sabato 27 dicembre 2008

Danil Pennac - La Prosivendola



(titolo originale: La Petite Marchande De Prose, Gallimard, 1990)
I edizione Feltrinelli: 1991

-Allora, voglio proprio dirle una cosa, signor Malaussène.
Silenzio.Caffè. Ri-silenzio. Poi, nella maniera più calma del mondo:
-Lei comincia veramente a rompermi i coglioni.

J.L.B.? Chi diamine è J.L.B.?
Presto detto: è la maggior fonte di introiti delle Edizioni del Taglione, autore di best-sellers di successo incentrati su improbabili self-made-men che sfondano nella finanza (e sfondano il fondoschiena ai nemici di una vita). La casa editrice guidata dalla tirannica regina Zabo sta per dare alle stampe la sua ultima fatica, e proprio lei ha in mente una campagna pubblicitaria e mediatica senza precedenti, se non fosse che...J.L.B. si rifiuta categoricamente di farsi vedere e intervistare. Ecco quindi che la geniale "prosivendola" (sì, è lei che dà il titolo a questo terzo romanzo della saga malaussèniana) ha un'idea delle sue: reclutare un sosia che, istruito a dovere, faccia le veci dello sconosciuto scrittore.
E chi potrà essere mai questo sosia? Chi mai, se non Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio?
Proprio lui, che finisce per accettare, nella speranza che l'atipicità dell'incarico lo aiuti a dimenticarsi per un attimo delle preoccupazioni arrecategli dalla sua sterminata tribù, soprattutto da Clara, la sua adorata sorellina fotografa.
Che ha deciso di sposarsi.
Con il partito più improbabile che si possa immaginare.
E Ben non ci sta, si oppone, mentre tutta la famiglia è in giubilo per l'evento. Ma come al solito, succede qualcosa di storto, qualcosa che non doveva succedere, con, a contorno, i soliti assurdi, eppur reali, intrighi, che finiscono per tirare nel loro calderone, per i capelli, anche...no. Anche qui ci sarà una sorpresa, ma non mi sembra giusto dirvi tutta la trama in anticipo, anche perché Pennac è maestro nell'imbastire colpi di scena su colpi di scena, e nello sbrogliarli, al termine, nella maniera più semplice e innocente del mondo. Innocente come il solito Malaussène, che non si può dire abbia una vita tranquilla, per quanto, in un certo senso, vi aspiri. Quindi buona lettura, se deciderete di godervi quest'altro piccolo capolavoro, seppure risulti, almeno secondo me, leggermente sottotono rispetto agli altri capitoli della saga più noir e surreale mai sfornata finora.

voto: 7.5/10

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