Deep Elm Records
Nuova recensione e nuovo capitolo degli Emo Diaries (ma non preoccupatevi, questa è l’ultima recensione degli Emo Diaries, i prossimi li sfornerò un po’ per volta, come mi pare).Vediamo cosa ci riserva questo “I Guess This Is Goodbye”:
White Octave – Looking Past Sky: Cominciano i White Octave, una versione meno art rock e più classica dei Cursive (non a caso nel gruppo, c’è l’altra mente della band di Omaha, Steve Pedersen, membro anche di Criteria e Slowdown Virginia). Buona opener quindi.
White Octave – Looking Past Sky: Cominciano i White Octave, una versione meno art rock e più classica dei Cursive (non a caso nel gruppo, c’è l’altra mente della band di Omaha, Steve Pedersen, membro anche di Criteria e Slowdown Virginia). Buona opener quindi.
Slowride – Daydreams Of A Future: emo-punk puro questo degli Slowride, band sottovalutata del roster Deep Elm. Tra echi di Jawbreaker e intensità punk alla Latterman, ecco a voi “Daydreams Of A Future”, la seconda traccia.
Reubens Accomplice – You Do It Awfully: Indie/College-Rock sullo stile Piebald/Limbeck, leggermente sbilenco e con una piccolissima spruzzatina di emo che non guasta mai. Convincenti.
The Walt Lariat – 6 AM In Cortona: Relax puro, ecco cos’è questa traccia: velata malinconia ed esplosioni emotive sono quello che ci vuole quando si è fan degli American Football.
Sunfactor – Frostbite: Emo-rock alla Benton Falls/Camber. Nulla di che.
Eniac – I’ll Never Get Home: Pacato e dolce emo-rock, tra la calma degli Starmarket e i passaggi più corposi tipici dei Race Car Riot. Peccato che esistano poche canzoni…
Reubens Accomplice – You Do It Awfully: Indie/College-Rock sullo stile Piebald/Limbeck, leggermente sbilenco e con una piccolissima spruzzatina di emo che non guasta mai. Convincenti.
The Walt Lariat – 6 AM In Cortona: Relax puro, ecco cos’è questa traccia: velata malinconia ed esplosioni emotive sono quello che ci vuole quando si è fan degli American Football.
Sunfactor – Frostbite: Emo-rock alla Benton Falls/Camber. Nulla di che.
Eniac – I’ll Never Get Home: Pacato e dolce emo-rock, tra la calma degli Starmarket e i passaggi più corposi tipici dei Race Car Riot. Peccato che esistano poche canzoni…
Benji – Interlude/All At Once: A metà tra i Merrick del precedente capitolo e i già citati Jawbreaker (o tanto per cambiare nome, vanno bene anche gli italiani Miles Apart), ecco questa bella e coinvolgente canzone a nome Benji: urlati di sottofondo come si deve e un bel ritmo a sostenere il tutto. Questo è proprio quello che ci vorrebbe sempre.
Kerith Ravine – Two Empty Bottles: Mi sentivo un pazzo a sentire un po’ dei Lovedrug in questa canzone, anche se è stata scritta un bel po’ di tempo prima della nascita della band. Ebbene due quarti del gruppo, dopo lo scioglimento della band, hanno formato proprio i Lovedrug. Che storia… Canzone pregevole dopotutto.
Cast Aside – Racecar Theory: Sentire un pezzo screamo su questa serie fa comunque il suo effetto. Screamo puro, doppia voce maschile e femminile, intenti ad urlare (la ragazza devo dire che se la cava decisamente meglio): ricordano parecchio i primi Circle Takes The Square. Da ascoltare assolutamente.
Billy – Accentuate: Quasi lo stesso dei Sunfactor, ma decisamente più convincenti della band sopraccitata, aggiungendo un tocco di emotività che non fa mai male a nessuno.
Cast Aside – Racecar Theory: Sentire un pezzo screamo su questa serie fa comunque il suo effetto. Screamo puro, doppia voce maschile e femminile, intenti ad urlare (la ragazza devo dire che se la cava decisamente meglio): ricordano parecchio i primi Circle Takes The Square. Da ascoltare assolutamente.
Billy – Accentuate: Quasi lo stesso dei Sunfactor, ma decisamente più convincenti della band sopraccitata, aggiungendo un tocco di emotività che non fa mai male a nessuno.
The Others – For Good: Emo al femminile, decisamente inferiore a band come Pohgoh e Rainer Maria, ma ancora terribilmente ascoltabili.
The End Of Julia – Landmine: Purtroppo, la band dal nome migliore, di solito fa tracce leggermente inconcludenti. Come questo emo-rock per cui i fan dei Pop Unknown potrebbero impazzire.
Sullo stesso livello (o lievemente inferiore) del precedente capitolo, “I Guess This Is Goodbye” convince grazie ai pezzi di Slowride, Kerith Ravine, Benji, Cast Aside ma soprattutto i sorprendenti The Walt Lariat. E’ ovvio che consiglio questo disco solo ai palati fini.
Voto:7,5/10
1 commento:
questo è probabilmente quello con il titolo più bello..
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