, ci mostra l'abilità canora del bassista Troy Sanders che ha ottenuto con gli anni un pulito eccezionale e personale, il riff portante della canzone è rarefatto e estremamente prog, che ci porta su lidi extrasensoriali; mentre Crack The Skye è una cavalcata trionfale in cui è ospite il cantante dei Neurosis che offre l'unica performance growl dell'album (ottima per altro).
Chiude il disco "The Last Baron", pezzo lunghissimo ed epico, ciliegina sulla torta e summa di tutto l'album, da risentire milioni di volte, senza stancarsi, propone soluzioni stravaganti e fresche, dominate dall'ottimo cantato di Hinds il quale si alterna ancora una volta con Sanders.
Insomma, per l'ennesima volta mi trovo a lodare i Mastodon e un album senza eguali in qualità di songwriting e esecuzione, l'unico punto un po' amaro è la prestazione di Brann Dailor, drummer eccelso ed eccentrico che però per questo lavoro pare aver messo la sua bravura al servizio dei pezzi e ha limitato di molto le sue fughe geniali e i suoi assoli e controtempi, stiamo comunque pur sempre parlando di una prestazione sopra le righe e che rende i pezzi quelli che sono, un titano immenso che schiaccia la maggior parte dei gruppi più quotati della scena mondiale.
Bè, ecco, dopo aver speso tanti elogi, spero solo di aver convinto qualcuno (che non sia Valerio XD) a provare a dare un ascolto a quest'album, a non farsi intimorire dall'etichettatura "metal" e che vinca l'omertà e almeno una volta scriva "Dario st'album è nammerda datti al cucito".

Voto: 9.0

domenica 13 settembre 2009

Drag Me To Hell

Genere: horror con sfumature trash

Mai fidarsi delle vecchie. Un assioma valido nei secoli dei secoli.
Ribadito ciò se la vecchia è una zingara orba, che si leva la dentiera per ciucciarti le caramelle omaggio sulla scrivania mentre una polmonite catarrosa le fa sputare entrambi i polmoni dal naso, allora dovrebbe essere chiarissimo che la cosa più immediata da fare è concederle una proroga sul mutuo, previo poi munirsi di ettolitri di Amuchina.
Ma questo non lo capisce mai nessuno e stavolta non si può certo dare la colpa alla reginella del maiale in porchetta; onestamente io sarei stata infinitamente più stronza con la vecchia puzzona e così facendo sarei finita a bruciare all’inferno per l’eternità seppur con la consolazione di portare con me il kebbabbaro malefico che dopo avermi staccato 60 dollari a seduta, avermi fatto accoltellare il mio mifietto di due mesi, aver lasciato morire lady Tortillas nel tentativo di staccare la capoccia ad una malefica capra infestata e avermi costretto a subire tentativi di limonamento e scambio di fluidi corporei da parte del fantasma della vecchia lerciosa per tre giorni, mi dicesse poi con la massima tranquillità: “ma guarda in realtà basta che regali il bottone a qualcuno che la faccenda è risolta, non te l’ho detto prima perché l’anima dello sventurato verrà dilaniata tra atroci tormenti e sbranata da fauci incandescenti e straziata nello spirito da uccelli di fuoco e su di esso ricadranno il dolore e la pena eterne e fuoco e fiamme e le piaghe d’Egitto e Gesù Cristo, che l’ho visto ieri, Madonna sua, sotto Pasqua s’è ingrassatooooo…quindi voglio dire, cioè, se t’arriva addosso
tesò te fa male..e cenere e lapilli e placche tettoniche e il processo di formazione del magma per fusione parziale del mantello terrestre che avviene a determinate condizioni di pressione, temperatura e contenuto d'acqua disciolto in soluzione: questo magma è così caratterizzato da contenuto di silice attorno al 50% , povero di acqua e gas, è fluido e pertanto veloce nell'attraversare la crosta terrestre e da esso deriva la lava basica. L'elevata velocità di risalita di questi magmi impedisce il loro raffreddamento quindi la temperatura al momento dell'eruzione può aggirarsi anche attorno ai 1200 °C.
Dunque ecco..”
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“bastardoooooooooooooo”

Voto: 7.5

*notasi le magiche gang quali la colluttazione con la vecchiaccia nel parcheggio o lei che spruzza sangue dal naso lavando il direttore in pieno stile Genio delle Tartarughe quando legge i giornalini porno. meravigliose.

giovedì 10 settembre 2009

Kristin Hersh - In Shock

4AD

Genere: Indie/Folk/Pop-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Throwing Muses, Patrick Wolf, Murder By Death

Ora che finalmente, qui su The Guilty Agenda, da oggi stiamo riprendendo il ritmo naturale delle cose (ovvero recensire più o meno giornalmente, ma stavolta si spera che recensiremo più di prima), mi accingo a recensire un singoletto di quattro pezzi di Kristin Hersh, “In Shock”. Ecco, passano 9 mesi dall’ultimo ascolto di qualcosa di Kristin Hersh (vedi recensione di fine anno) e il commento è sempre lo stesso: brava cantautrice ma eccessivamente noiosa, anonima. Insomma c’è di meglio, decisamente.

Voto:5/10

Pop Punk's Not Dead

Go Kart!
Genere: Pop-Punk
Oddio, questo cd è un vero e proprio tuffo nel passato. “Pop Punk’s Not Dead”, come appunto dice il titolo, ha il merito di far capire ai profani del genere che il pop-punk non è assolutamente morto, anzi, è un genere che partendo dagli immortali Ramones e riuscendo ad evolversi, il minimo indispensabile a dire la verità, durante gli anni, è giunto verso il finire degli anni 90 ad una completa affermazione all’interno della scena punk. Fatto sta che tutti i trenta gruppi all’interno della compilation ideata dalla Go-Kart (etichetta che da sempre si è prodigata a far conoscere al mondo band estremamente valide in campo pop-punk) sono uno migliore dell’altro e sono una prova eccellente dello stato vitale della suddetta scena. Ecco quindi trovare i Teenage Bottlerocket, band nata dalle ceneri dei Lillingtons, che sprigiona gioia di vivere ad ogni nota, le Unlovables, band female-fronted con membri dei Dirt Bike Annie, gli immancabili Queers, i veterani queercorers Boris The Sprinkler, gli italianissimi Manges e Five O’s, i belgi Janez Detd che con la loro “Anti Anthem” dimostrano una propensione maggiore per un suono moderno, gli Ergs con il loro suono così No Idea ed infine (ma ce ne sarebbero molti altri) gli Squirtgun che spero facciano presto uscire un nuovo album che ci vorrebbe decisamente. Volete fare una festicciola punk e non sapete cosa mettere per rallegrare la gente? Buttatevi a capofitto su questo disco e poi andate a ripescare la maggior parte di queste band. Di sicuro non ve ne pentirete.
Voto:8/10

giovedì 3 settembre 2009

Driver Side Impact - The Very Air I Breathe

Victory RecordsGenere: Pop-Rock/Nu-Emo/Pop-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Blinded Black, Jamies Elsewhere, Lorene Drive, June, The Junior Varsity

Ipotesi infondata: Tony Brummel è fondamentalmente sordo e non ha mai sentito nulla dei Driver Side Impact. Ipotesi migliore: Tony Brummel in realtà ha firmato a caso un contratto, solo per la gioia di poter dire, questo gruppo l’ho messo sotto contratto a caso, cioè sono il più figo. Ipotesi peggiore: i Driver Side Impact hanno rapito il bulldog (sic) di Tony e hanno chiesto il suo riscatto, chiedendo di fare uscire il loro cd fatto di aria e inutilità sotto l’etichetta Victory Records.Ipotesi fondata: i Driver Side Impact hanno fatto uscire un cd che è rimasto, giustamente, anonimo ed hanno fatto finta di niente, come se niente sia accaduto, dato che probabilmente all’interno della Victory Records nessuno si ricorda di loro. O dei Corpus Christi.
Ora, distogliendo l’attenzione dalle ipotesi, concentriamoci sul disco.
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Recensione finita.
Voto:4/10

mercoledì 26 agosto 2009

Eluvium - Copia

Temporary Residence Ltd.
Genere: Ambient/Minimalista/Post-Rock/Shoegaze

Raccomandato Se Vi Piace: Mono, Stars Of The Lid, Mogwai, The Album Leaf
Ascoltare “Copia” è un vero e proprio viaggio: qualunque canzone è stata creata apposta per scatenare un determinato pensiero, una sensazione precisa, un ricordo dolce quanto etereo. Il compositore Matthew Robert Cooper, con l’aiuto di drones e pianoforti, riesce a raggiungere un livello di intensa evanescenza che raramente mi è capitato di ascoltare. In effetti chiudendo gli occhi, riesco a passare dall’interno di un treno in corsa lungo la ferrovia norvegese, con i pini che mi scorrono davanti creando quell’effetto verde scuro incantevole (“Amreik”), al pensare alle gioie della vita, a quello che uno può sperare dal futuro (“Prelude For Time Feelers”), ad una cenetta a lume di candela con tanto di passeggiata notturna in silenzio, godendo di quegli attimi che si allungano verso l’eternità per rimanere impressi, stile vecchie polaroid, sfocati ed pallidi con quella punta deliziosa di malinconia, nella nostra memoria (“Radio Ballet”) o solamente ad un lieve senso di inquietudine (“Reciting The Airships”). “Copia” è un disco dedicato a chi è sensibile, a chi vuole godersi un esperienza catartica, chiudendo gli occhi ed immaginando soltanto ciò che la mente ci conduce a vedere e a chi vuole godersi un disco in piena notte, sorseggiando due dita di whiskey, riflettendo sulla sua vita, come ogni film americano che si rispetti, ci ha indotto a pensare.
Voto:8/10

martedì 25 agosto 2009

Biirdie - Catherine Avenue


Love Minus Zero Recordings

Genere: Pop-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Dreamstate, House Of Fools, The High Water Marks, Hello,Blue Roses

Vi presento i Biirdie. Terzetto (due uomini e una ragazza) proveniente da Los Angeles, i Biirdie si cimentano in un pop-rock dalle influenze folk e 60’s dal sound così rilassato e felice, che porta alla mente i quasi labelmates House Of Fools. Ho detto quasi labelmates, perché il disco “Catherine Avenue” è stato rilasciato sulla Love Minus Zero Recordings, una imprint della Drive-Thru, dedita a scenari musicali un po’ più folkeggianti e intimisti, come nell’ovvio caso di questi Biirdie, qui al loro secondo lavoro. E al secondo lavoro, la band centra il bersaglio con un disco che potremmo dire, brilli da solo di luce propria: sì perché, è difficile trovare qui una canzone veramente brutta, dato che l’alternarsi delle due voci, quella maschile, quasi stereotipata su quella dell’idolo folk del nuovo millennio, Conor Oberst e una voce femminile, che (sembra una gag ma non lo è) si avvicina moltissimo al timbro di Maria Taylor, tengono l’ascoltatore con l’orecchio in costante fermento, sempre pronto a seguire i gioiosi intrecci vocali che sono la cosa più sixties che voi possiate mai ascoltare (“LA Is Mars”, “Catherine Avenue” ma soprattutto “Who Were You Thinkin’ Of” condita anche dall’immortale farfisa). Un disco che non rivoluziona, anzi, prende in prestito parecchi attributi da vari artisti ma che almeno risulta godibilissimo dall’inizio alla fine, senza annoiare e permettendo anche più di svariati ascolti.

Voto:7/10

lunedì 24 agosto 2009

Brutally Frank - One For The Road

Zero Youth Records
Genere: Psychobilly/Country-Punk/Punk-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Dead City Shakers, Sick City Daggers, Corpse Show Creeps

Tempo fa, della Zero Youth Records, ho recensito il primo lavoro dei Dead City Shakers “Ship Of Beggars”. Il lavoro, anche se non originalissimo, era buono, si sapeva far ascoltare e anche apprezzare. Ecco, questo discorso con i Brutally Frank non si può davvero fare. Il disco non è originale, ma proprio per niente, originale quanto il significato dietro i tatuaggi con le stelline sulle pin-up, quanto la Polystation 3 o addirittura quanto la batteria del mio cellulare, che muore ogni due per tre. Si tratta di psychobilly grezzo, americano con canzoni graziose come “Corazon Del Diablo” (a dire il vero, è un pezzo che definirlo bomba è riduttivo) dove un contrabasso impazzito, una batteria non da meno e una voce devastata da alcool e fumo danno fiato a qualcosa di già sentito e risentito. Per quelli che proprio non ce la fanno a non sentire qualcosa con il contrabasso che spara accordi a velocità inaudita e capelli che sfidano la gravità da prima che nascesse il visual key.

Voto:3/10

Ted Leo & The Pharmacists - Living With The Living

Touch And Go

Genere: Power-Pop/Indie/Pop-Punk

Raccomandato Se Vi Piace: The Dismemberment Plan, The New Pornographers, The Hold Steady, Pretty Girls Make Graves

Ted Leo continua imperterrito la sua cavalcata, peraltro signorile, sull’onda del power-pop punkeggiante, tanto caro alla sua ex etichetta (ex in tutto e per tutto, dato che ormai la Lookout che esiste tuttora, è una sorta di tomba aperta dove tutti vanno a pisciarci sopra), con questo quinto album “Living With The Living”, il primo uscito per la Touch And Go. Ted (fratello del, meno famoso, Chris Leo dei sublimi Van Pelt) in questo disco aggiunge al già ricco panorama della sua carriera, molti temi sociali nei suoi testi e un attitudine (più che in passato) quasi combat alla sua musica…Regà, a me sto disco mi è piaciuto, è un buon album di power-pop-punk, ma veramente sono a corto di idee.
Dovrò riprendere il ritmo, può darsi.Ascoltate e via.
Voto:7/10

venerdì 7 agosto 2009

Fragile

Genere: Horror, Ghost Story

Un'infermiera premurosa, troppo, una bambina morta, ossa che si spaccano, tubature che scricchiolano, trombe delle scale, ascensori che precipitano, urla inquietanti e l'immancabile pioggia tipica delle produzioni spagnoleggianti.
Davvero un bel film che tiene sempre col fiato sospeso senza cadere nel banale.

Voto:8

Harry Potter e in principe mezzo-sangue

Genere: fantasy, soap-opera

Ron va con una perchè gli piace Hermione, Hermione va con un'altro perchè è gelosa, ad Harry piace Ginny la sorella di Ron ma a Romilda piace Harry così cerca di sedurlo con una pozione che però viene accidentalmente bevuta da Ron, a Lumacorno, il nuovo professore di pozioni, piace Harry ma non in quel senso, almeno credo, comunque lui da a Ron l'antidoto contro il filtro d'amore, peccato che qualcuno odi Silente ed a Lumacorno piaccia l'alcool, per colpa del vino RonRon quasi ci rimette le penne.
Insomma muore Silente a cui piaceva Harry, stavolta nel primo senso viste le tendenze di sponda del preside, ma tutto finisce comunque bene tra limonate e burrobirre.

"Questi libri insegnano ai ragazzi come entrare nella stregoneria e diventare stregoni o maghi"
-la Religione Cristiana Tutta su Harry Potter-

...oddio di questo passo i film di Harry Potter insegneranno ai ragazzi come entrare da qualche altra parte..

Voto:6.25


Terminator Salvation


ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarlo all’infinito nel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tali pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarità questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affanno orecchie occhi narici aperti attenti forza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto tara-tatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie salti altezza 200 m della fucileria Giù giù in fondo all’orchestrastagni diguazzare buoi buffali pungoli carri pluff plaff impennarsi di cavalli flic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiii scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craac [LENTO DUE TEMPI] Sciumi Maritza o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piattttti d’otttttone pan di qua paack di là cing buuum cing ciack [PRESTO] ciaciaciaciaciaak su giù là là in-torno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampe vampe vampe vampevampe vampe vampe ribalta dei forti die-vampe vampetro quel fumo Sciukri Pascià comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco allò Ibrahim Rudolf allô allô attori ruoliechi suggeritori scenari di fumoforeste applausi odore di fieno fango sterco non sento più i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcioTimmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-béèé tam-tumb-tumb tumb tumb-tumb-tumb-tumb Orchestra pazzi bastonare professori d’orchestra questi bastonatissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori più piccoli minutissssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungiasdraiati Monti Ròdopi ritti al-ture palchi loggione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplo-dere fazzoletti bianchissimi pieni d’oro Tumb-tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zang-tuuum-tuuumb orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenziotenuta nell’alto cielo pallone sfericodorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy .
Filippo Tommaso Marinetti

Voto: 4 (ma un bel 9 all'insostituibile ed inimitabile Schwarzy e alla sua unica scena)

martedì 4 agosto 2009

Danzig - Danzig

Def American Recordings
Genere: Metal/Hard-Rock/Horror-Punk
Raccomandato Se Vi Piace: Samhain, Motorhead, Black Sabbath

Di solito non ho mai recensito “vecchi” dischi, che non facessero parte del mio bagaglio musicale, quindi diciamo che con questo omonimo debutto dei Danzig, ho deciso di dare una piccola svolta alle mie recensioni. Siamo nel 1988 e Glenn Danzig, ex cantante di band come Misfits e Samhain, decide di tagliare con l’horror punk che lo aveva sempre contraddistinto e buttarsi a capofitto in un hard rock, estremamente debitore dei Black Sabbath (“Evil Thing”, “Mother”) quanto del metal più oscuro (in “Twist Of Cain” addirittura troviamo un James Hetfield a fare da corista), aggiungendo una componente horror, come nei suoi precedenti lavori. Con lui troviamo John Christ, Eerie Von, già nei Rosemary’s Babies e nei Samhain ed infine Chuck Biscuits, batterista proveniente da D.O.A., Black Flag e Circle Jerks. “Danzig” rappresenta quindi probabilmente un punto di svolta nella musica metal, dove una serie di artisti punk cominciano a suonare hard rock dalle atmosfere macabre, portando suoni a metà tra punk e metal che influenzeranno con il tempo gente del calibro di Black Label Society e Type O Negative. Una pietra miliare dell’horror-punk.

Voto:8,5/10

domenica 2 agosto 2009

Circa Survive - Juturna


Equal Vision Records

Genere: Nu-Emo/Alternative Rock

Raccomandato Se Vi Piace: This Day Forward, Dredg, Dance Gavin Dance, The Sound Of Animals Fighting

Prendete uno dei gruppi più sottovalutati della prima scena screamo-pop, i This Day Forward, e uno dei migliori cantanti usciti proprio sul finire di quella prima ondata, ovvero Anthony Green dei Saosin. Ora mischiate il tutto, assieme ad un condimento a base di Dredg, e quello che avrete saranno i Circa Survive. Questo full-lenght di debutto (preceduto dall’EP di tre pezzi “The Inuit Sessions”) è un disco di quelli da sentire e risentire, per capirlo bene e a fondo: le ritmiche dei pezzi sono più complesse di quanto sembrino in apparenza (risultando complesse quanto i brani dei già citati This Day Forward) e a volte la splendida voce di Anthony Green arriva addirittura ad integrarsi ad esse (“Holding Someone’s Hair Back”, “The Glorious Nosebleed”), assumendo fattezze al limite del femminile (“Act Appalled”). Ecco che il suono dei Circa Survive, ispirato da Dredg, primissimi Coheed And Cambria e Before Today (ora Pierce The Veil), si fa più corposo ad ogni ascolto, lasciando incantato l’ascoltatore, rapito soprattutto dalle trame melodiche del cantante, il quale si fa notare anche per i testi, sempre ispirati, che prendono spunto sia da situazioni macabre (sempre “The Glorious Nosebleed”, presa dall’omonimo racconto di Edward Gorey, che la splendida copertina di Esao Andrews, un giovane ma bravissimo artista contemporaneo che fa del surreale e del fantastico morboso la sua fonte d’ispirazione) che da “Eternal Sunshine Of The Spotless Mind” il film di Michel Gondry, che fa da ispirazione in “Meet Me At Montauk”. Un gran bel lavoro, da ascoltare ed assaporare al meglio: sicuramente un ottimo ascolto.

Voto:8/10

giovedì 30 luglio 2009

Minus The Bear - Interpretaciones Del Oso

Suicide Squeeze“Interpretaciones Del Oso” non è un disco dei Minus The Bear; è in realtà il disco di remix di vari artisti di “Menos El Oso” dei Minus The Bear. Ecco quindi che nel disco spuntano collaborazioni più o meno celebri: si parte da Dalek terminando al remix di Morgan dei Blood Brothers (molto bella ed atmosferica, la conclusiva “The Pig War”), passando poi per il remix di Tyondai Braxton dei Battles, il quale ci mette del suo, buttandoci dentro elementi math degni del proprio gruppo ed infine per il remix di Jason Clark dei Pretty Girls Make Graves della canzone “El Torrente”. In quanto disco di remix (peraltro la maggior parte lodevoli e godibili dall’inizio alla fine)tenderei a consigliare il lavoro ai soli fan, oppure a qualcuno che voglia immergersi nell’elettronica di influenza math.

Voto:6,5/10

The Snake The Cross The Crown - Cotton Teeth

Equal Vision Records
Genere: Folk/Americana
Raccomandato Se Vi Piace: Dear And The Headlights, Murder By Death, As Tall As Lions, Manchester Orchestra

Dopo la recensione di Dear And The Headlights, ora tocca ad un altro gruppo folk della Equal Vision, passare qui per The Guilty Agenda. Si tratta dei The Snake, The Cross, The Crown (che non è altro che un rimando al logo dell’italiana Alfa Romeo), gruppo dal monicker sublime, ma dalla musica noiosa. Parecchio noiosa.Intendiamoci, “Cotton Teeth” preso a piccolissime dosi (tipo, 2 canzoni, massimo 3, a botta) è un buon disco di folk americano, di quello che ora sta spopolando nella scena indie/”emo” (dato che molti artisti con questa etichetta si riciclano poi con questa musica, alcuni con ottimi risultati, come Frank Turner e City And Colour): basta prendere canzoni come “Behold The River”, la ritmata (forse l’unica del disco) “Back To The Helicopter” oppure “The Great American Smokeout”.Ecco sentitele…Penso converrete con me, che sono effettivamente delle buone canzoni ma alla domanda “Vuoi continuare ad ascoltare i The Snake, The Cross, The Crown?” la risposta sarà (credo) unanimemente no. Non so se dirvi che “Cotton Teeth” sia un disco ridondante o pedissequo od addirittura pedantesco, ma di sicuro posso affermare che non è semplice stare dietro con estrema attenzione ad un disco come questo. Garantito.
Voto:5,5/10

mercoledì 29 luglio 2009

Chuck Ragan - Do You Pray?/Congratulations Joe

No Idea Records
Genere: Cantautorato/Folk

Raccomandato Se Vi Piace: Tim Barry, Rumbleseat, Austin Lucas

Se c’è qualcosa che mi mette proprio il buonumore, questo è sicuramente Chuck Ragan. Ennesimo singoletto, ed ennesimo colpaccio da parte dell’ex chitarrista degli Hot Water Music: “Do You Pray?” ha l’allegria malinconica del folk dalla sua mentre invece “Congratulations Joe” è un semplice ma toccante omaggio al padre dell’artista. Come sempre, recensione breve = recensione finita.
Voto:7/10

Wolf & Cub - Vessels

4AD
Genere: Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Wolfmother, The Mess Holes, The Drones, Jane’s Addiction

Due domande balzeranno alla vostra mente.La prima è: che fine avete fatto? Siete morti? Due settimane per una recensione?La risposta è che, io fino alla fine di agosto non sarò eccessivamente presente sul sito, però cercherò di non far sentire parecchio la mia mancanza e posterò, a volte di più, a volte di meno, delle recensioni.La seconda è: che cavolo fanno i Wolf & Cub?La risposta è: me lo chiedo anche io.Nel senso, che senso ha scimmiottare i Wolfmother, o qualunque altro gruppo australiano (dato che dai Silverchair ai Silversun Pickups, la fantasia regna sovrana, e non è un caso che ho postato questi due monicker) che si rifà alle sonorità un po’ psichedeliche e hard rock anni 70, se poi tiri fuori un disco noioso come questo “Vessels” dove addirittura i pezzi in alcune occasioni, travalicano la linea standard dei quattro minuti di formato canzone, fino ad arrivare ai sette minuti e ventisette di “Kingdom”, dove l’idea di temperarmi il cervello, è risultata di gran lunga gradevole, rispetto all’ascolto di questo disco?Perché fare una cosa del genere?Perché?Boh, io non comprendo, e vado oltre.

Voto:4/10

mercoledì 15 luglio 2009

Jesu - Conqueror

Hydra Head
Genere: Post-Rock/Doom/Industrial/Shoegaze

Raccomandato Se Vi Piace: Godflesh, Isis, Battle Of Mice, Envy
Gli Jesu, il progetto di Justin Broadrick, batterista dei Godflesh, ha preso una decisiva piega melodica nell’EP “Silver”, ma soprattuttto in questo “Conqueror”. Partendo dal doom lento e cadenzato, a tratti industrial, del primo lavoro omonimo, in “Conqueror” si aggiunge al tutto, un mood shoegaze discretamente diffuso in tutto il disco,concedendo al suono complessivo, un piglio post-rock che rende l’album più fruibile di quelli precedenti. Basta prendere la titletrack oppure “Weightless And Horizontal” per comprendere al meglio quest’evoluzione, che li porta ad essere una sorta di My Bloody Valentine, pesanti, claustrofobici e dolcissimi al tempo stesso. Un disco da ascoltare prima e possibilmente da avere, per tutti che vi professate fan della musica originale.
Voto:8/10

martedì 14 luglio 2009

Maylene And The Sons Of Disaster - II

Ferret Records
Genere: Rock/Metalcore

Raccomandato Se Vi Piace: Everytime I Die, He Is Legends, Memphis May Fire

“II” è decisamente il disco più ignorante che io abbia ascoltato negli ultimi mesi. C’è tutto: riffoni sudisti, voce a metà tra il gracchiato e un urlato più che accettabile, addirittura ballatone che più americane non si può (“Tales Of The Runaways”). Se il precedente progetto di Dallas Taylor, gli Underoath sono, tuttora, una delle realtà più interessanti nel panorama screamo-pop/metalcore mondiale, nonché band di notevole successo, i Maylene And The Sons Of Disaster sono nati decisamente sotto una buona stella che, li ha fatti partire col botto e li sta facendo continuare ancora meglio (vedi “III”, nuovo album uscito da pochissimi giorni). E sarebbe sbagliato non valutare positivamente brani come “Darkest Of Kin”, la devastante “Plenty Strong And Plenty Wrong” e l’azzeccatissima “Dry The River”? (Mia personale risposta: sì). Io dico che un ascolto lo si potrebbe regalare ai Maylene And The Sons Of Disaster: se non altro perché almeno è musica decisamente originale.
Voto:7,5/10

sabato 11 luglio 2009

Clip of the day - Mastodon: Oblivion



Veramente pochi gruppi possono vantare un curriculum come quello dei Mastodon, 4 album uno migliore dell'altro (di cui l'ultimo "Crack The Skye", album dal quale è tratto questo video), concerti live in cui hanno fatto d'apertura per i migliori gruppi (Metallica in primis) e se in giro per suonare da headliner, consegnano ai posteri prestazioni forse piuttosto statiche ma memorabili; insomma, se attualmente c'è un gruppo definibile "perfetto" questo potrebbe essere solo questo quartetto americano in cui tecnica, songwriting e passione la fanno da padroni.
Da quando col precedente "blood mountain" i 4 di Atlanta sono approdati alla warner bros, il budget a loro disposizione è senz'altro decuplicato ma questo non ha dato alla testa al gruppo che anzi ha incrementato ancora la qualità dei propri brani.
In questa clip possiamo ammirare e ascoltare l'opener dell'ultimo album, Crack the Skye, una traccia lenta, dal carattere anthemico con certi richiami etnici orientaleggianti, un testo tutto da leggere e un gusto per gli arrangiamenti e la composizione veramente con pochi rivali.
Il video è straordinariamente pieno di effetti, non pacchiani, ma molto gradevoli da vedere, un ottimo video che accompagna la canzone più che dignitosamente, insomma tirando le somme, qualcuno al giorno d'oggi che fa le cose fatte bene c'è, e questi sono i Mastodon. Da scoprire e se li conoscete già, diffondetene la musica.

Voto musica: 9,0
Voto video: 7,5

venerdì 10 luglio 2009

Chow Nasty - Ungawa EP

Red Eye Music Distribution
Genere: Rock
Raccomandato Se Vi Piace: The Dirtbombs, Pussy Galore, Jon Spencer Blues Explosion, Basement Jaxxx

Probabile che io sarò scemo, ma comincio a fare la conoscenza di questo terzetto, da questo introvabile EP, che contiene la titletrack, quattro diversi remix (divertente solo quello denominato Armani XXXchange) ed altre canzoni. Il risultato è un gruppo che si crede divertente ma non lo è. Che suona musica come quella dei Jon Spencer Blues Explosion o dei Pussy Galore, con nessun appeal. Che insomma, crea un brutto EP e vuole spacciarlo per bella musica.

Voto:3/10

mercoledì 8 luglio 2009

Do Make Say Think - You, You're A History In The Rust

Constellation
Genere: Post-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: Godspeed You! Black Emperor, A Silver Mt.Zion, Six By Seven, Foxhole, Tortoise
Il post-rock o lo si ama alla follia, o lo si odia, portando i detrattori a considerare sempre le solite tre caratteristiche: troppo lento, non c’è il cantato, troppo cervellotico. I Do Make Say Think, dopo 5 dischi, si possono considerare dei veri e propri maestri del post-rock ma, allo stesso tempo, superano la concezione di quest’ultimo, portando un’innovativa vena anarchica nei loro pezzi. Ed è così che i brani molte volte, sono spezzettati ma lineari, pomposi ma allo stesso tempo delicati, barocchi ma allo stesso tempo classici (addirittura in “A With Living” si scorge un timido cantato), sono post-rock ma nel medesimo istante sono la cosa più lontana da quel genere. “You, You’re A History In The Rust” è un disco da ascoltare più volte, superando lo scoglio del primo impatto freddo e distaccato, quasi analitico, di ogni loro brano, in cui si può riconoscere qua e là la mano di influenze di artisti eccellenti (Tortoise, Mogwai, Godspeed You! Black Emperor). Io ve l’ho detto, ma ricordate la prima frase di questa recensione. O si ama, o lo si odia…
Voto:7,5/10

Clip of the day: Bloc Party - Hunting for witches



già recensito a suo tempo dal buon Valerio qui, direttamente dall'album "A weekend in the city", ecco la clip di "Hunting For Witches" uno dei singoli che hanno fatto la fortuna dei Bloc Party, oltre a Helicopther e I still Remember. Si tratta di hit incisive ma non così "radiofoniche" come ci si aspetterebbe, infatti i Bloc Party pur essendo dinamici in queste tracce non suonano mai cafoni o fin troppo patinati come le dure leggi del mercato vorrebbero.
La canzone è quanto di più semplice si possa udire, la ritmica iniziale così come il riff di chitarra vengono portati avanti per più di metà canzone ma è proprio da metà in poi che i nostri raggiungono il climax grazie a un refrain e a una ritmica più "spedita" che porta la traccia a livelli stratosferici e il tutto in meno di 4 minuti!
Certo, forse l'originalità della clip è messa in seria discussione purtroppo, in quanto non succede nulla e si vedono solo i membri del gruppo suonare senza nemmeno sprecarsi in mosse alla Fallout Boy e purtroppo il taglio cinematografico non fa impennare la direzione del video agli stessi livelli della musica, forse un po' di impegno in più non sarebbe certo guastato (difatti in I Still Remember la musica veniva accompagnata da una clip da urlo).

Voto Musica: 8,0
Voto video: 5,0

martedì 7 luglio 2009

The White Barons - Up All Night With

Gearhead Records
Genere: Punk
Raccomandato Se Vi Piace: The Distillers, X, Tilt, Fabolous Disaster, The Misfits

Punk rock al fulmicotone. E’ questo ciò che suonano questi The White Barons, capitanati dalla frontman Eva Von Slut (un nome, un programma, e vi prego, NON guardate le sue foto), con un tono di voce a metà tra la Exene Cervenka più cattiva e la Cinder Block più grintoso e una band di contorno che sa decisamente il fatto loro (non a caso, uno dei membri proviene dai Time In Malta, band della Equal Vision, dimenticata troppo velocemente) e che assalta l’ascoltatore con assoli e attacchi punk’n’roll, degni dei The Distillers o se vogliamo tornare indietro, dei Misfits. Un disco che potrebbe far gola ai tanti fan di punk al femminile, orfani di Distillers, Tilt e quant’altro.
Voto:6,5/10

venerdì 3 luglio 2009

Recensione "House Of 9"



Con la merdosa ascesa di Grandi Fratelli, Isole dei Famosi e altre stronzate dei piccoli schermi, come poteva il cinema rimanere inerme?
E quindi tac, ecco un altro film europeo che ha come soggetto un reality show.
Nove inetti di estrazione sociale di ogni tipo (una tossica, un prete, un poliziotto, un rapper in erba e altri falliti) si ritrovano in una grande casa vuota dopo essere stati sedati (mah, mi ricorda qualcosa...). Parte un messaggio registrato che dice che ne rimarrà soltanto uno (sempre più originale!), e chi rimane vivo per ultimo si becca una cosa come cinque milioni di sterline o euro o dollari, non mi ricordo.
Il peggio è che si cerca anche di portare alla luce temi sociali tramite i rapporti dei mitici nove, analizzando le eventuali differenze sociali tra i personaggi, e lo si fa con una capacità tale che il Mago Gabriel non saprebbe fare di meglio! Oh certo, il tutto condito da una alquanto dubbia recitazione! Un incrocio europeo mal riuscito tra My Little Eye e Saw II. Capisci dopo sei minuti che hai già visto qualcosa di (troppo) simile, e procedi a guardare il film per inerzia, giusto perchè ormai hai iniziato...

Worst Squallid Moments:
ce ne sono un sacco, tra cui la prima morte del film e il modo in cui avviene;
il tentativo di moralization sul fatto che tutti ricorrono all'alcool quando si manifestano dei problemi, mostrando però come riesce in qualche modo a unire tutti (in più la canzone sotto fa sembrare tutto uno squallido videoclip);
la traduzione in italiano del pezzo del rapper nero.
Una cosa abominevole.

"[...] Io faccio fuori gli sbirri inermi,
sono la rabbia e mi chiamo Al B
e se vinco io mi vedrai in giro con l'Audi TT,
devi uscire con la pistola,
questa è la via ed è la sola [...]"


Voto: 2.5/10
Lo stesso sprecar parole per tale film è un'inutilità estrema, ma siccome sono un personaggio alquanto inutile, tutto ciò è pane per i miei stanchi denti.