venerdì 6 marzo 2009

The Early November - The Mother, The Mechanic And The Path

Drive-Thru Records

Genere: Power-Pop/Emo-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: I Can Make A Mess Like Nobody’s Business, Daphne Loves Derby, Northstar

Torno dopo una pausa più o meno lunga, causa esami ed incombenze varie, e torno parlando dell’ultimo album degli Early November. Ecco, chi mi conosce sa che il suddetto gruppo è uno dei miei preferiti in ambito emo-rock ma quest’album non me la sento di promuoverlo a pieni voti. La band di Ace Enders si è lasciata trasportare un po’ troppo in questo triplo disco, come se le manie di grandezza si fossero impossessate dei loro corpi e gli avessero ottenebrato le loro menti. Per triplo disco, intendo proprio un triplo disco, di quelli contenenti quasi una cinquantina di pezzi nuovi o in alcuni casi, pezzi riarrangiati ex-novo (“Decoration” ed “Outside”, due dei pezzi migliori), di quelli che nella maggioranza delle volte, sono un sonoro flop. E sonoro sonoro, come flop, in realtà non lo è del tutto. Nel primo cd di questo “The Mother, The Mechanic And The Path”, dal suono decisamente rock ed in linea con quanto fatto sia con il precedente “The Room Is Too Cold” che con il side-project I Can Make A Mess Likes Nobody’s Business, troviamo, come succede spesso, una manciata di buone canzoni (su tutte il divertimento di “The Car In 20” e la pacatezza “emo” di “Long Talks”) e un paio di pezzi tremendamente anonimi (“The Rest Of My Life”) per una sezione emo-rock di buona fattura. Il secondo cd è già più variegato e risente tantissimo dell’influenza di Ace Ender come songwriter: “My Lack Of Skill” è una specie di burlesque al maschile, piano e voce filtrata come se provenisse da un megafono, “Little Black Heart” è un pezzo con chitarra classica, tra il pop dei tardi anni 60 e le atmosfere intime dei lavori precedenti della band, “I Don’t Know How To Say This” è una bellissima ballata acustica con un ottimo ritornello mentre invece “1000 Times A Day” colpisce più per il testo che per la melodia, quasi monotona a dire il vero. Il terzo disco invece è praticamente un divertissement della band, che ha provato a cimentarsi con generi che non c’entrano molto con la loro musica, come country (“Guess What” e “You Don’t Know What It’s Like”), R&B (“Session 8”), un pizzico di post-rock (“Session 5”) e così via: il risultato è comunque divertente e gradevole, trattandosi di una colonna sonora di una vita fittizia, raccontata ed inventata appositamente per il disco. Come detto all’inizio comunque, disco gradevole, ma forse gli Early November hanno decisamente puntato troppo in alto con questo.

Voto:6,5/10

3 commenti:

daniellezer0 ha detto...

early november *-*

TrAvI$ OuTlAw ha detto...

peccato...mai strafare

Valerio Martini ha detto...

Ma infatti è una cazzata.
Non puoi fare un unica uscita con 3 cd e quasi 50 canzoni.
Tanto vale scrivere, noi vogliamo scioglierci, come titolo del disco.