martedì 27 aprile 2010

Pagoda - Pagoda


Ecstatic Peace!

Genere: Post-Grunge/Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Nirvana, Sonic Youth

Quando mai gli attori si sono rivelati bravi musicisti? Certo, c’è il caso di Jared Leto che non è questo musicista eccelso, però sa scrivere canzoncine carine (anche perchè è questo che richiede il genere che suona) e basta, ma poi chi altro c ‘è? No, non sono pazzo a fare domande a caso, ma è che questi Pagoda altri non sono che la band post-grunge dell’attore Michael Pitt, meglio conosciuto per il suo ruolo da protagonista del controverso “Last Days” di Gus Van Sant e per aver recitato in film come “The Dreamers” e nel remake di “Funny Games” del 2008. Provo ora a rispondere alla domanda iniziale però. Si può considerare Michael Pitt e i suoi Pagoda dei bravi musicisti? La risposta è nì. I Pagoda sanno suonare, hanno adattato il loro sound un pò originale (un classico terzetto più un violoncello) al rumore post-grunge caro sia ai Sonic Youth che ai numi tutelari Nirvana aggiungendo al tutto passaggi a dir poco bislacchi, ma è considerabile un bell’album? Purtroppo sono profondamente indeciso sulla valutazione di questo disco in quanto, per il sottoscritto, il disco si trascina dentro ad una scena musicale stagnante da molti anni (almeno dal 2002) e che suona sempre le stesse cose trite e ritrite senza il guizzo geniale degno degli artisti: una sufficienza stentata è il voto giusto per un disco come questo. Ah, avrei alzato il voto solo per l’audio in italiano della traccia finale: sentire delle ragazze italiane ignoranti è sempre una bella cosa.
Voto:6/10

lunedì 26 aprile 2010

L'Uomo nell'Ombra

genere: non avevo voglia di cercare l'immagine

Ho letto recensioni con voti piuttosto alti; onestamente due ore e passa di film per farmi dire che se l'America dice "salta" 3/4 del mondo salterà mi pare un pò banalotta come trama anche se supportato da una moglie, prevedibilmente, intrallazzona.

Voto: 6,5

venerdì 23 aprile 2010

Anberlin - Cities


Tooth And Nail Records

Genere:Emo-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: The Juliana Theory, Copeland, Armor For Sleep

E’ un mio modesto parere quindi prendetelo con le pinze, ma secondo me gli Anberlin sono uno di quei pochi gruppi (assime ai primi The Early November, ai primi Copeland, ai Mae e a pochissimi altri) ad aver aggiunto alla perfezione la componente emo ad uno stile musicale moderno e molto alternative mainstream che tanto piace agli americani. Detto questo, si capisce che sto facendo uno sforzo immane a parlare oggettivamente di questo “Cities” della band capitanata da Stephen Christian, avendo amato alla follia i due precedenti lavori. Ho nominato tra le righe “Blueprints for the black Market” e “Never Take Friendship Personal” perchè questo disco, l’ultimo per la cristiana Tooth And Nail, è una perfetta summa tra la solarità del primo album e l’aggressività del secondo: il tutto si riflette poi in una serie di pezzi, che possono essere classificati come nuovi classici da parte della band. Partendo da “Adelaide”, il singolo poppy in pieno stile Anberlin con tanto di synth ogni tanto a punteggiare l’eccellente lavoro in sede di produzione dei brani, passando un attimo per la new wave degli anni 80 (in realtà ricordano terribilmente gli Action Action) con “There Is No Mathematics To Love And Loss” per concludere con la deflagrante “*fin”, il cui coro finale mi fa tornare alla mente la conclusione di “The Ugly Organ” dei Cursive, il disco degli Anberlin non ha mai un attimo di fiacca. “Cities” ha appunto questo pregio di non stancare mai per tutta la durata del lavoro, nonostante non si trovi una vera e propria evoluzione del suono del gruppo ma quantomeno un lavoro di cesellamento in fase compositiva e soprattutto di produzione che lo rendono uno dei migliori dischi della band e sicuramente uno dei migliori nel suo genere. Assolutamente da provare per chi non li ha nemmeno mai sentiti nominare.

Voto:8,5/10

giovedì 22 aprile 2010

Classic Case - Losing At Life


Fearless Records

Genere:Alternative Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Codeseven, Orgy, The Panic Division
Il secondo album dei Classic Case è, molto sinteticamente, il loro epitaffio musicale in tutto e per tutto. Questo disco, uscito per Fearless all’inizio del 2007, presenta un alternative rock semi-mainstream molto banale, toccato vagamente da clichè nu-emo (“Elevator Phobia”) che riesce a convincere, poco, solo su una traccia dall’imbarazzante titolo di “Vampires”. Ci credo quindi che la band poi si sia sciolta per andare a suonare (dato che comunque la tecnica non sembra mancare) in gruppi come He Is Legend, Saves The Day e Glassjaw…

La cosa, alla fine, imbarazzante, rimane la Fearless Records la quale dopo aver licenziato lavori per una band enorme (parlo dei seminali At The Drive-In) e per una sottovalutatissima ma ottima (parlo dei Brazil che tanto mi sono cari) si trova qui a tirare fuori roba come questi Classic Case o peggio gli Alesana…

Voto:4,5/10

venerdì 16 aprile 2010

La Verità è che non gli Piaci Abbastanza


Genere: mele caramellate, batuffoli di zucchero a velo rosa, lecca lecca alla ciliegia, commedia romantica, gne-gne, lieto fine.
Un film zuccheroso assolutamente privo di spessore, una commediola noiosa e scontata, un ammasso di luoghi comuni su entrambi i sessi così spaventosamente logori, superficiali e plastificati che piu' non si poteva umanamente fare.
Unica consolazione è che tempo due mesi Gigi finirà sola nel suo squallido monolocale abbarbicata al classico barattolone Sammontana piagnucolando mente guarda Via col Vento, alternando palate di gelato alla deflorazione da parte di uomini a casaccio ma stavolta senza nemmeno l'amico simil-gay a cui confidare i suoi enigmatici conflitti interiori.
Vent'anni dopo sarà pensionata, sola, a badare a 44 gatti in fila per sei.
Alex è rinsavito entro breve tempo dopo che qualcuno gli ha fatto notare che no, 35 telefonate al giorno non sono normali e che si, la sua ragazza è una colica di dimensioni epiche.
A quel punto si è finto gay ha mollato Gigi ed è scappato alle Hawaii con la biondona che l'ha preso a mazzate al videogioco verso la metà del film.
La Aniston si sposerà col ragazzo ma lui tempo un anno la tradirà con la Johansson, (che gentilmente si presta al ruolo di meretrice di turno), fino a renderla piu' cornuta di un cesto di lumache, ma cionondimeno lei fingerà che tutto vada bene perchè, nel tentativo di non vedere i perizomi interdentali alla menta piperita sparsi per la casa, si è data ai seminari sulla Bibbia durante i quali il parroco le ha ribadito che Dio non fa entrare i divorziati in paradiso a meno che questi non abbiano opportunamente condonato presso la Banca del Signore.
Quell'altra che sembra Demi Moore dopo un botox party era già acida da sposata e probabilmente ora finirà a sfogare la sua carica sessuale repressa facendo la mistress in qualche club sadomaso.
Voto: 4

Alice in Wonderland

Genere: fantasy

Allora dopo aver visto questo Burtoniano adattamento di un classico per l'infanzia mi sono risolta a credere che un risultato del genere sia plausibile solo a patto che il caro Tim sia andato a sfondarsi di papaveri in Olanda rincorrendo farfalle multicolor col retino mentre altri, non so chi, giravano il suo film.
Ed ecco che dai titanici sforzi di un misterioso uomo-ombra emerge uno squallido fantasy di serie B, inutile, scontato e con una sceneggiatura decisamente bruttina, cui va riconosciuto l'essere tra i film peggiori di Tim Burton e Johnny Depp messi assieme.
Infine: Tim ti è mai venuto in mente che fare film sempre con i soliti 3 attori non sia proprio un'ideona?
Voto: 6

martedì 13 aprile 2010

Boredoms - Super Roots 7



Vice Records
Genere: Noise/Experimental/Psychedelic/Space-Rock
Raccomandato Se Vi Piace: OOIOO, Acid Mothers Temple And The Melting Paraiso U.F.O.

Ciao a tutti, mi chiamo Valerio Martini e tutti vi ricorderete di me per recensioni contro il Giappone ed in particolare contro i Boredoms.

Bene, stavolta faccio un eccezione.

Sarà che è il settimo Super Roots (il che presuppone che ce ne siano altri sei prima), sarà che lo sto ascoltando attentamente, sarà che per la prima volta ha un ritmo decisamente capibile, molto rock/no wave, e che stanno facendo notevoli stacchi, ma questa volta sarà un ottimo voto al disco, anche se come al solito, il genere non fa per me.

E ora scusatemi, dopo queste brutte notizie, vado ad affogare la mia tristezza su un barattolo di gelato davanti ad un deprimente teen movie…

Voto:7/10

Swan Shore - Promo 2010


Autoprodotto

Genere: Metalcore

Raccomandato Se Vi Piace: Haste The Day, August Burn Red, I Killed The Prom Queen, For The Fallen Dreams

YAY! Finalmente il mio primo, agognato, promo da recensire.

Gli Swan Shore da Roma, sono giovani, fanno metalcore e a quanto sembra in grado di sorpassare all’istante le novità della scena romana (prime fra tutte gli Psychic Jail e i Flash Before My Eyes) con due pezzi dal forte impatto sonoro e dalla spiccata sonorità Solid State. Certo, non sto parlando di un gruppo capace di fare dell’originalità il loro cavallo di battaglia (echi di August Burn Red e For The Fallen Dreams si sentono un po’ dappertutto) , ma quello che è lampante è l’ottima qualità dei pezzi, un metalcore solido e senza fronzoli, che vince e convince. Sicuramente le cose migliori si faranno sentire con il tempo, dato che i ragazzi sembrano possedere delle ottime qualità musicali: se osassero di più in futuro, non mi stupirei di vederli in tour un po’ dappertutto. Insomma un buonissimo promo, peccato per i soli due pezzi che inficiano un po’ la valutazione del disco, ma nulla di preoccupante.

Voto:7/10

lunedì 12 aprile 2010

An Angle - The Truth Is That You Are Alive


Drive-Thru Records

Genere: Indie-Folk/Pop-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: Bright Eyes, House Of Fools

Gli An Angle sono protagonisti di un bellissimo aneddoto. Si racconta che il cantante, intervistato su quali fossero i suoi gruppi preferiti e quelli che odiasse, ad un certo punto dell’intervista se ne uscì con un “Noi odiamo Bright Eyes, ci fa schifo, pensiamo che la sua musica sia orribile”, lasciando il giornalista abbastanza interdetto. Non tanto per gli insulti ma perché è stato detto proprio dal cantante degli An Angle. Avete mai sentito gli An Angle? No? Ok, prendete la prima canzone, “Oh!Oh!Oh!Trouble”. Sentite la voce.

Visto?

Il suo timbro è assolutamente IDENTICO a quello di Conor Oberst dei (defunti,sic) Bright Eyes!

Anche la musica tra le altre cose, non si discosta molto da quanto fatto dall’artista di Omaha, tralasciando però completamente il fattore emozionale e puntando più su un fattore divertimento, ricordando quindi più da vicino un bravissimo gruppo giovane, gli House Of Fools, che sono sulla stessa etichetta degli An Angle, ma che, rispetto a loro, stanno su un altro pianeta.

Quindi che dire degli An Angle? Beh nulla di che in effetti, a parte le idee buone qua e là (il burlesque di “Red River”), il disco non decolla e nelle ballate finali, più “emotive”, annoia a non finire.

Tutto da rifare quindi.

Voto:4/10

domenica 11 aprile 2010

Heartstop - Short Of A Miracle

Autoprodotto

Genere: Nu-Emo/Pop Punk

Raccomandato Se Vi Piace: Bel Air Academy, Jamies Elsewhere, LoveHateHero

L’entusiasmo di aver ritrovato tutto ciò che avevo nel pc si è purtroppo stemperato all’ascolto di questo “Short Of A Miracle”, disco autoprodotto degli esordienti Heartstop, che non creano un brutto disco ma purtroppo una sorta di compendio di tutti i clichè nu-emo, in chiave musicale e lirica, che lo rendono praticamente anonimo. Prendete uno qualsiasi di quei gruppi, prima ciuffoni e ora dediti al rock più puro (quando invece cadono sempre di più nel banale) ed avrete gli Heartstop, un gruppo che anche sulla loro canzone migliore “Eric’s Last Heartbeat”, riescono a confezionare un prodotto anonimo e in alcuni passaggi vagamente confuso. Da risentire in futuro.

Voto:5/10

sabato 10 aprile 2010

The Polyphonic Spree - Wait


Junket Boy

Genere: Symphonic Pop/Indie-Pop/Pop-Rock

Raccomandato Se Vi Piace: The Flaming Lips, Architecture In Helsinki, I’m From Barcelona

Recensire un EP di cinque tracce dei Polyphonic Spree è semplice e complesso allo stesso tempo. Trattasi, per quei pochi che non hanno mai visto l’enorme complesso che in passato ha ricevuto un enorme eco dai giornali specializzati e non, più di una ventina di individui di ambo i sessi con indosso toghe dei più vari colori), che con il loro indie pop “sinfonico” e sempre solare, simili per certi versi al Go Team e agli Architecture In Helsinki, hanno dato vita a esibizioni infuocate mantenendo una parvenza di “sacro/simbolico/mistico”. Sarà per il fatto che indossino toghe, ma mi sono chiesto, la loro musica è impegnata davvero o solo io vedo un vero e proprio divertissement? Molto probabilmente, grazie alle cover di “Lithium” dei Nirvana e di “Love My Way” degli Psichedelic Furs (nemmeno lontanamente avvicinabile a quella dei Mineral) presenti in questo EP, la risposta è proprio quella di un divertente fun extended play che rallegra e coinvolge, ma che alla fine può tranquillamente rimanere lì per anni in attesa di un secondo ascolto.

Voto:6/10

domenica 4 aprile 2010

Anathallo - Canopy Glows


Anticon

Genere: Pop/Art-Pop/Chamber-Pop

Raccomandato Se Vi Piace: Sufjan Stevens, Arcade Fire, My Latest Novel, Architecture In Helsinki, Right Away,Great Captain!

Eccomi qui, dopo aver annunciato che Guilty Agenda sarebbe tornato ad essere più o meno giornaliero. Eccomi qui, a prendermi le colpe per aver detto una palese stronzata dato che il mio pc (con annesso 90% della musica) ha buttato coppe, e a recensire un disco come se fossi in un normalissimo Starbucks, sorseggiando caffè al caramello e mangiando cheesecake. Peccato che io sia a casa, e non da Starbucks, con il portatile, stravaccato sul letto ad ascoltare questo secondo lavoro degli Anathallo. La band propone anche qui, su “Canopy Glow”, un lavoro art-pop impeccabile, ineccepibile sotto moltissimi punti di vista, tanto da portare alla mente durante l’ascolto, artisti di diversa estrazione come Sufjan Stevens, gli Architecture In Helsinki (“Cafetorium”) e degli Arcade Fire sicuramente meno oscuri (“The River”). Però, a parer mio, il cd risulta carente su un fattore: l’emotività. Sarà per il fatto che ascoltare emo per 300 giorni l’anno non mi ha mai fatto granchè bene, ma il disco sembra soltanto un lavoro perfezionato sotto vari aspetti, cesellato in ogni sua sfumatura, ma un po’ privo di anima. Un po’ come me, senza il mio fedele pc.

Voto:7/10