Visualizzazione post con etichetta emo diaries. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta emo diaries. Mostra tutti i post

martedì 4 maggio 2010

The Emo Diaries Chapter Eleven - Taking Back What's Ours


Deep Elm

Dopo una pausa durata svariati anni, la Deep Elm ha deciso finalmente di riprendersi il titolo di etichetta cardine nello sviluppo (e purtroppo dell’inbastardimento) dell’emo. Ci riuscirà?

Analizziamo ogni band per questo undicesimo volume degli Emo Diaries.

Above Them: decisamente dignitosi nel loro post-hardcore di marca svedese (Sounds Like Violence, Starmarket) nonostante siano inglesi. Ottima traccia d’apertura.

This Drama: nuova entrata nella scuderia Deep Elm, i This Drama propongono un delizioso quanto innocuo indie newyorkese. Da sentire in sedi più consone.

While You Were Gone: vera e propria chicca della compilation. Emo-pop-punk tra Brandtson, The Forecast e i Pohgoh più movimentati, questo quintetto capitanato da una splendida voce femminile, riesce a catturare al meglio l’idea di unione tra emo e power-pop, in una sola canzone.

Knockout Kings: splendidi ma copie dei primissimi Taking Back Sunday, da prenderli per quello che in realtà sono.
Andy Tanner & His Grand Piano: un bravo cantautore a metà tra un primigenio Bright Eyes, un Kevin Devine/Miracle Of 86 ed una toccata e fuga da parte del genio Jonah Matranga (si sentono i New End Original di sottofondo). Pollice in su per Andy Tanner.

The Crash Engine: a metà tra l’emo di inizio 2000 e un alternative rock mainstream. Passiamo oltre.

The Decoration: emo-pop classico, niente di particolare da riferire.

I’m Fashion, You’re Victim: probabilmente i capoccia della Deep Elm avranno avuto i loro motivi per inserire un brano del genere. Non è che sia brutto, affatto, ma stona con quasi tutto (Panel a parte) il resto del disco: metalcore emozionale, tra i Thrice di “The Safety Of Illusion” e vaghi accenni allo screamo nel cantato. A me personalmente, sono piaciuti.

Young Hearts: emo-pop-punk di discreta fattura, quasi targato Red Leader Records o No Idea, per intenderci. Carini e si vede che è una band con esperienza alle spalle.

The City Beautiful: un gruppo olandese a metà tra lo shoegaze e l’indie, decisamente brutti.

My Awesome Compilation: pop-punk inglese che, chitarristicamente parlando, a volte prova a buttarsi su roba un po’ più pesante. Ho sentito tracce migliori della band, quindi posso parlarne bene a prescindere.
Panel: grandissima canzone, siamo in territorio Planes Mistaken For Stars e la dualità violenza-emotività è mantenuta a livelli eccelsi. Dunque un ottima conclusione per un disco che esalta a metà ma che non fa tornare la Deep Elm a riprendersi esattamente quello che era loro, ma soltanto gli scampoli di quello che poteva esserci all’inizio del millennio. Vedremo in futuro con il dodicesimo capitolo.

Voto:6/10

venerdì 10 aprile 2009

Emo Diaries Chapter 5: I Guess This Is Goodbye


Deep Elm Records

Nuova recensione e nuovo capitolo degli Emo Diaries (ma non preoccupatevi, questa è l’ultima recensione degli Emo Diaries, i prossimi li sfornerò un po’ per volta, come mi pare).Vediamo cosa ci riserva questo “I Guess This Is Goodbye”:

White OctaveLooking Past Sky: Cominciano i White Octave, una versione meno art rock e più classica dei Cursive (non a caso nel gruppo, c’è l’altra mente della band di Omaha, Steve Pedersen, membro anche di Criteria e Slowdown Virginia). Buona opener quindi.


SlowrideDaydreams Of A Future: emo-punk puro questo degli Slowride, band sottovalutata del roster Deep Elm. Tra echi di Jawbreaker e intensità punk alla Latterman, ecco a voi “Daydreams Of A Future”, la seconda traccia.

Reubens AccompliceYou Do It Awfully: Indie/College-Rock sullo stile Piebald/Limbeck, leggermente sbilenco e con una piccolissima spruzzatina di emo che non guasta mai. Convincenti.

The Walt Lariat – 6 AM In Cortona: Relax puro, ecco cos’è questa traccia: velata malinconia ed esplosioni emotive sono quello che ci vuole quando si è fan degli American Football.

Sunfactor – Frostbite: Emo-rock alla Benton Falls/Camber. Nulla di che.

Eniac – I’ll Never Get Home: Pacato e dolce emo-rock, tra la calma degli Starmarket e i passaggi più corposi tipici dei Race Car Riot. Peccato che esistano poche canzoni…

Benji – Interlude/All At Once: A metà tra i Merrick del precedente capitolo e i già citati Jawbreaker (o tanto per cambiare nome, vanno bene anche gli italiani Miles Apart), ecco questa bella e coinvolgente canzone a nome Benji: urlati di sottofondo come si deve e un bel ritmo a sostenere il tutto. Questo è proprio quello che ci vorrebbe sempre.
Kerith Ravine – Two Empty Bottles: Mi sentivo un pazzo a sentire un po’ dei Lovedrug in questa canzone, anche se è stata scritta un bel po’ di tempo prima della nascita della band. Ebbene due quarti del gruppo, dopo lo scioglimento della band, hanno formato proprio i Lovedrug. Che storia… Canzone pregevole dopotutto.

Cast Aside – Racecar Theory: Sentire un pezzo screamo su questa serie fa comunque il suo effetto. Screamo puro, doppia voce maschile e femminile, intenti ad urlare (la ragazza devo dire che se la cava decisamente meglio): ricordano parecchio i primi Circle Takes The Square. Da ascoltare assolutamente.

Billy – Accentuate: Quasi lo stesso dei Sunfactor, ma decisamente più convincenti della band sopraccitata, aggiungendo un tocco di emotività che non fa mai male a nessuno.

The Others – For Good: Emo al femminile, decisamente inferiore a band come Pohgoh e Rainer Maria, ma ancora terribilmente ascoltabili.

The End Of Julia – Landmine: Purtroppo, la band dal nome migliore, di solito fa tracce leggermente inconcludenti. Come questo emo-rock per cui i fan dei Pop Unknown potrebbero impazzire.

Sullo stesso livello (o lievemente inferiore) del precedente capitolo, “I Guess This Is Goodbye” convince grazie ai pezzi di Slowride, Kerith Ravine, Benji, Cast Aside ma soprattutto i sorprendenti The Walt Lariat. E’ ovvio che consiglio questo disco solo ai palati fini.

Voto:7,5/10

giovedì 2 aprile 2009

Emo Diaries Volume 4: An Ocean Of Doubt

Deep Elm Records
Oggi riflettevo sui sondaggi fatti precedentemente su questo sito e una cosa mi è balzata subito alla mente.
E’ da un botto che non parlo più della Deep Elm.
Detto fatto.
Parleremo di Deep Elm in questo post e più precisamente del quarto volume della migliore serie di compilation creata nella storia della musica, gli Emo Diaries, la serie che ha contribuito a presentare una scena che, prima dell’avvento di internet giaceva decisamente nell’ombra.
Perchè non del primo?
Il perchè lo ignoro, ma fa lo stesso, dato che anche questo quarto disco, possiede ottime canzoni.
Ma andiamo con ordine:
Fivespeed – What’s Our Dilemma: Promettente band post-hardcore/emo-core che dopo un ottimo debutto e un triplo split con Before Braille e Andherson, si è adagiata su un alternative rock che a dir la verità, devo ancora ascoltare bene. Intanto qui erano all’apice della loro creatività. Godeteveli
Red Animal War – Backbreaker: Non hanno bisogno di presentazioni. Assolutamente divini, con il loro post-hardcore venato di emo, sporco e storto. E questa non è nemmeno una delle migliori canzoni.
The John Doe Band – Supergirl: College-Rock svedese, che di scandinavo ha ben poco ma che invece prende in prestito qualche nozione sparsa da Jawbreaker, Quicksand e Seven Storey Mountain. Bella canzone, comunque.

Ed Matus’ Struggle – Distance: Band sconosciuta ed introvabile (sul web è rintracciabile forse lo split con i Floor, ma è difficile) ma a sentire il pezzo non è una gran perdita. Va già meglio con i pezzi inediti del Myspace.
Aina – Rolling Snowball: Deliziosa, la canzone degli spagnoli Aina, una sorta di emo-rock tra Last Days Of April e Surrounded.
Further Seems Forever – Vengeance: Nessuna presentazione nemmeno per i veri vip del disco: la band, capitanata dall’allora cantante Chris Carrabba (ex Strongarm ed ora volto e voce di Dashboard Confessional), tira fuori un pezzo tirato e melodico che non avrebbe assolutamente sfigurato su quel gioiellino chiamato “The Moon Is Down”.

Keystone Sinatra – Twenty1: Belli stonati ed emotivi, gli svedesi Keystone Sinatra ricordano abbastanza gli Psara (progetto parallelo, ormai defunto, di alcuni componenti dei Piebald)presenti nel terzo volume degli Emo Diaries. Uno dei punti di forza dell’intero lavoro.

The Movielife – Valens: I Movielife, abbastanza rozzi, prima del decadimento avvenuto sulla Drive-Thru. Provare per credere.

Spy Versus Spy – Set The Spokes Alight: Gruppo conosciuto da pochi estimatori, ma che avrebbe meritato una ben più grande esposizione mediatica. Pensate ai Boys Life che incontrano per strada i Get Up Kids periodo “Four Minute Mile”. Questo è ciò che ne uscirebbe fuori.

ODG – Corners: Passiamo oltre, dato che “Corners” degli spagnoli ODG non dice nulla.

Merrick – Milk And Lots More: Secondo me, il must have dell’intero cd: emo-punk al 100%, purissimo, caciarone ma allo stesso tempo emozionale/emozionante. Da sentire, e risentire, e risentire, e risentire…

Flux Capacitor – Sasshe: Post-rock inutilissimo. Per restare in tema Deep Elm, gli Appleseed Cast non vengono nemmeno chiamati in causa.
Detto questo, consiglio a tutti voi di dare un ascolto sia all’intero disco, sia ai vari myspace linkati, che infine, all’intera serie, che nessun amante dell’emo (e della buona musica), dovrebbe lasciarsi sfuggire.
Voto:7,5/10