Deep Elm Records
Terzo (ma molto probabilmente ultimo) appuntamento con la serie This Is Indie Rock della Deep Elm Records, nata dalla (temporanea, a quanto vediamo oggi) chiusura della seminale serie The Emo Diaries, e rivolta ad un più ampio aspetto della musica, non indie in senso di genere, ma indie in senso di musica indipendente, poco avvezza ai canoni delle mode.Ed ecco quindi trovarci buttato dentro al calderone che è questo cd, un po’ di tutto.Si passa dal post-punk schizzato dei Free Diamonds (band sotto contratto con l’etichetta americana) al rap bianco (che non convince) di Konrad, dalle atmosfere scanzonate dei Campsite alle splendide elucubrazioni divertite e semi elettroniche degli Encyclopedia (a metà tra un Reggie And The Full Effect e i primi Ozma, deliziosi),il folk degli Annuals, l’elettronica di Reed Kd fino al più classico dei temi trattati, e sempre cari, dall’etichetta: l’emo. E’ infatti presente una buona dose di gruppi, giovani e promettenti, in questo lavoro come i grandiosi (e canadesi) Satellite Of June, memori delle esperienze già fatte da Samiam e Merrick, i piacevoli Broken October, “Confessions Of An Ardent Heart” dei Softer, che non avrebbe mai sfigurato su un Emo Diaries qualsiasi e infine i “novelli Brandtson”, Almighty Flying Machine, qui presenti con un bel pezzo, ritmato al punto giusto. Non un disco imperdibile, ma comunque una buona prova da parte della Deep Elm, che non mi delude mai.
Voto:6,5/10
Terzo (ma molto probabilmente ultimo) appuntamento con la serie This Is Indie Rock della Deep Elm Records, nata dalla (temporanea, a quanto vediamo oggi) chiusura della seminale serie The Emo Diaries, e rivolta ad un più ampio aspetto della musica, non indie in senso di genere, ma indie in senso di musica indipendente, poco avvezza ai canoni delle mode.Ed ecco quindi trovarci buttato dentro al calderone che è questo cd, un po’ di tutto.Si passa dal post-punk schizzato dei Free Diamonds (band sotto contratto con l’etichetta americana) al rap bianco (che non convince) di Konrad, dalle atmosfere scanzonate dei Campsite alle splendide elucubrazioni divertite e semi elettroniche degli Encyclopedia (a metà tra un Reggie And The Full Effect e i primi Ozma, deliziosi),il folk degli Annuals, l’elettronica di Reed Kd fino al più classico dei temi trattati, e sempre cari, dall’etichetta: l’emo. E’ infatti presente una buona dose di gruppi, giovani e promettenti, in questo lavoro come i grandiosi (e canadesi) Satellite Of June, memori delle esperienze già fatte da Samiam e Merrick, i piacevoli Broken October, “Confessions Of An Ardent Heart” dei Softer, che non avrebbe mai sfigurato su un Emo Diaries qualsiasi e infine i “novelli Brandtson”, Almighty Flying Machine, qui presenti con un bel pezzo, ritmato al punto giusto. Non un disco imperdibile, ma comunque una buona prova da parte della Deep Elm, che non mi delude mai.
Voto:6,5/10
3 commenti:
la deep elm è amore <3
ma essendo una recensione indie la facevo più alla Fra :D
ora non c'ho tempo di sentirlo, comunque il braccio peloso in copertina è semplicemente disgustoso :D
sembrerebbe carino ^-^ comunque io la sponda indie l'ho abbandonata da un po', ahahah :°D da me aspettatevi qualsiasi cosa, ormai posso quasi affermare di non essere più legata a un solo genere u_ù
e sò d'accordo co daniè...quel braccio peloso fa onco :°D
Non è indie inteso come indie comunque :°D
I Satellite Of June sono <3
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